Dal rifugio
si supera la Malga
Sàdole e si
segue l'ampia carrareccia sterrata (chiusa al traffico) che risale la
pittoresca Val Sàdole (segnavia n° 320).
Superato il rio su un ponte, si attraversa un
bel prato con bestiame al pascolo, si lascia a destra un minuscolo
baitino sempre aperto e, presso il termine del prato (Pian della
Maddalena), si incontra il cartello su un albero che indica lo stacco
(a sinistra) della traccia segnata per il Cardinàl.
Si prosegue invece lungo il fondovalle, praticamente pianeggiante, si
supera il rio su un ponticello e, presso un grosso larice, si lascia il
sentiero principale per prendere una traccia a destra, che sale ben marcata
nel bosco (consigliata scorciatoia). Con diversi tornanti il sentiero
guadagna quota sulla sinistra idrografica della valle, poi traversa in
quota, meno ripidamente, fino a reimmettersi sulla mulattiera principale
all'altezza del primo tornante. La mulattiera, risalente alla Grande
Guerra, effettua una serie di lunghissimi tornanti a pendenza quasi nulla,
per poi tagliare definitivamente a sinistra, in direzione del ben evidente
Passo Sàdole. Raggiunta la grande conca detritica poco sotto il
passo, dominata dalle severe pareti del Monte Cauriol, del Piccolo
Cauriol e del Cardinàl, si trascura, in corrispondenza di
un evidente cartello, una deviazione sulla destra (vedi itinerario Castèl
delle Aie) e si prosegue sulla mulattiera principale fino al passo ed
ai ruderi di alcune casermette (2066 m, h 1,20
dal rifugio).
Qui si abbandona la mulattiera, che inizia a divallare verso
la profonda Val Cìa ed il Rifugio
Refavàie, per prendere il
sentiero di destra (cartelli, segnavia n° 321),
che inizia a salire lungo il fianco
sinistro idrografico della valle, ai piedi degli scuri torrioni alla
base del Castèl delle Aie. Superati altri ruderi militari, il sentiero
passa sul versante meridionale (Val Cìa), e taglia lungamente i
ripidissimi pendii prativi in direzione di un evidente canalino roccioso
che sbuca su una forcelletta su uno sperone secondario del Castèl delle
Aie. Si risale con erti tornanti il canalino fino al
suo sbocco superiore: a sinistra, da un piccolo terrapieno, si origina
una corta galleria di guerra che termina con un finestrone a picco sulla Val
Cìa. Bella
veduta su Cima d'Asta.
Dal colletto si tagliano ancora ripidi
pendii erbosi per portarsi, con breve risalita, ad un secondo colletto
(2209 m), sorvegliato da alcuni
arditi torrioni ("I Sasòni"). Da qui il sentiero
divalla con decisione nell'ampia
conca detritica della Busa del Castèl, racchiusa fra i
versanti meridionali del Castèl delle Aie (2486 m) e del Monte Formentòne (2402 m). Tagliate, nuovamente in falsopiano, alcune
pietraie (ometti e segni rossi), le tracce passano poco
sotto la Forcella delle Aie (cartello e deviazione), per
proseguire alla base del roccioso versante Sud-Est del Formentòne:
il terreno si fa via via più erto ed esposto, e richiede un po'
d'attenzione. Oltre uno speroncino, il sentiero imbocca una
cengia che taglia la parete (attenzione al verticale salto sulla
profondissima Busa del Castèl!): più avanti, dove la cengia si
assottiglia leggermente (pur rimanendo sempre facile), le corde fisse
consentono di procedere in piena sicurezza. Oltre un
tratto di parete aggettante, si sale ad un poco accentuato colletto
e, al di là di alcune roccette, si esce all'estremità Nord della
lunghissima sella del Passo di Litegòsa, e più propriamente in
località "il Frate" (2261 m, h
1,30 dal Passo Sàdole). Il curioso
gendarme sovrastante, che da certe angolazioni somiglia ad un
penitente in saio, è la ragione del toponimo.
Seguendo brevemente una
traccia che aggira le rocce di destra, si giunge al Bivacco
Nada Teatin, ricavato chiudendo con infissi in legno una caverna
di guerra (ricovero efficace, ma MOLTO spartano ed essenziale! Due posti
letto). Bella veduta sulla rocciosa
Cima
di Litegòsa (2548 m), che domina l'opposto versante del passo.
Verso Nord, la lunga e pittoresca Val
Cavelònte scende in Val di
Fiemme all'altezza di Panchià. Volendo raggiungere il passo
vero e proprio, si scende per un sentiero verso destra (versante Val Cavelònte) che supera alcuni saltini erbosi per immettersi sulla
mulattiera di fondovalle in corrispondenza di un grande terrapieno
militare, e per erba e dossi detritici si risale in breve al Passo di
Litegòsa (2277 m, cartelli, h 3,00
dal Rifugio Cauriol). Ambiente e panorami splendidi!
Ritorno per la
stessa via in h 2,15.