Montalòn 2501 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO LAGORÀI-CIMA D'ASTA)

SCHEDA N. 29

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

FOTOPERCORSO MAPPA

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Scesi brevemente a Castello e Molina di Fiemme (928 m, 23 km da Egna-Ora), si imbocca la selvaggia Val Cadino verso il Passo Mànghen, fino ad un ampia curva verso destra, presso il Ponte delle Stùe (1240 m, 8,5 km circa da Molina di Fiemme), dove sbocca l'omonima valle (parcheggio).

b) Da Trento Nord (uscita della A22 del Brennero) si risale la prima parte della Valsugana fino a Borgo Valsugana (41 km da Trento Nord), dove si svolta a sinistra per risalire la Val Calamènto fino al Passo Mànghen (2047 m, 24 km da Borgo Valsugana). Si scende quindi nella selvaggia Val Cadino fino ad un'ampia curva verso sinistra, presso il Ponte delle Stùe (1240 m, 8,5 km circa dal Passo Manghen), dove sbocca l'omonima valle (parcheggio).

 

ITINERARIO

Si prende l'ampia carrareccia sterrata che si inoltra nel fitto bosco (segnavia n° 318) e che si mantiene costantemente vicina al torrente con modeste pendenze. Più in alto, lasciata a sinistra una diramazione diretta alla lontana Malga Inferno, si esce in una prima ampia radura: su un dosso a monte della carrareccia sorge il fabbricato della Malga Stùe Bassa (1415 m, h 0,40). 

Rientrati nel bosco, si supera un breve tratto un po' più ripido e si raggiunge una seconda, più ampia spianata erbosa, dove sorge la Malga Stùe Alta (1549 m, h 0,20 da Malga Stùe Bassa): superato un nuovo tratto boscoso, con alcuni brevi e morbidi tornanti si tocca la grande Malga Cazzòrga (1845 m, h 0,30 da Malga Stùe Alta), costituita da un grande stallone ed alcune più piccole costruzioni, fra cui un ricovero di emergenza sempre aperto. 

Proprio davanti alla porta del grande edificio adibito a stalla, stacca la traccia che conduce alla Forcella del Montalòn (tabelle); si abbandona quindi la mulattiera principale (vedi anche itinerari In Valle delle Stùe e Traversata Busa Grana - Cima Inferno) e si scende sul prato antistante la malga (qui la traccia non è molto evidente) fino ad attraversare il vicino torrentello. Oltre questo, si rinviene una marcata mulattiera che sale sul versante opposto della valle; dopo avere costeggiato una fitta macchia di arbusti, il sentiero entra brevemente nel rado bosco di conifere per uscirne dopo pochissimo, nuovamente in campo aperto. Con pendenza moderata si sale per prati fino a raggiungere un’ampia e bellissima spianata erbosa: oltre questa, oramai in vista della larga forcella, si sale ancora un poco e, lasciato sulla sinistra un laghetto spesso asciutto a fine stagione, si giunge all’ampia insellatura della Forcella del Montalòn (2133 m, h 0,30 da Malga Cazzòrga), posta tra la Pala del Becco e la Cima delle Buse. Oltre la forcella, un poco più in basso, occhieggia il bel Lago del Montalòn, mentre sul fondo della valle è bene in vista la grande Malga Cazzòrga con alle spalle il lungo crinale erboso che va dai becchi rocciosi del Cimòn del Terzo fino ai rilievi oltre il Cimòn di Busa Bèla. 

Dalla forcella (tabelle) si piega a sinistra sul ben marcato sentiero diretto alla Forcella di Valsorda; la traccia prosegue mantenendosi in quota e, dopo h 0,20 circa, si giunge ove il sentiero doppia il costolone nordoccidentale della Cima delle Buse (circa quota 2200 m). 

Qui, prima che il sentiero scenda leggermente verso una conca di grossi massi, occorre deviare dalla traccia principale: una vecchia mulattiera di guerra piuttosto ben marcata (ometti) risale il costone prativo della Cima delle Buse fino a piegare decisamente a sinistra per entrare in un valloncello invaso da blocchi e grossi massi. Si continua a seguire la mulattiera e, oltre un breve canalino, si piega a destra (ometti) per raggiungere una conca posta nella parte superiore del vallonetto. La mulattiera prosegue e, sempre guidati da abbondanti ometti di pietra, si giunge ad una sorta di bivio; una traccia piega a destra e, aggirato un costone erboso, risale la cresta della Cima delle Buse, mentre gli ometti guidano a sinistra, verso una marcata e abbondantemente fortificata depressione di cresta (2413 m, h 1,00 dalla Forcella del Montalòn). Da qui la piatta sommità del Montalòn è già ben visibile e contraddistinta da un grosso ometto di pietre. 

Si prosegue dunque verso sinistra percorrendo l’ampia cresta lungo tracce di guerra, fino a giungere al luogo ove probabilmente si trovava una cucina da campo (resti di stufe economiche e grossi tronchi in parte ancora accatastati); da qui una traccia prosegue proprio sopra la postazione attraverso una più stretta crestina di erba che, in breve, porta sulla sommità del Montalòn (2501 m, h 0,15 dalla depressione di cresta). Il panorama è apertissimo e spazia sia verso le erbose cime che digradano verso il Passo Mànghen, sia la più lontana Cima d’Asta; proprio di fronte, invece, la verdissima Forcella di Val Moèna e il sottostante Lago delle Stellùne. 

Dalla cima, per la discesa, occorre riconnettersi alla traccia che, passando per il bel Lago delle Stellùne, si dirige alla Forcella di Valsorda; si può quindi tornare sui proprio passi fino al punto in cui si era abbandonato il sentiero oppure, più avventurosamente, proseguire lungo la cresta sfruttando al meglio le tracce di guerra ancora esistenti, per poi calare verso la traccia segnata. 

In quest’ultimo caso, occorre tornare alla ex cucina da campo, e da qui proseguire fino a giungere ad una depressione di cresta. Per roccette, ci si cala abbastanza facilmente all’intaglio, si aggira un dente roccioso (salibile con l’ausilio di scalette di pietra) passando brevemente sul versante opposto e si prosegue infine ancora per la cresta, ora ampia ed erbosa, fino a che il pendio che scende verso il sottostante Lago delle Stellùne non si fa meno ripido. Si scende dunque liberamente per erba prima e poi per una fastidiosa pietraia fino a raggiungere la traccia segnata. Da qui, proseguendo in falsopiano proprio sopra al Lago delle Stellùne, si giunge ad un bivio ove una vecchia tabella segnala la possibilità di scendere subito ad intercettare la mulattiera diretta alla Malga Cazzòrga senza continuare fino alla Forcella di Valsorda. 

Raggiunta quindi la mulattiera di fondovalle (h 1,15 dalla cima), si scende per i bei prati della parte alta della Valle delle Stùe fino a raggiungere gli abbandonati edifici della Malga Cazzòrga Alta, superata la quale si giunge in breve alla Malga Cazzòrga. 

Da qui, lungo il percorso seguito all’andata si ritorna alla macchina (h 1,00 circa).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa

DISLIVELLO

1450 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

ottobre 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bella escursione attraverso luoghi poco frequentati; facile l’orientamento, anche se il percorso si svolge in parte al di fuori dei sentieri segnati..