Ci si inoltra
nell'ampio ed erboso Plan da l'Ega, ai piedi delle ardite pareti
rocciose delle Conturines e, verso destra, del Gruppo di Fanis;
in breve si giunge ad un bivio. Trascurata la traccia di sinistra, diretta
al Col dla Locia ed al Passo Tadèga (vedi itinerario Alpe
di Fanes e Lago Verde), si prende quella di destra, ampia e ghiaiosa,
che comincia presto a salire molto ripidamente nel bosco. Si taglia a più
riprese la pista da sci dell'Armentaròla (una delle poche non
servite da un impianto di risalita) e si continua a salire tra ripide
balze erbose: poggiando nell'ultimo tratto sui contrafforti basali
dell'ardita Cima del Lago (2654 m), il sentiero raggiunge la soglia
glaciale del primo ripiano del vallone (Plan de Lagacciò, 1985 m, h
0,50) dove, sulla sinistra ai margini del bel
prato, sorge il Rifugio
Scotòni (fontana).
Attraversato tutto il vasto ripiano, il
sentiero raggiunge sulla sinistra l'imbocco di un ampio e ripidissimo
canalone roccioso solcato dal rio, che risale con ardito percorso grazie a
terrapieni e gradini artificiali. Piuttosto velocemente, ma con fatica, si
arriva al sommo del canale, su alcuni dossi baranciosi arrotondati,
all'inizio dell'ampio Vallon di Lagazuoi: con pochi passi verso
sinistra si raggiunge il pittoresco Lago Lagazuoi (2182 m, h
0,35 dal rifugio), ai piedi dell'impressionante spigolo Sud
della Torre del Lago, nonchè delle paretone della Cima Scotòni
(2874 m) e della Cima del Lago. In alto, sulla destra, appare la
cima del Piccolo
Lagazuoi, con la stazione della funivia del Falzarego.
Dal lago, trascurato il sentiero che risale il vallone verso la vetta del
Piccolo Lagazuoi (vedi anche itinerario "Sentiero
dei Kaiserjaeger" in senso inverso), una traccia risale i vasti ghiaioni ai piedi della
Cima Scotòni e, con ampio traverso da destra a sinistra, va a raggiungere
l'imbocco del ripido e stretto canalone che sale alla Forcella del Lago,
già ben visibile dal basso. La risalita del canalone, anche se breve,
avviene su ripidi e mobili detriti, per cui richiede passo sicuro e
prudenza: raggiunta la conca detritica superiore, in pochi minuti si
giunge all'ampia insellatura della Forcella del Lago (2486 m, h 0,45
dal lago). Magnifica veduta sulle Conturines, che svettano al di
là del vallone che sale al Passo Tadèga, nonchè sul Gruppo di
Fanis, con le imponenti Cime di Fanis di Mezzo (2989 m) e Nord
(2969 m), in alto sulla destra.
Dalla forcella un comodo sentiero, con
pendenza moderata, scende per ondulati dossi erbosi e detritici in
direzione del Passo Tadèga: tagliato alla base il vasto e solitario Vallòn de Ciampestrin, dominato in alto dal
Monte Cavallo
(2912 m), si attraversano alcune frane e si tocca il fondovalle poco prima
del Plan de Sumorònes, ameno pascolo per il bestiame. Continuando
sull'ampia mulattiera, con lievi saliscendi, si supera il Passo Tadèga
(2157 m, h 1,00 dalla forcella),
tralasciando a sinistra il "Sentiero Tru Dolomieu" (vedi itinerario Piz
Lavarella), e si prosegue per gli ampi pascoli fin nei pressi della Malga
di Fanes Grande (2102 m, h 0,20
dal Passo Tadèga).
Da qui un cartello, sulla destra, indica lo stacco della traccia per il
Vallòn
Bianco. Superato un dosso, la traccia scende in una valletta dove si
immette in una rotabile ex militare che prende a risalire, con pendenza
moderata, gli ondulati prati. Superato un tratto di rado bosco, la
carrareccia prende quota con alcuni tornanti, fino ad un bivio: trascurato
il segnavia VB
(che porta a sinistra nel Vallon del Foss ed alla Via Ferrata di
Furcia Rossa) si prende a destra il segnavia n° 17,
che rasenta alte pareti rocciose per poi abbassarsi in una conca erbosa
allo sbocco del selvaggio Vallòn Bianco.
E' questo un solitario
vallone, per lo più detritico, racchiuso tra le Cime di Furcia Rossa,
il Monte Castello ed il Monte Casale a destra (Est) e le Cime
di Ciampestrin ed il Monte Cavallo a sinistra (Ovest).
Attraversata tutta la conca, il sentiero risale un costone erboso e va a
lambire i giganteschi massi precipitati, in epoca remota, dalla parete
Nord-orientale della Cima di Ciampestrin Nord (2834 m). Con salita
costante ma non eccessiva, la traccia continua la risalita del vallone,
per successivi ripiani detritici, con vista sempre più ampia sull'Alpe
di Fanes e sulle cime che le fanno da
sfondo. Raggiunta la vasta conca
detritica superiore, il sentiero si dirige decisamente verso sinistra, in
direzione dell'ardito cocuzzolo del Monte Castello (2817 m): con
una serie di ripidi tornanti tra il pietrame, si raggiunge la base delle
rocce dove, fra evidenti resti della Grande Guerra, sorge il Bivacco
della Pace, addossato alla verticale parete rocciosa (2760 m, h
2,00 dalla malga).
Raccomandabile aggirare per traccia esposta il
cimotto del Monte Castello, in modo da godere di una vista
veramente mozzafiato sulle Tofane e sulla voragine della Val
Travenànzes.
Ritorno per la stessa via fino al
Passo Tadèga, da
cui nuovamente alla Capanna Alpina attraverso il Col dla Locia
(vedi itinerario Alpe
di Fanes e Lago Verde) in h 2,15.
N.B.:
Proprio di fronte al bivacco, sull'altro lato del vallone, appare bene in
vista una invitante forcella, alla quale sale una traccia di sentiero. Si
tratta della Forcella di Ciampestrin Sud (2737 m), che mette in
comunicazione il Vallòn Bianco con il Vallòn di Ciampestrin,
permettendo apparentemente un itinerario di discesa più rapido. In
realtà detta forcella, se da questo lato è velocemente (e facilmente)
raggiungibile, dall'altro sprofonda, dopo un breve e ripido pendio
ghiaioso, con alte pareti rocciose sul Vallòn de Ciampestrin,
rendendone problematico (e pericoloso) lo scavalcamento.