Traversata Busa Grana - Cima Inferno

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO LAGORÀI-CIMA D'ASTA)

SCHEDA N. 28

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Scesi brevemente a Castello e Molina di Fiemme (928 m, 23 km da Egna-Ora), si imbocca la selvaggia Val Cadino verso il Passo Mànghen, fino ad un ampia curva verso destra, presso il Ponte delle Stùe (1240 m, 8,5 km circa da Molina di Fiemme), dove sbocca l'omonima valle (parcheggio).

b) Da Trento Nord (uscita della A22 del Brennero) si risale la prima parte della Valsugana fino a Borgo Valsugana (41 km da Trento Nord), dove si svolta a sinistra per risalire la Val Calamènto fino al Passo Mànghen (2047 m, 24 km da Borgo Valsugana). Si scende quindi nella selvaggia Val Cadino fino ad un'ampia curva verso sinistra, presso il Ponte delle Stùe (1240 m, 8,5 km circa dal Passo Mànghen), dove sbocca l'omonima valle (parcheggio).

 

ITINERARIO

Si prende l'ampia carrareccia sterrata che si inoltra nel fitto bosco (segnavia n° 318) e che si mantiene costantemente vicina al torrente con modeste pendenze. Più in alto, lasciata a sinistra una diramazione diretta alla lontana Malga Inferno, si esce in una prima ampia radura: su un dosso a monte della carrareccia sorge il fabbricato della Malga Stùe Bassa (1415 m, h 0,40). 

Rientrati nel bosco, si supera un breve tratto un po' più ripido e si raggiunge una seconda, più ampia spianata erbosa, dove sorge la Malga Stùe Alta (1549 m, h 0,20 da Malga Stùe Bassa): superato un nuovo tratto boscoso, con alcuni brevi e morbidi tornanti si tocca la grande Malga Cazzòrga (1845 m, h 0,30 da Malga Stùe Alta), costituita da un grande stallone ed alcune più piccole costruzioni, fra cui un ricovero di emergenza sempre aperto. 

Si risale a questo punto il pendio erboso di sinistra, subito a destra di una piccola forra con rio, fino ad incrociare una marcata mulattiera che taglia con lungo traversone dall'alto la radura, rientra nel bosco e, con salita piuttosto ripida, rimonta un prato sulla sinistra (paletti infissi nel terreno). Si apre la vista sulla parte alta della vallata: di fronte l'imponente Cima delle Stellùne (2605 m), a sinistra tutta la dorsale erbosa con rocce affioranti che, attraverso il Cimòn del Terzo e la Busa Grana (2510 m), si collega con la lontana Cima Inferno, a destra le rocciose pareti fasciate di ghiaie del Montalòn e della Cima delle Buse.

Oramai nella parte superiore della valle, si incontra un pittoresco ripiano erboso poco a valle della mulattiera, dove sorgono i resti di Malga Cazzòrga Alta (1976 m) e l'abbandonato Baito delle Stellùne (h 0,25 da Malga Cazzòrga). 

Oramai fuori dal bosco, per successivi ripiani erbosi si aggira un evidente dosso e si giunge in vista dell'appartata conca glaciale dove giace il bellissimo Lago delle Stellùne (2091 m, h 0,35 da Malga Cazzòrga Alta), che però rimane leggermente sotto la mulattiera e che, volendo, si raggiunge con breve digressione (vedi anche itinerario In Valle delle Stùe). 

Poco dopo tabelle invitano a risalire direttamente il pendio erboso a sinistra in direzione dell’ampia insellatura della Forcella di Val Moèna. Si segue la traccetta (ora assai poco marcata) fino a che, superato un ripiano erboso subito prima dell’ultimo pendio che porta alla forcella, occorre deviare dal sentiero segnato: un piccolo ometto nei pressi di un tornante segnala ove si deve imboccare un sentierino (ometti lungo il percorso) che, tagliando in costa il pendio, consente di aggirare i primi affioramenti rocciosi sulla sinistra della Forcella di Val Moèna fino a portarsi alla forcelletta (quota 2295 m) posta proprio sotto i picchi rocciosi del Cimòn del Terzo (h 0,30 dal lago). 

Da qui si continua a traversare in costa seguendo alla meglio una vaga traccia diretta ad un minuscolo ricovero dal tetto in lamiera: giunti ad un pulpito erboso, oltre un grosso ometto di sassi, si prosegue fino ad un grande tronco adagiato parallelamente alla traccia. Qui occorre abbandonarla e salire un breve canalino erboso che, in breve, consente di guadagnare la cresta tra il Cimòn del Terzo e la Busa Grana. Si rinviene un più marcato sentierino che, seguendo l’ampio crinale, porta verso la bella croce di vetta della Busa Grana: oltre un primo tratto quasi in piano, la pendenza aumenta e, superata qualche banale roccetta, si guadagna la panoramica cima della Busa Grana (2515 m, h 0,30 dalla forcelletta, croce e libro di vetta). Da qui è perfettamente a vista tutto il resto dell’itinerario che, passando per la doppia cima del Cimòn di Busa Bèla, scende e percorre tutta la cresta fino alla lontana Cima Inferno. 

Dalla croce si prosegue dunque sul filo di cresta, scendendo un poco fino a raggiungere i prati che precedono il Cimòn di Busa Bèla (2451 m); il panorama è apertissimo e molto belle sono le vedute sulla sottostante Val Foràme e sulle montagne circostanti, oltre che sulla porzione di cresta appena percorsa. 

Scesi ulteriormente e in maniera un poco più decisa, ci si porta ad una insellatura da cui è necessario risalire per guadagnare la sommità del primo di due dossi erbosi posti in rapida successione lungo la cresta. Oltre il secondo, si scende leggermente sempre per ampio crinale e si raggiunge un vasto prato che precede l’ultimo dosso (ometto sulla cima) prima della Cima Inferno. Seguendo la traccetta, si risale l’ultimo ripido pendio e, oltre due successivi avvallamenti, si è alla grande croce di vetta di Cima Inferno (2333 m, h 2,00 circa dalla Busa Grana, libro di vetta). Anche qui il panorama è amplissimo, sia verso la Val di Fiemme, sia verso gli scenografici picchi dolomitici, sia verso l’oramai lontana Busa Grana

Dalla croce occorre continuare a percorrere il crinale, ora un poco più stretto, fino ad uscire su un’ampia spianata erbosa già ben visibile dalla cima; da qui, sempre guidati dalla traccia (ora molto più marcata) si prosegue seguendo il larghissimo crinale erboso. Si entra nel rado bosco e, oltre un’ultima radura, con discesa un poco più decisa tra cespugli di rododendri, si raggiunge la sterrata proveniente dalla Malga Inferno. Si piega a sinistra e, sempre per carrareccia, si raggiunge la bella Malga Costòn (1905 m, h 1,00 dalla cima), ove è stato ricavato un piccolo ricovero dotato di cucina economica e di una brandina.

Dalla malga, sempre per carrareccia, si continua la discesa e, superati un paio di bivi, ci si ricongiunge, poco sotto la Malga Stùe Bassa, alla strada inghiaiata che risale la Valle delle Stùe; da qui, brevemente, al parcheggio (h 1,30 dalla Malga Costòn).

 

TEMPO TOTALE

h 8,00 circa

DISLIVELLO

1550 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenatissimi

ULTIMO SOPRALLUOGO

settembre 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bellissima traversata attraverso luoghi poco frequentati; facile l’orientamento, anche se il percorso si svolge in parte al di fuori dei sentieri segnati.