Dal
Lago di Braies si prende il largo sentiero che, pianeggiante, ne percorre
la sponda orientale, seguendone le pittoresche frastagliature:
spettacolari vedute sull’imponente parete Nord della
Croda del Becco (2810 m). Dopo pochi minuti, un cartello sulla sinistra
indicante “Herrenstein" segna l’inizio del vero e proprio itinerario: si segue quindi la larga
sterrata (segnavia n° 58) che prende a risalire il fitto bosco che si
estende alla base della Catena del Signore
con una serie di svolte non troppo ripide. A tratti, fra gli
alberi, appare la svettante
Torre del Signore, che anticipa il retrostante omonimo Sasso.
Un altro cartello indica il punto in cui abbandonare la rotabile (che
comunque si incrocia nuovamente più in alto): con salita ora più decisa,
un sentiero nel bosco sempre più rado avvicina le imponenti pareti
rocciose, solcate da ripide gole dall’aspetto inaccessibile. Incontrata
nuovamente la strada, la si segue brevemente finchè questa non si
esaurisce in prossimità di una grande colata di ghiaie: si risale
l’ampio ghiaione, prima in falsopiano, poi con decisa salita, per una
buona traccia risistemata di recente, fino alla base delle altissime
pareti, dove non appare chiara la direzione da seguire (h 0,30).
Si piega decisamente a destra, lungo una larga cengia ascendente che
attraversa, con spettacolare percorso, tutta la bastionata rocciosa dei XII
Apostoli. La cengia è sempre piuttosto larga ma, a causa
dell’esposizione e della friabilità di alcuni tratti, richiede comunque
attenzione: le vedute, intanto, si ampliano al Gruppo dei Colli Alti, con l’omonima
cima (2542 m) in primo piano.
Al termine della cengia, si risale un breve
canalino terroso ed un pendio di mughi che conducono al colletto poco a
Nord Est della vetta del Grande Apostolo (1947 m): merita raggiungere la vetta del panoramico torrione
(panchina, h 0,45 dall'inizio della cengia), da cui si gode di una veduta
mozzafiato sul Lago di Braies e
su tutte le cime circostanti.
Dal colletto, il sentiero scende brevemente
dall’altra parte, per poi rimanere alto a mezzacosta sul profondo Vallone
dei Camosci, che precipita più in basso con una impercorribile forra
sul Lago di Braies: la risalita
del vallone prosegue lungamente con pendenza costante ma non troppo
ripida, attraverso fitti mughi. Si raggiunge così il tratto terminale
della valle, costituito da un vastissimo, bianco ghiaione che fa capo
all’ampia Forcella Lavina Bianca (2194 m): a sinistra la fiancata rocciosa
della Catena del Signore, a
destra la svettante torre rocciosa del Monte Alpe del Camoscio
(2594 m).
La traccia risale il ghiaione nel suo centro, e con
alcune svolte raggiunge in breve la larga sella (h
0,30
dalla vetta del Grande
Apostolo). Belle vedute, sull’altro versante, sulla valletta che
scende verso Ferrara di Braies e sull’imponente Picco di
Vallandro, con l’appendice rocciosa del Castello di Glanvell e tutta la cresta erbosa che dalla
Punta Serla arriva fino al Monte Serla (vedi anche itinerario Traversata
del Monte
Serla).
Dalla forcella si prende la traccia che, verso sinistra
(indicazioni su un masso), risale l’erto pendio detritico e barancioso:
con numerose svolte, con ripido percorso su ghiaie e scarse roccette, la
traccia consente di raggiungere il filo roccioso della
cresta, da dove si
apre la vista sulla Val Pusteria e sulle Alpi di confine. Superata una selletta, si traversa in breve a sinistra e si
risale un ertissimo pendio erboso e terroso, anche grazie alle profonde
tacche nell’erba, fino alla base di un grosso testone roccioso. Lo si
aggira verso sinistra, raggiungendo un altro colletto dal quale sprofonda,
verso Nord, un impressionante canalone roccioso: appare alla vista il
cupolone finale del Sasso del Signore, proprio di fronte.
Discesi per un brevissimo gradino
roccioso, se ne raggiunge la base e, superato un tratto di roccette
(corda
fissa, facile), lungo il pendio erboso finale si tocca la bella croce di
vetta del Sasso del Signore (2447 m, h
0,45
da Forcella Lavina Bianca).
Magnifiche vedute su Alpi di confine, Colli Alti, Croda
del Becco, Gruppo del Campo Cavallo (proprio di fronte) e Dolomiti
di Sesto. Davanti a noi, vicina ed irraggiungibile, la
vetta della Torre del Signore (2395 m), su cui sorge un’altra piccola croce.
Discesi nuovamente a
Forcella Lavina Bianca (h
0,35 dalla vetta), si segue per breve tratto il sentiero che
scende verso Ferrara di Braies lungo l’immenso ghiaione che fa capo alla
Forcella del Camoscio: si imbocca quasi subito, però, una traccia verso destra
che taglia il ghiaione dapprima in piano, e poi lo risale con ripidissima
salita. L’ultimo tratto, a causa della ripidezza e dell’estrema
friabilità, risulta molto faticoso: si raggiunge comunque senza difficoltà
l’ampia insellatura della Forcella del Camoscio (2443 m, h
0,45 da Forcella Lavina Bianca), che si apre fra il Monte Alpe del Camoscio e
il Sasso
Rosso di Braies (2559 m). Si apre la vista, dall’altra parte, sui
dolci dossi erbosi dell'Alpe Cavallo e sul retrostante massiccio della
Croda Rossa d'Ampezzo.
Scendendo lungo l’ampio sentiero, si taglia a
mezzacosta una prima ampia conca erbosa fino ad un dosso con frecce
segnaletiche: trascurata la traccia contrassegnata n° 30
(diretta all'Albergo Ponticello, vedi itinerario Ai
piedi della Croda Rossa), si scende un breve pendio e si
prosegue in quota lungo la n° 28, che taglia alla base i
pendii carsici del Giavo Grande e, attraverso splendidi pascoli (ometti e pali infissi nel terreno,
orientamento non facile in caso di scarsa visibilità), si raggiunge la
sella prativa di Campo Latino (2279 m, h
1,00 dalla
Forcella del Camoscio):
magnifiche vedute su Picco di Vallandro, Croda Rossa d'Ampezzo e Croda del
Becco.
Lasciando
a sinistra la mulattiera che scende in breve alla Malga Cavallo di
Sopra (vedi anche itinerario Ai
piedi della Croda Rossa) e seguendo le indicazioni per il Rifugio
Biella, si scende a destra in una verde valletta (cavalli al pascolo) e poi,
con più decisa discesa, si raggiunge un bivio: si segue il sentiero di
destra che, attraverso successive balze erbose, consente di perdere
velocemente quota. Raggiunto un piccolo laghetto (quasi sempre asciutto a
fine stagione), si continua a scendere per un’erta valletta con radi
alberi fino al bivio con il sentiero n° 1, diretto al
Rifugio
Biella (magnifica veduta sul Lago di Braies, cartelli). Una brevissima risalita a destra ed una
successiva, lunga discesa attraverso impervi ghiaioni conducono ai mughi
che precedono il Lago di Braies (h 1,35 da Campo Latino, vedi anche
itinerario Attorno
alla Croda del Becco in senso inverso).
Aggirato il lago, indifferentemente da un lato o
dall’altro (verso sinistra meno ripido), si ritorna ai parcheggi ed alla
macchina.