Trascurata una
ripida traccia forestale, si prende il sentierino (segnavia n° 8)
che all'inizio taglia orizzontalmente il pendio, parallelo alla statale.
La traccia inizia ben presto a salire in un bosco lussureggiante, in
ambiente sempre più selvaggio e solitario. Dopo un tratto rovinato per il
ruscellamento, si attraversa il vasto greto petroso del torrente (ometti),
dopo di che si riprende a salire sul versante opposto del vallone, che in
questo tratto fa onore al suo nome (Val dei Baranci). Sull'opposto
versante della Val di Landro, le ardite strutture rocciose del Picco
di Vallandro fanno bel contrasto con i verdi pendii erbosi del vicino Monte
Serla.
Raggiunto lo sbocco di un grande canalone, appare in alto a
destra, oltre gli imponenti contrafforti, lo spigolo
Nord Ovest della Croda dei Baranci (2922 m); il sentiero, in
salita costante ma mai troppo faticosa, risale quindi un risalto boscoso
che sbarra la valle, per uscire su di un vasto ripiano erboso e detritico,
dal quale appare per la prima volta la
Forcella
dei Baranci. A sinistra è ben visibile la Cima
Nove di Dobbiaco (2581 m), con il canalone detritico che fa
capo alla Portella di Cima Nove.
Attraversato il ripiano detritico,
la traccia sale per coste prative lungo il fondo del vallone, fino ad un altro
pittoresco ripiano di erba e massi, dove la
pendenza si fa più moderata. Raggiunta la base dei ghiaioni che scendono
dalla forcella, il sentiero li risale ben tracciato con una serie di comodi
tornanti: a sinistra incombono le imponenti pareti della Rocca dei Baranci
(2966 m), a destra la parete stratificata della
Croda
dei Baranci (2922 m, su cui appare evidente la grande croce)
racchiude, insieme all'ugualmente ardita Piccola Croda dei Baranci
ed alle Torri dei Baranci, una piccola conca detritica in cui, non
visibile da qui, giace in realtà un piccolo laghetto. Un ultimo breve
tratto tra piccoli, caratteristici pinnacoli rocciosi permette di
raggiungere l'ampia insellatura della Forcella dei Baranci (2540 m,
h 2,30). Meravigliose le vedute,
sull'altro versante, su Croda dei Toni,
Paterno
e Tre Cime di Lavaredo.
La discesa sull'opposto versante è
all'inizio piuttosto ripida, su friabili ma facili detriti, poi per pendii
erbosi si scende in Val Pra Brusà. Particolarmente interessanti,
da qui, le vedute sulle altissime e verticali pareti delle Cime
Piatte,
nonchè sulle Torri dei Baranci, alle
nostre spalle. Superato un risalto detritico, il sentiero scende i dolci
pendii erbosi fino all'inizio dei mughi, da dove anche la pendenza si
accentua alquanto. La discesa porta ben presto ad entrare nel bosco, dove
una lunga serie di tornanti fanno perdere quota velocemente. Superato un
rio (presa d'acqua), si discende l'ultimo tratto di fitta boscaglia fino
ad uscire sul fondovalle di Val Campodidentro, poco a monte del Rifugio
Tre Scarperi (1626 m), raggiungibile in pochi minuti (h
1,40 dalla forcella).
Dal rifugio si scende lungo la larga carrareccia che
conduce in breve al parcheggio di Val Campodidentro (h
0,20 dal rifugio), dove è bene disporre di una seconda auto
per tornare al punto di partenza (piuttosto lontano).
In alternativa,
disponendo di due giorni, è consigliabile chiudere l'anello percorrendo
l'itinerario Traversata
di
Forcella del Lago in senso inverso.