Pala di Mesdì 2758 m (Sent. "Bepo da Medil")

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DEL CATINACCIO)

SCHEDA N. 6

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

LA PALA DI MESDÌ E I DIRUPI DI LARSEC DAI PRESSI DEL RIFUGIO CIAMPEDIE

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Gardeccia (1949 m) raggiungibile da Pera di Fassa (Val di Fassa) con un comodo servizio taxi di pulmini. 

In alternativa, qui si può giungere anche dal Rifugio Ciampedie (1998 m, arrivo della funivia di Vigo di Fassa e della seggiovia di Pera di Fassa) in h 0,45 di comoda marcia nel bosco: per i particolari su questo accesso, vedi itinerario Al Ciampedie e alla Conca di Gardeccia.

 

ITINERARIO

Dal retro del Rifugio Gardeccia, una traccia (cartello seminascosto da un albero) conduce in breve all'ampio letto del Rio di Soial, in questo tratto quasi sempre in secca; sulla sponda opposta, nei pressi di un grande masso, inizia un sentierino (Sentiero "Bepo da Medil") che prende ad inerpicarsi sui ripidi pendii baranciosi alla base dei Dirupi di Larsec. Raggiunta una zona ricca di affioramenti rocciosi (bella veduta, sull'altro versante della Valle del Vajolet, sull'imponente complesso Catinaccio (2981 m) - Torri del Vajolet), si incontra una vasta frana, che il sentiero supera con un traverso orizzontale in cui serve un po' d'attenzione. Al di là della frana, un'ulteriore serie di tornanti su di un ripido pendio prativo porta a rasentare un torrione roccioso e a montare su di una spalla erbosa, dove si incontra una traccia proveniente dal Rifugio Vajolet (h 1,00 da Gardeccia). 

Traversando in piano verso destra, il sentiero raggiunge la base di un grande canalone, racchiuso tra ardite quinte rocciose, dominato in alto dalla bella e liscia parete della Palaccia (2602 m). Si risale faticosamente, a causa della ripidezza e delle ghiaie mobili, il largo canalone per circa un centinaio di metri, finchè questo si divide in diversi rami: trascurati i due più evidenti, che si indirizzano verso sinistra, si raggiunge sulla destra un angusto canalino incassato tra altissime pareti (l'imbocco non è evidentissimo), il cui fondo può presentarsi, a seconda del periodo e della stagione, detritico o ghiacciato. Si risale il canalino, anche con l'ausilio delle corde metalliche (controllarne preventivamente l'affidabilità!), finchè se ne raggiunge il culmine, dove un passaggio un po' delicato (corda e pioli, ma è richiesta una certa forza) consente di toccare l'orlo di una vasta conca detritica sospesa (detta "Anfiteatro", h 1,40 da Gardeccia) che scende ripida dalla cresta della Pala di Mesdì e che in basso si interrompe bruscamente con verticali risalti sul sentierino percorso precedentemente. 

Di qui una traccia segnalata con ometti e bolli rossi risale il pendio sul suo orlo sinistro, e in breve, anche se con una certa fatica, si giunge in cresta, da cui si gode di una splendida vista sull'intero Gruppo del Catinaccio (in basso appare la minuscola sagoma del Rifugio Gardeccia). Tagliando sempre sul versante di Gardeccia per ghiaie e roccette, si supera un umido canalino (passo leggermente esposto) e si raggiunge un'ampia forcella ghiaiosa tra alcuni arditi gendarmi, da dove la traccia scende decisamente verso la Valle del Larsec (crocevia di cartelli). 

Proseguendo lungo la traccia che segue la cresta, si supera un'altra forcellina e, risalendo dall'altra parte con un passo un po' delicato ( grado), si risalgono gli ultimi ripidissimi ghiaioni fino ai gendarmi della cresta sommitale della Pala di Mesdì, la cui cima si raggiunge con pochi passi (2758 m, h 0,40 dall'orlo dell'Anfiteatro).  Dalla vetta, su cui sorge una antica croce in legno risalente agli anni '30, il panorama è veramente splendido! Di fronte campeggiano il Catinaccio, le Torri del Vajolet, i Mugoni, mentre veramente interessanti risultano le vedute sul Gruppo di Larsec, in particolar modo sul vicino ed aguzzo Gran Cront del Larsec

Tornati alla forcella di cresta, si scende verso la Valle del Larsec con diagonale verso sinistra per evidenti tracce lungo i ripidi ghiaioni fin sul fondo di una verde valletta, dove una traccia sale alla vicina Forcella delle Pope e prosegue poi per l'omonimo passo. Seguendo la traccia verso destra, si scende nell'ampia e verdeggiante conca erbosa posta all'imbocco della Valle del Larsec. Seguendo gli ometti di pietre, si raggiunge il bacino che raccoglie le acque del fantomatico Lago Secco, dominato dall'arditissimo sperone del Cogolo del Larsec. Si incontra qui il sentiero segnato 583 proveniente dal Passo di Làusa e che, seguito verso destra, porta in breve al Passo delle Scalette (2400 m, h 1,00 dalla forcella di cresta). 

Da qui, seguendo il ben marcato sentiero con un breve tratto di corde fisse (facili), si discende dapprima il severo canalone detritico e si aggira poi a meridione il Gruppo di Larsec per ritornare al Rifugio Gardeccia (h 1,30 dal Passo delle Scalette). Per ulteriori informazioni sul percorso di discesa vedi anche itinerario Traversata del Larsec in senso inverso.  

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa

DISLIVELLO

800 m circa

DIFFICOLTA’

EEA

ULTIMO SOPRALLUOGO

4 luglio 2005

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - fine settembre

COMMENTI

Itinerario molto bello, ma da non sottovalutare: la presenza di neve ghiacciata all'interno del canalino (passaggio chiave) può aumentare molto le difficoltà (necessari piccozza e ramponi). Attenzione anche all'orientamento, anche se in genere la traccia è ovunque piuttosto evidente. Informarsi al Rifugio Gardeccia sullo stato delle corde fisse.