Si prende il bel
sentiero n° 9
(indicazione per "Forcella del Lago") che, al di là della strada,
attraversa un prato e prende a salire nel ripido, fitto bosco di abeti.
Risalito con molti tornanti il ripido pendio iniziale, la traccia si
inserisce nello stretto valloncello del Fosso Mèsule e,
attraversato un tratto franoso, raggiunge il letto dello spumeggiante
torrentello poco a valle di un salto roccioso con cascata. Attraversato il
ruscello, il sentiero riprende dall'altra parte con altri erti tornanti,
per tornare ad attraversare il rio al di sopra del salto, ai piedi di
un'altra cascata (h 0,45).
Tornati
definitivamente sulla sinistra idrografica del valloncello, si risale il
ripido pendio opposto (il nuovo tracciato passa più a destra della
vecchia traccia dei pastori, che risaliva un canale franoso a ridosso
delle rocce) fino al crinale spartiacque, che si supera all'altezza di una
boscosa selletta (h 0,40
dalla cascata, bella veduta
sul Lago di Dobbiaco).
Dall'altra parte, si apre la vista su di
un'altro stretto, roccioso vallonetto, solcato dal Rigolo del Canile,
e sull'imponente bastionata rocciosa Croda Bagnata - Dosso Piano.
Un tratto di sentiero in falsopiano (in qualche punto un po' esposto, ma
sempre elementare) rasenta lo zoccolo basale del Monte delle Pecore
e, superato un cancello per il bestiame, raggiunge un'altra bella radura
all'inizio di un nuovo tratto boscoso. Si risale il pendio boscoso, con
ripidi tornanti, fino ad uno splendido prato in pendenza (2066 m, h
0,35 dalla selletta
boscosa), da cui appare imponente la verticale parete
meridionale della Croda dei Baranci (2922 m): era questa
l'antica sede della Baita dei Pecorari, antico ricovero di pastori
ormai scomparso.
Proseguendo in salita per dossi erbosi e rado bosco, con
vedute sempre più ampie su Picco di Vallandro, Monte Serla
e sulle Alpi di confine, si raggiunge lo splendido circo terminale
del vallone, da dove appare l'insellatura della
Forcella
del Lago (2545 m) aperta tra Cima Piatta Alta e Cima
Bulla Nord. Una breve discesa conduce sugli splendidi prati in cui è
adagiato il cristallino Lago Malga di Mezzo
(2222 m, h 0,30 dalla ex Baita dei
Pecorari).
Proseguendo sulla
traccia segnata, si costeggiano alcuni immensi blocchi e si attacca il
ripido ghiaione terminale che, con percorso evidente fin dal basso,
consente di raggiungere con fatica ma in breve tempo l'ampia insellatura
di Forcella del Lago (h 0,45
dal lago).
Magnifica veduta, sull'altro versante, su Tre
Scarperi, Paterno,
Croda dei Toni e Tre Cime
di Lavaredo.
Trascurata a sinistra la traccia per la
Cima Piatta
Alta (vedi anche itinerario Croda
dei Baranci), si scende dall'altra parte nel brullo vallone chiamato
Toàl
Erto (bella veduta sull'imponente
Torre dei Scarperi) e, per dossi rocciosi e pendii erbosi, si raggiunge il fondo
della Val Campodidentro all'inizio del vallonetto che sale al Passo
Grande dei Rondòi (a destra). Continuando a seguire in discesa il
sentiero n° 10-11,
si tocca il grande ripiano alluvionale sul fondo della valle e, trascurato
il sentiero a sinistra per la Forcella dei Baranci e a destra per
la Forcella di Toblin si giunge al Rifugio
Tre Scarperi (1626 m, h 1,30
dalla forcella).
Seguendo la larga strada di accesso, in h
0,15 si arriva al parcheggio della Val Campodidentro, da
cui si può tornare al punto di partenza con un altro mezzo o confidando
nell'autostop.