Dal parcheggio si
imbocca la larga strada asfaltata a pedaggio per Pratopiazza
(segnavia n° 37);
di fronte incombono le dirupate pareti rocciosa della Croda Scabra
(2181 m). Tagliati per scorciatoie i primi due tornanti, si abbandona
definitivamente la strada per seguire una carrareccia che, sulla destra,
si inoltra in piano di fianco al Rio di Stolla (segnavia n° 18).
La carrareccia, a tratti molto rovinata da frane e smottamenti, prosegue
lungamente di fianco al ruscello, oltre il quale si elevano piccole
paretine rocciose. Superata una intermittente sorgente (fondo stradale in
condizioni disastrose), si lascia sulla sinistra un altro tronco stradale
proveniente dalla carrozzabile asfaltata, e si raggiunge un'ampia radura
erbosa con steccati per il bestiame (1747 m, h
0,50): l'Alpe Stolla.
Attraversati i prati, un sentiero
prosegue in ripida salita su un franoso pendio terroso, oltre il quale
continua con salita meno ripida all'interno di un bel bosco. Superato il
rio e risalita l'opposta sponda, si aggira uno sperone e si esce dagli
alberi in corrispondenza della minuscola Malga Stolla
(1980 m, h
0,25 dall'Alpe Stolla, servizio di ristoro). Risalito ancora un ripido strappo,
si giunge ad un poggio da cui appaiono alla vista, ormai vicini, i prati
di Pratopiazza, dominati dall'imponente Picco di Vallandro
(2839 m). Di lì a poco si incontra un bivio: trascurata la traccia di
sinistra, che conduce a Pratopiazza (segnavia n° 3a)
e a Cimabanche per la Val dei Canòpi (prosecuzione del segnavia n° 18),
si prosegue a destra, lungo il segnavia n° 3,
scavalcando un dosso boscoso e scendendo brevemente al piccolo circo alla
testata di Val Stolla.
Da qui si prende a salire decisamente la
costa alberata che, più in alto, origina la bastionata delle Cime
Gampale (2705 - 2765 - 2702 m): splendide vedute, a tratti, su Picco
di Vallandro, Cristallo, Tre Cime. Doppiato il costone,
si raggiunge la soglia di un magnifico circo di prati e di rocce carsiche
(Gumpalpboden), dominato dalla sanguigna parete Nord Est della
Croda
Rossa d'Ampezzo (3146 m, h 0,45
da Malga Stolla).
Attraversato il circo, il sentiero risale la bastionata che lo chiude a
monte (e che sorregge l'alto Cadin del Ghiacciaio) verso destra,
tra ghiaie e terra, fino ad un'ampia sella ghiaiosa che domina il Cadin
del Ghiacciaio e tutto il versante Nord della Croda Rossa.
Bella veduta anche sui sottogruppi del Signore e del Campo
Cavallo.
Si traversano dall'altra parte i ripidi ghiaioni alla base
della Crodaccia (2531 m) e si scende ad una più bassa selletta
erbosa, dalla quale si scende ancora abbastanza decisamente verso un altro
ampio circo ghiaioso racchiuso tra Crodaccia, Crodaccia Alta
(2967 m) e Crodetta (2445 m, h 0,45
dal Gumpalpboden).
Attraversata la conca detritica, si risale brevemente dall'altra parte,
verso lo spigolo della Crodetta, che si doppia per una comoda
cengia con fune metallica. Altre funi consentono di superare una zona
friabile e dirupata (facile) e di raggiungere i prati e i boschi che
consentono di perdere quota fino ad incrociare la carrareccia n°
4, proveniente da Ponticello, nei pressi della
caratteristica Malga Cavallo di Sopra (2142 m, h
0,45 dal circo ghiaioso, servizio di ristoro). Da qui, volendo, si può scendere a
Ponticello in h 1,15.
E' però
consigliabile proseguire, oltre la malga, sulla carrareccia n° 3-4
che, con moderata salita fra splendidi prati, risale i pascoli fino
all'ampia sella erbosa di Campo Latino (2279 m, h
0,20 dalla malga). Magnifiche vedute su Croda Rossa e Croda
del Becco.
Da qui si prosegue verso destra sul segnavia n° 28
(per la verità in questo primo tratto poco evidente) che, seguendo gli ometti e qualche palo infisso nel terreno, traversa alla base del
Giavo
Grande (2480 m) e si dirige verso l'ampia Forcella del Camoscio
(vedi anche itinerario Sasso
del Signore in senso inverso). Giunti ad un bivio ai piedi di un colle
erboso, si abbandona il segnavia n° 28
per prendere il n° 30
(all'inizio poco evidente, segni rossi su pietre ma niente tracce) che
scende decisamente verso destra e si immette nella selvaggia Val Rio
delle Casere.
Con ripida discesa tra erba e mughi, i segnavia
conducono sul fondovalle in corrispondenza di una forra: la traccia, qui
più marcata, attraversa il greto del torrente e risale la sponda opposta,
poi taglia in piano superando diversi tratti franati che richiedono
attenzione. Trascurata a sinistra la traccia diretta a Malga Posta
(variante più lunga), si riattraversa il torrente e, presso una fresca
sorgente, si entra definitivamente nel bosco. Con discesa a tratti
ripidissima, il sentiero scende ora alla base del Giavo Piccolo:
raggiunto un poggio alberato, si scende ancora a sinistra e si raggiunge
l'ampio fondovalle della Val Cavallo e la carrareccia n° 4.
Seguendola verso sinistra, si scende in breve a Ponticello ed al
parcheggio (h 1,45 da Campo Latino).