Dal
passo, seguendo l'itinerario Al
Passo delle Selle si raggiunge il Rifugio
Passo delle Selle (2529 m, h 1,15
dalla stazione a monte della Seggiovia Costabella, h
1,55 partendo a piedi dal passo).
Trascurate la prosecuzione del sentiero n° 604, che scende in
Valle delle Selle verso la
Malga
Monzòni (eventuale
variante di accesso, forse più comoda logisticamente ma più faticosa) e,
verso destra, la traccia 637
dell'Alta Via Bepi Zac, si prende il sentiero
di sinistra (n° 616, "Alta Via Bruno Federspiel") che segue
fedelmente il filo di cresta tra la Valle di San Pellegrino e la Valle dei
Monzòni.
La cresta è sottile, ma l'esposizione è limitata dal fatto che sovrasta
principalmente ripidissimi pendii erbosi, scarsamente dirupati. Tra
numerosi resti di baraccamenti e caverne di guerra, si raggiunge
velocemente una prima sommità (Punta delle Selle, 2593 m), da cui si gode
già di ampia visuale su Pale di San Martino e, dall'altra parte, su
Catinaccio, Sassolungo e Sella.
Scesi dall'altra parte, la traccia si fa
via via più esposta, mentre tra roccette ed erba prosegue a seguire
tortuosamente il filo di cresta; un altro tratto di salita porta sulla
vetta della Punta d'Allochèt (2582 m, h
0,40 dal passo), su cui sorge una croce ed
un cippo commemorativo della conquista italiana (di breve durata) di
questa sommità.
Scendendo per breve tratto
sull'altro versante, si supera
ancora un consistente baraccamento austriaco e si raggiunge in breve
l'inizio della cresta vera e propria dei Monzòni, caratterizzata da
evidentissimi, scuri affioramenti lavici (Forcella dei
Rizzòni, h 0,20 dalla Punta d'Allochèt).
Risalito un ripido pendio erboso (qualche fittone, ma senza corda fissa),
si aggira la testata di un ampio, orrido canalone detritico e roccioso che
sprofonda verso la Valle dei Monzòni: al termine, il sentierino di guerra
prosegue mantenendosi sempre sul versante Monzòni, traversando pressochè
in quota alla base delle scure paretine terminali delle varie elevazioni
dei Rizzòni. Alcuni passaggi, su placche lisce, sono attrezzati con corda
fissa (senza spreco!) e con un
ponticello e richiedono comunque attenzione. Superato con
alcuni pioli un corto caminetto (passo più difficile, comunque poco
impegnativo), si arriva ad una sella erbosa alla base della punta più
elevata dei Rizzòni (Spiz de Tariciògn, 2647 m): trascurando la
prosecuzione del sentierino di guerra, si attraversa la sella e, seguendo
i segni rossi, si risale il ripidissimo pendio erboso sul versante di San
Pellegrino fino alla sommità (h 0,45
dalla Forcella dei Rizzòni): magnifica veduta sulla Val dei Monzòni e sul sottogruppo della Vallaccia.
Una ripidissima traccia divalla
sul versante opposto per prati e detriti (attenzione) e, con qualche passo
esposto su prati quasi verticali, raggiunge la larga sella erbosa della
Forcella Ricoletta (2431 m, h 0,15
dalla vetta): cartelli indicano la possibilità di
scendere a sinistra verso Fango, in Valle di San Pellegrino, in h
2,00. Sconsigliabile,
invece, la discesa verso il Rifugio Taramelli, come suggerito in alcune
pubblicazioni: il canale detritico, oltre ad essere ripidissimo e
friabile, sembra privo di qualsiasi traccia.
Il
Sentiero Federspiel continua invece risalendo il pendio
erboso di fronte, mantenendosi sul versante di San Pellegrino:
passa poco sotto la sommità della Punta Ricoletta (2512 m,
raggiungibile in pochi passi dal sentierino) e, attraversato un intaglio,
risale i ripidissimi prati sommitali della Cima Malinverno (2630 m, h
0,30 dalla Forcella
Ricoletta), su cui campeggia una piccola croce. Magnifica vista sul
sottogruppo della Vallaccia, sulla Catena di Bocche e su
tutta la media e bassa Valle di San Nicolò. Curiose le vedute anche
sul Latemar (il versante interno, che si presenta come un ampio
anfiteatro detritico) e su Catinaccio e Marmolada.
Dalla
cima si scende per la cresta Nord-Ovest (indicazioni), attraverso roccette
ed infidi, ripidissimi prati (attenzione): un canalino erboso viene
disceso sfruttando le tacche nell'erba a guisa di scala, fino a ritrovarsi
alla base delle rocce, nel vasto anfiteatro prativo chiamato Cadin Brùt.
Si traversa la conca, mantenendosi molto alti sempre su terreno delicato e
friabile, per poi rimontare un altro canalino che riporta sulla cresta.
Seguendola con diversi saliscendi, ora con percorso meno precario, si
abbandonano le rocce laviche per ritornare sul grigio calcare, proprio
poco prima della larga insellatura della Costella (2529 m, h
1,00 dalla Cima Malinverno), aperta alla base della piramide finale della Punta
della Vallaccia (raggiungibile in una ventina di minuti).
Trascurato
il sentiero diretto a Rònc (Valle di San Pellegrino, vedi anche itinerario Traversata
Piz Mèda - La Costella), si
scende a destra per un ripido ghiaione (attenzione alle scivolate)
rasentando alla base la parete Est della Punta della Vallaccia,
fino ad un bivio: proseguendo la discesa, in una ventina di minuti si
raggiungerebbe il Rifugio Vallaccia ma, se si hanno ancora energie, è
consigliabile prendere la traccia di sinistra, che rimonta il ripido
ghiaione in direzione della vicina Forcella della Vallaccia. Lasciata
poco più sopra la forcella, una traccia prosegue in leggera salita
tagliando le pendici della cresta del Sasso delle Undici, tra prati
e detriti: dopo un po' la traccia si perde, ma è sufficiente mantenersi
in quota per incrociare, più avanti, la ben segnata traccia proveniente
da Gardeccia che, con una serie di tornanti, consente di toccare la
spaziosa vetta erbosa del Sasso delle Undici (2501 m, h
0,35 dalla Costella). Impressionante veduta sulla Vallaccia,
nella quale sprofonda l'altissima parete occidentale, e su tutta la media
ed alta Val
di Fassa, dal Catinaccio
al Sassolungo
ed al Sella.
Seguito per un tratto
a ritroso il sentiero dell'andata, lo si
abbandona all'altezza della vasta conca erbosa tra Sasso delle Undici
e Sasso Morìn: tagliando per i prati, si va a raggiungere una
labile traccia che conduce ad una sella alla base del Sasso Morìn,
da dove una ripida discesa per un canalino erboso conduce proprio di
fronte al Rifugio Vallaccia (2275 m,
h
0,20 dal Sasso delle Undici).
Di qui, scendendo per i pascoli di
Gardeccia, si
arriva alla Malga
Monzòni e, superata la Baita
Monzòni,
si raggiunge il parcheggio della Valle dei Monzòni (h
0,45 dal Rifugio Vallaccia).