Dall'ultimo
tornante prima dello spiazzo antistante il Rifugio Gardeccia, nei pressi di
un ponte di legno, si prende un sentiero (segnavia 583,
indicazione) che si dirige pianeggiando verso destra, alla base degli
imponenti salti rocciosi dei Dirupi di Larsec. Attraverso ghiaioni
e fitte macchie di mughi, la traccia costeggia prima il Piz Gardeccia
(2200 m), appendice della Pala di Mesdì, e successivamente i
contrafforti del Gran Crònt (2778 m), la vetta più elevata del
settore meridionale (i "Dirupi") del Larsec; in
particolare, impressiona la gialla parete a placche della Crépa di Socòrda (2400 m).
Superato un breve tratto intagliato nella roccia
(1937 m, h 0,40), il sentiero si
affaccia sulla gola rocciosa che fa capo al
Passo
delle Scalette (2400 m); in un ambiente caratterizzato da ampi conoidi
di frana, si transita alla base del Campanile di Sotcrònt (2480 m)
e si attaccano i grandi ghiaioni della gola, racchiusa tra il Crònt di
Mezzo (2693 m), il Piccolo Crònt (2681 m) e l'ardita Pala
della Ghiaccia (2423 m, a destra). Nella parte superiore della
gola, il terreno si fa molto friabile (attenzione alle scariche,
soprattutto in presenza di altre comitive) e da ultimo una breve paretina
attrezzata richiede attenzione (nessuna difficoltà); si esce così, con
qualche tornantino, sull'ampia sella del Passo delle Scalette (2400
m, h 2,00 da Gardeccia).
Bel panorama sul
Ciampedie
e sul Gruppo della Marmolada e delle Pale
di San Martino, mentre sul versante opposto si stende la
placida Conca del Larsec: è questa un vasto altopiano carsico,
racchiuso da tutti i lati dalle creste del gruppo, dove all'inizio di
stagione giace il pittoresco Lago Secco (da agosto le acque si
ritirano e resta solo una verde depressione erbosa). Più in alto,
l'altopiano si ramifica in due valli parallele: a sinistra la Valle del
Larsec, al cui fondo troneggia la mole della Cima Scalieret
(2889 m), a destra la più ampia e comoda Valle di Làusa, separate
da una impervia cresta che si origina dalla Cima del Larsec e che
termina, con il bel torrione del Cogolo del
Larsec (2679 m), proprio all'altezza del Lago Secco.
Dal
Passo delle Scalette si scende in breve alla conca del Lago
Secco, si trascura a sinistra la traccia segnalata del "Sentiero
Bepo da Medìl" e, superate alcune roccette alla base dello Spiz
dello Scarpello (2625 m), si prosegue in falsopiano verso l'imboccatura
della Valle di Làusa. Raggiunta una
scarpata rocciosa, la si supera con una serie di
tornanti, elevandosi sui fianchi delle Crepe di Làusa (2766
m, 2746 m, 2678 m), che costituiscono la sponda destra del vallone. Giunti
infine alla comba terminale, ai piedi delle imponenti Cime del Larsec
(2889 m) e di Làusa (2876 m), ci si dirige sulla destra di
quest'ultima con un ultimo strappo, fino a toccare l'insellatura del Passo
di Làusa (2720 m, h 1,00 dal
Passo delle Scalette), da dove
appare alla vista il Catinaccio d'Antermoia (3004 m) e tutte le
altre cime che fanno da corona all'omonima conca.
Dal passo
(dove si incrociano gli itinerari Traversata
del Larsec Settentrionale e "Sentiero
Paola") il sentiero
scende poco deciso su ampie lastronate rocciose, con bella vista sul
sottostante Lago
d'Antermoia, finchè
un'ultima calata deposita sul fondo dell'ampia e pianeggiante Conca
d'Antermoia, a poca distanza dal lago e dal comodo Rifugio
Antermoia (2497 m, h 0,30 dal
Passo di Làusa).
Di qui due possibilità:
a
- risalire con il sentiero 584
tutta la Conca d'Antermoia fino al Passo d'Antermoia (2769 m, h 1,00
dal rifugio),
e di qui scendere al Passo Principe
(dove sorge il Rifugio
Passo Principe) e
tornare a Gardeccia attraverso la Valle
del Vajolet e i rifugi Vajolet
e Preuss
(per maggiori informazioni, vedi l'itinerario Catinaccio
d'Antermoia);
b
- dal rifugio, risalire brevemente al vicinissimo Passo
di Dona (2516 m, h 0,10 dal
rifugio),
aperto tra il Sasso di Dona e il Mantello (2567 m, la
sua sommità merita una visita!), e di qui scendere per detriti fino
sul fondo della pascoliva Val di Dona, all'altezza dei bei Pascoli
di Camerloi; di qui si può seguire per intero la valle (si arriva
però a Fontanazzo di Sotto) oppure deviare quasi subito a
destra verso una selletta erbosa che immette nella ripida e dirupata Val
di Udai (itinerario più consigliato). La valle conduce, con un sentiero non sempre agevole ma
mai difficile (sconsigliabile in caso di pioggia!) fino all'abitato di
Mazzin di Fassa; poco prima di raggiungere il paese, una stradetta
sterrata sulla destra permette di deviare e di giungere a Ronch
(h 2,30 dal Rifugio Antermoia), frazione di
Pera di
Fassa sulla strada per Gardeccia, e di completare così la
traversata senza ricorrere all'autostop od ai mezzi pubblici.