Si imbocca la
larga rotabile (inizialmente asfaltata) che prende a risalire con moderata
pendenza gli splendidi prati, con fantastica vista sulla testata della
Val
Cigolè: Cima dell'Uomo, Punta Cigolè, Sasso di
Valfredda. In breve si raggiungono le isolate baite di Colcodè, in idilliaca
posizione e, dopo aver incontrato l'altra carrareccia proveniente
direttamente dal Passo di San Pellegrino (vedi anche itinerario La
conca di Fuchiade), si raggiunge il bel Rifugio
Fuchiade (1974 m, h 0,20).
Subito
dopo il fabbricato, quando la larga mulattiera volge in direzione della Valfredda
e della Forca Rossa (vedi anche itinerario Forca
Rossa), si incontra un bivio (cartelli): trascurato il sentiero
principale, si prende quello che prende a risalire più decisamente i
vasti prati alla testata della valle (segnavia n° 607).
Dopo un lungo traverso in costa, si raggiunge un bel ripiano erboso dove
scorre il Rio Cigolè, posto alla confluenza nella Val Cirelle (in
alto a sinistra) del lungo ed ampio canalone cui fa capo la selvaggia
Forcella
del Bachèt (2836 m, a destra).
Oltre il rio la traccia riprende con
ampi e ripidi tornanti a risalire il costone erboso di fronte, con belle
vedute sulle lontane Pale di San Martino. Al culmine del costone si
raggiunge l'inizio degli immani ghiaioni alla testata della Val Cirelle, sui
quali la traccia si inerpica con diverse varianti, tutte grosso modo
equivalenti. Risalita la prima parte dell'arido ed aspro vallone, si
trascura la prosecuzione diretta della Val di Tasca (cartelli per Cima
dell'Uomo) e si devia decisamente verso destra, per risalire con ampi
e ben tracciati tornanti l'ultimo immenso ghiaione che fa capo al largo
Passo
delle Cirelle (2683 m, h 2,10 da
Fuchiade).
Oltre una piccola conca detritica sovente innevata si apre la vista
sull'alta Val Contrìn, con l'elegante piramide del
Sasso Vernàle
(3054 m) che precede la più bassa cresta delle Cime di Ombretta e
la spettacolare parete Sud della Marmolada.
Da qui merita
senz'altro la salita, lungo il pendio detritico immediatamente a sinistra,
alla Cima Cadìna Orientale (2885 m, h 0,30
dal passo),
da cui si gode una spettacolare veduta sull'ardita e vicinissima
Cima
dell'Uomo (3003 m).
Dal passo, si trascura il sentiero
principale, che scende verso il Rifugio
Contrìn, per imboccare
l'evidente traccia (segni rossi ed indicazione per il Rifugio
Fàlier su un masso) che prende a tagliare, con alcuni faticosi
saliscendi, le pendici nord-occidentali della Punta Cigolè (2815
m) e della Cima d'Ombrettòla (2931 m). Facendo attenzione ad
alcune roccette ed alle lingue di neve, presenti fino a stagione
inoltrata, si prosegue in un ambiente
lunare, costituito solo di rocce e
detriti. Risalito un ultimo valloncello, con notevoli resti di
trinceramenti della Prima Guerra Mondiale, si raggiunge la sommità di un
costoncino che sovrasta di pochi metri il solitario Passo d'Ombrettòla
(2864 m, h 1,00 dal Passo delle
Cirelle), dal quale appare alla vista il selvaggio
Vallon d'Ombrettòla
e l'abitato di Malga Ciapèla.
Da qui ha inizio la facile cresta
Sud del Sasso Vernàle, che costituisce la più logica via di salita
alla cima. Scesi dunque di pochi metri sul versante Ombrettòla, si
taglia la base della cresta presso un terrapieno della guerra e si
prendono a risalire per una traccia ex-militare le prime
roccette.
Nonostante la facilità del percorso, occorre comunque fare attenzione ad
una certa esposizione ed alla diffusa friabilità della roccia. Sempre
seguendo le evidenti tracce di passaggio, aiutati anche da alcuni ometti,
si raggiungono con fatica ma facilmente le ultime roccette che precedono
la comoda cima del Sasso Vernàle (3054 m, ometto, h 0,40 dal
Passo d'Ombrettòla). Panorama veramente eccezionale sulla vicinissima Marmolada,
sulle Cime d'Ombretta, su tutta la Val
Contrìn, la
Valle di San Nicolò, la
Val Franzedàs, le Pale
di San Martino e sulle cime dell'Ombrettòla, dell'Uomo e dell'Àuta.
Ritorno per la stessa via in h
3,00: in particolare, la discesa dei vasti ghiaioni del Passo
delle Cirelle risulta velocissima ed entusiasmante!