Attraversato il
torrente, si risale la Val di Landro verso Sud per poche centinaia di
metri, fino alle costruzioni di una piccola centrale elettrica; si prende
allora a destra la ripida carrareccia che inizia a salire nel fitto bosco
(segnavia n° 33). Il tracciato, presto, risulta rovinato da episodi
alluvionali, ma il passo non è mai impedito mentre con fitta serie di
tornanti, a tratti molto ripidi, si risale il pendio boscoso, con begli
scorci sul Gruppo dei Rondòi-Baranci. Il sentiero raggiunge il filo di un
costone che divide due profonde e selvagge forre, e lo risale in migliori
condizioni, ma sempre molto ripidamente, fino ad una panchina panoramica,
da dove la pendenza diminuisce sensibilmente e si entra in uno splendido,
selvaggio bosco.
Poco dopo (1912 m, h 1,15), si lascia a destra la traccia
per Malga Vallettina (Flodige Alm, indicazioni, servizio di
ristoro) e si prosegue in moderata
pendenza nel rigoglioso sottobosco: ogni tanto, tra gli alberi, appaiono
le imponenti pareti delle Crèpe di Valchiara, contrafforti del Picco di
Vallandro. Superata una prima
radura, si rientra temporaneamente nel bosco
per riuscirne poco dopo, in corrispondenza del fondovalle, ai piedi dei
vasti ghiaioni discendenti dalle altissime pareti del Picco di
Vallandro.
In uno splendido ambiente alpino, tra prati, massi e radi
alberi, si
risale con dolce salita la testata della Vallettina, con belle vedute
sui gruppi dei Rondòi-Baranci
e delle Tre Cime di Lavaredo, oltre la Val di Landro.
Risalito un breve
ghiaione, si attraversa una zona di mughi e si raggiunge un bivio:
trascurata la prosecuzione verso Forcella Vallettina e Pratopiazza, si
prende a destra e, con pochi tornanti fra i mughi, si raggiunge Forcella
Flodighe (2163 m, h 1,15 dal
bivio per Malga Vallettina, staccionata
in legno), aperta ai piedi della piccola, rocciosa Punta Serla. Imponente visione sul Picco di Vallandro,
che domina proprio di fronte.
La rapida discesa
sull'altro versante possibile (neve ad inizio
estate) conduce sui vasti pendii prativi
dell'Alpe Serla, in corrispondenza dell'omonimo passo (2099 m,
h 0,20 dalla forcella). La
vista si apre anche sulla zona di Braies e sulla Croda Rossa.
Tralasciata
la traccia n° 14, che scende direttamente alla
Malga Serla (eventuale
possibilità di accorciare la gita), si prosegue lungo lo spartiacque
erboso, si transita presso una pittoresca baita (sorgente) e, con alcuni
dentro e fuori nel bosco, si raggiunge un'ampia forcella erbosa, ai piedi
dei ripidissimi pendii sommitali del Monte Serla. Seguendo le indicazioni
dell'"Alta Via delle Dolomiti n° 3", si rimonta la cresta
baranciosa, si
trascura una diramazione a sinistra per la vicina vetta del Monte Lungo
(2282 m) e si prosegue fino alla Forcella Serla (2226 m, h 1,30 dal Passo Serla), dove giunge l'itinerario
che sale dalla Valle di Braies.
Proseguendo per
una traccia in costa, tagliando con percorso a tratti esposto ripidi prati
e roccette (qualche facilissima
corda fissa), si tocca una esile selletta e, con gli ultimi tornanti, la
grande croce di vetta del Monte Serla (2378 m, h 0,20 da Forcella Serla).
Magnifica veduta, oltre che su Croda Rossa d'Ampezzo, Picco di Vallandro, Dolomiti
di Braies e di
Sesto, anche su tutta la Val Pusteria e sulla cresta di
confine.
Tornati a Forcella Serla ed alla successiva forcella erbosa, si
scende a sinistra (versante Val di Landro) per prati non troppo ripidi,
all'inizio in assenza di tracce. Superato un recinto ed attraversato un
ruscello a destra, si individuano i primi segni rossi su alcuni alberi,
seguendo i quali si entra presto nel lussureggiante bosco di abeti.
Badando a non perdere di vista i segni (in alcuni tratti la traccia è
impercettibile), si scende molto ripidamente, si attraversa una bella
radura erbosa e, con un ultimo tratto di discesa, si raggiungono i ripidi
prati dove sorgono alcune pittoresche costruzioni, tra cui la Malga Serla
(1720 m, h 0,30 dalla forcella,
normalmente chiusa al pubblico).
Da qui, seguendo una larga carrareccia, si inizia a
scendere verso la Val di Landro: dopo un primo breve tratto di discesa
moderata, la pendenza aumenta a dismisura, sfiorando in alcuni tratti la
"quasi verticalità": ciò consente una discesa rapida e, con
alcune belle vedute sul Lago di Dobbiaco, si tocca il fondovalle nei
pressi di un'altra centralina elettrica, poco a Sud del lago stesso.
Risalendo la
valle lungo il torrente, si ritorna in breve al Cimitero austriaco
(h 1,00 da
Malga Serla).