Inizialmente,
si segue la carrareccia che costeggia il Rio Lagorài, assai
impetuoso e ricco di acqua ad inizio stagione, si superano alcuni bivi
segnalati che conducono verso la stazione intermedia dei vicini impianti
del Cermis, fino ad arrivare ad un ponte carrabile in
corrispondenza del quale la carrareccia fa un bivio (località Le Màndre).
Qui occorre proseguire diritto e affrontare la parte più ripida della
strada sterrata (in alcuni punti lastricata) fino ad incontrare sulla
sinistra prima un dosso roccioso solatio e molto panoramico (cascata)
e quindi un bivio a sinistra con indicazioni per "Malga Fratòn".
Oramai con minor pendenza, si arriva ben presto ad un ponticello che
scavalca il Rio Lagorài nel punto in cui precipita nella bella
cascata, e ci si immette nella vasta spianata occupata dal Lago
Lagorài.
La carrareccia costeggia lo specchio d'acqua sul lato
sinistro e, in prossimità della Malga Lagorài (1870 m), si trasforma in sentiero.
Proseguendo diritti, con moderata pendenza e su traccia sempre comoda e
ben segnalata, si risale la valle, detta il
Vallone, fino a che tabelle con indicazioni non fanno deviare
verso destra (a sinistra si raggiungerebbero i Laghetti
di Lagorài).
Salendo in costa con bel panorama sulla valle
sottostante, si giunge in breve alla Forcella
del Macàco che immette nella bella conca dei Laghetti
di Bombasèl. Risalendo il crinale erboso sulla destra, si riesce
ad avere una bella veduta d'insieme dei numerosi specchi d'acqua, il cui
numero varia a seconda della stagione, e del piccolo baito adiacente
(aperto, possibilità di fare fuoco).
Dal
maggiore
dei laghetti, nei pressi di tabelle segnaletiche, stacca la traccia
contrassegnata con il n°
4;
il sentierino si inoltra verso la linea di cresta che congiunge il Castèl
di Bombasèl con il Cimòn del To della Trappola, superando due
piccole vallette, dal fondo pantanoso la prima, ornata da un altro piccolo
laghetto la seconda. Salendo, belle vedute sul più alto dei laghetti e
sulla piramide rocciosa del Castèl di Bombasèl.
Giunti in
h 0,30
circa sulla cresta, la vista spazia verso la
valle dei laghetti e verso la corona di cime della sottostante Val Moèna, mentre davanti è ben chiaro il percorso
da seguire per raggiungere la croce di vetta del Cimòn del
To della Trappola: la traccia prosegue dunque, con scarsi saliscendi,
ora in costa ora in cresta fino alla salitella finale subito prima della
panoramica cima del Cimòn del
To della Trappola
(h
1,00
dai laghetti), da cui si ammira la cresta
appena percorsa al termine della quale è posto il Castèl
di Bombasèl (2535 m).
Sul
lato opposto, sempre per buona traccia, si scende in una ventina di minuti
alla stazione a monte di uno skilift e poi alla Forcella di
Bombasèl
(2180 m). Qui un breve canalino terroso con gradini in legno, conduce ad
un'ampia mulattiera; appena imboccata, subito dopo tre pini sulla sinistra
(ometto), stacca la traccia contrassegnata con il n° 5
che, attraverso una riposta valletta, riporta alla Val Lagorài.
Inizialmente il sentiero è ben segnato e abbastanza evidente, ma più
avanti la traccia tende a perdersi, e i segnavia sbiaditi e la scarsa
frequentazione non aiutano; eventualmente, per un ritorno meno
avventuroso, si può seguire la comoda carrareccia che, in una ventina di
minuti, riporta ai Laghetti di Bombasèl e da qui, per il medesimo
percorso fatto in salita, alla Malga Lagorài.
Volendo
invece proseguire il giro ad anello, occorre scendere e puntare ad una ben
visibile radura dove, nei pressi dei ruderi (poco evidenti) di una baita,
il sentiero si perde in un prato di rabarbaro alpino. Ritrovati i segni
bianco-rossi (un poco distanti, dritti davanti ai ruderi) si riprende il
sentiero, che piega verso sinistra e prende a scendere moderatamente
passando attraverso piccole radure e tratti boscosi. La traccia è
nuovamente abbastanza buona e i segni, anche se sbiaditi, sono abbastanza
frequenti. Avvicinandosi sempre più ad un torrente (bellissimi gli
scivoli di roccia!) si giunge al punto in cui la traccia lo attraversa con
un ponticello, che però è crollato e giace coricato su un fianco di
traverso al fiumiciattolo. Occorre guadare e, in caso di forte portata, è
bene farlo un poco più a monte, risalendo il torrente fino ad un punto in
cui questo appare suddiviso in piccoli rigagnoli, per poi ridiscendere tra
i massi muschiosi fino a ritrovare la traccia. Si entra nel bosco e il
sentiero si fa sempre più marcato fino trasformarsi in mulattiera a
tratti ancora lastricata; la pendenza aumenta e, tralasciata a destra una
deviazione (indicazioni a vernice su un grosso masso), si passa una
piccolissima radura e si giunge ad uno spiazzo dove la traccia si
trasforma nuovamente in carrareccia (arnie sulla destra).
Proseguendo si
incontra una malga in fase di ristrutturazione e in breve ci si
ricongiunge con la strada della Val Lagorài che si segue fino a
ritrovare la macchina.