Si segue la
rotabile sterrata (cartelli e segnavia bianco-rossi n° 624)
che sale ripida con un tornante alla soprastante costa prativa, passa
vicino ad una bella baita ed entra poi nel bosco fitto di larici ed abeti.
Presto il tracciato diventa mulattiera e, con alcuni tornanti, si va a
congiungere ad una larga strada forestale che si stacca dalla strada del Passo
di San Pellegrino più a monte di Ronc.
Comunque, si segue la
forestale verso sinistra, si supera una piazzola da cui stacca il Sentiero
Forestale "Col del Toàl de la Fòa" (tabella) e si entra
nella parte bassa della stretta Val Pizmèda. Con alcuni strappi
ripidi, la forestale, divenuta sentiero, raggiunge il fondo della valletta
e lo attraversa su un robusto ponte (1603 m, h
0,50). Con alcuni lunghi tornanti, la mulattiera prende quota
sulle falde boscose del Piz Mèda (2200 m), di cui si indovinano i
rocciosi pendii sommitali. Lasciato a sinistra lo stacco di un nuovo
sentiero forestale diretto a Somèda, la traccia taglia un ripido
pendio e, con un ulteriore tornante, raggiunge una spalla erbosa, dove
sorge una splendida piccola baita aperta al pubblico (1882 m,
h 0,25 dal ponte).
Qui si abbandona il segnavia n°
624,
diretto alla Costella ed alla Val dei Monzòni, per prendere
una labile traccia a sinistra: conviene all'inizio seguire una specie di
steccato sull'orlo della radura, al termine del quale si incontrano
nuovamente dei segnavia che guidano nel bosco fino ad una successiva ampia
radura, con bella vista sul
Gruppo di Bocche. Continuando a salire
nel bosco, in ambiente naturale pregevole, si guadagna quota velocemente:
piegando quindi decisamente a sinistra, si tagliano con modesti saliscendi
gli scoscesi pendii boscosi fino alla larga sella erbosa alla base della
cresta finale del Piz Mèda (2150 m circa, h
0,35 dalla piccola baita). Qui si può giungere anche dal versante opposto seguendo
l'itinerario Piz Mèda,
lungo la Val del Vènt.
Seguendo ora l'esile crestina, si giunge
all'attacco dell'evidente canalone detritico che solca il versante
Nord-Est della montagna: per scomode, friabilissime ghiaie si risale il primo
tratto del canale (attenzione ai sassi!), per poi uscirne verso destra
prima di una strozzatura. Per ripidi pendii erbosi si monta sulla
panoramica cresta sommitale, che consente di raggiungere con facilità e
velocemente l'erbosa e spaziosa vetta del Piz Mèda (2200 m, h
0,10 dalla sella erbosa). Poco più in basso, verso l'abitato di
Moèna, è
infisso un grosso palo di larice. Vista eccezionale su Bocche, Latemar, Catinaccio e
Monzòni-Vallaccia.
Ritornati alla base del
canalone, si segue l'ampia cresta erbosa, fra radi larici, tendendo a
sinistra ed andando ad incrociare l'evidente traccia n° 616,
proveniente dalla Val del Vènt, presso una conca
erbosa. La traccia
risale con un tornante il pendio di sinistra, fino ad un'altra conca alla
base del cono terminale del
Sasso di Croce (2194 m, raggiungibile
con brevissima deviazione: la grossa croce sulla vetta giustifica il
nome).
La traccia, con percorso non troppo evidente, si porta invece sul
versante fassano, e taglia al limite delle rocce una serie di paretine,
altissima sull'abitato di Soràga. Ripresa la salita, in questo
tratto veramente ripida, il sentiero supera un erto pendio detritico,
transita presso un isolato pennone dall'incerto significato e raggiunge
nuovamente il filo di cresta presso l'ampia Forcella di Toalàc'
(2393 m, h 1,15 dal Piz Mèda).
Da qui, l'orografia è alquanto complicata: un ripido valloncello erboso
sale verso la cresta superiore della Vallaccia, contenuto a destra
da ripide paretine rocciose; in alto a sinistra si individua il Sass de
la Giòna, ai piedi del quale si apre la piccola Busa di Barànchie.
Alla testata del valloncello, sopra una fascia rocciosa, si notano contro
il cielo alcuni cartelli segnaletici. Si segue per una traccia, all'inizio
ben marcata, il valloncello: raggiunta una conca di grandi massi, la
traccia si perde, ma seguendo i numerosi ometti di pietra si raggiunge la
testata del vallonetto, alla base della fascia rocciosa. Per una breve
traccia, con poche svolte si raggiungono i cartelli, dai quali appare da
un lato l'elegante cima rocciosa della
Mezza Luna (2628 m) e,
dall'altra, l'ampia insellatura detritica della
Costella,
raggiungibile in pochi minuti (2491 m, h 1,00
dalla Forcella di Toalàc'). Si apre la vista sull'alta Valle dei Monzòni,
sulla Marmolada, sulle creste dei
Monzòni e di Costabella,
oltre che su Bocche e Pale di San Martino.
Da qui è
possibile scendere verso Nord in
Valle dei Monzòni (vedi anche
itinerario Punta della
Vallaccia). Si scende invece verso Sud, sul versante San Pellegrino:
mancano tracce, ma isolati segnavia guidano, con un po' d'attenzione, il
cammino. Superato un dosso erboso a sinistra, si scende nell'ampia conca
prativa del Cadin Bel: proseguendo la discesa, si taglia alla base
di scure paretine per traccia più evidente fino ad un bivio. Trascurata
la traccia principale, diretta all'attiguo Cadin Brut
ed alla
visibile Cima Malinverno
(questa traccia è una variante bassa del Sentiero
"B. Federspiel"), si scende decisamente, sempre per saltuarie tracce
poco marcate.
Raggiunta una verde conca presso il ruscello, dove sorgono i
pochi ruderi delle Baite Làste (2110 m, h
0,40 dalla Costella), si passa per un abbeveratoio e, sulla destra del
vallone, si scende con meno decisione. Si arriva dopo poco, presso una
panchina, allo stacco superiore del sentiero forestale "Col de
Toàl de la Fòa": proseguendo sul sentiero principale, si va a
ricongiungersi con l'itinerario di salita presso la piccola baita aperta
al pubblico (1882 m) e da qui a Ronc. Altrimenti, si può seguire
il sentiero forestale: questo taglia a sinistra una serie di ruscelli,
poi, marcato dai segnavia forestali azzurri, rimonta con decisione il
fitto bosco fino alla radura poco sotto la cima del Col de Toàl de la
Fòa (1967 m). Da qui, seguendo alcuni pali con segni azzurri, ci si
cala nel bosco veramente ripido (faticoso!) per uscirne presso la piazzola
sulla forestale già percorsa in salita (h 0,50
dall'inizio del sentiero forestale, h 1,30
dalle Baite Làste).
Da qui, lungo il percorso di salita, in breve a
Ronc
(h 0,20).