Dal
parcheggio si prende l’ampia carrareccia pianeggiante che, oltre l’Albergo
Dolomiti, si inoltra lungo l’aperto fondovalle di Val
Fiscalina: sullo sfondo incombono le altissime pareti di Cima
Undici (3092 m), Croda dei Toni (3098 m) e del complesso Cima
Una - Crode Fiscaline.
La strada, con segnavia n° 102–103,
prosegue fra boschetti e panoramiche radure: dopo una decina di minuti, si
può seguire una variante sulla sinistra attraverso i mughi e le ghiaie al
lato del torrente (indicazioni), in ogni caso si raggiunge in breve lo
spiazzo erboso dove sorge la bella Capanna
al Fondovalle (1548 m, h
0,25).
Da qui si prosegue lungo un buon sentiero, che inizia a
salire un po’ più ripidamente lungo un tratto nuovamente alberato, fino
all’imbocco della profonda Val
Sassovecchio, che si insinua fra il massiccio Cima
Una - Crode Fiscaline e quello dei Tre Scarperi; trascurata la traccia n° 102,
diretta al Rifugio
Locatelli (vedi anche itinerari Val
Sassovecchio e Lastròn
dei Scarperi), si prende la n° 103 che, attraversato il
Rio Sassovecchio, prende a risalire la
Val Fiscalina Alta
lungo lo zoccolo basale della poderosa Cima
Una. Il sentiero alterna tratti a ripidi tornanti ad altri in
traversata od in leggera discesa, ed attraverso rado bosco e detriti
oltrepassa lo sbocco inferiore del Cadin
di Cima Una (poco avvertibile dal sentiero) e rasenta la base
del Pulpito Basso (2357 m).
Splendide vedute sulla fronteggiante parete di Cima
Undici, con in bella evidenza la lunga cengia percorsa dalla "Strada
degli Alpini", sulla verticale parete Nord della Lista
(2413 m) e soprattutto sulla magnifica
Croda dei Toni.
Una lunga serie di gradini di legno consente di superare una
bastionata rocciosa, dopo di che un’altra serie di tornanti lungo una
scarpata rocciosa conduce ai vasti prati della conca superiore della Val
Fiscalina Alta: una traversata a mezzacosta verso destra ed ecco apparire
il Rifugio
Zsigmondy-Comici, sul dosso erboso immediatamente a
destra, raggiungibile in pochi minuti (2225 m, h
1,25
dalla Capanna al
Fondovalle).
Di qui, classica e spettacolare visione della
triangolare parete Nord della Croda
dei Toni, uno degli spettacoli più superbi delle Dolomiti
intere.
Dal rifugio, prendendo una delle molte tracce che
attraversano la vasta conca detritica in direzione della Croda, si
raggiunge l’ampia traccia n° 101-103
("Alta Via delle
Dolomiti n. 5")
che taglia verso sinistra gli immensi ghiaioni e, con salita costante ma
moderata, si dirige verso la larga insellatura di Forcella
Giralba, che separa la Piccolissima Croda dei Toni (2728 m) dal Monte
Giralba di Sopra (2930 m). Oltrepassata una traccia di collegamento
sulla destra con la Forcella
della Croda dei Toni, si raggiunge una conca rocciosa dove giace un
pittoresco laghetto ghiacciato fino ad estate inoltrata (2326 m) e dove
stacca a sinistra il bivio per la "Strada degli Alpini" (h
0,20 dal rifugio).
Consigliabile, a questo punto, la breve
salita a Forcella Giralba
(2431,
h 0,10
dal bivio),
da dove si gode di spettacolari vedute sul versante comelichese della Croda
dei Toni: in basso, nell’ampia conca erbosa alla testata di
Val Giralba Alta, spicca la costruzione del
Rifugio
Carducci, con il bel Lago Nero, eventualmente raggiungibili in una ventina di
minuti.
Ritornati al laghetto, si prende dunque il sentiero n° 101,
che attraversa i dossi detritici della conca e risale dall’altra parte:
a questo punto, merita deviare a sinistra lungo una appena percettibile
traccia di guerra (ometti) che risale la spettacolare cresta detritica
della Lista fino all’aerea
sommità (h
0,25 dal bivio, “foresta” di ometti di
pietra, panorama
mozzafiato su Croda dei Toni,
Cima
Una e su tutto lo svolgimento della
Strada
degli Alpini).
Tornati
ancora una volta al sentiero n° 101, si supera una bastionata
calcarea e, oltrepassato un
dosso, si scende per roccette all’ampio
avvallamento detritico della Busa
di Dentro (bivio per il Monte
Popèra). Attraversato il ruscello, che poco più sotto precipita in
una serie di lunghe e verticali cascate, si risale un ghiaione e si
imbocca la comoda Cengia
della Salvezza, che taglia vertiginosamente la verticale parete della
Spada (2526 m), estrema appendice della
Mitria (2788 m).
Aggirato lo spigolo, si entra nell’incassato vallone della
Busa di Fuori, sempre lungo cenge aeree ma facili, anche grazie al cavo
metallico. Ad un certo punto, la cengia si assottiglia e si abbassa
sensibilmente, tanto da costringere a muoversi carponi: aggirato un aereo
spigoletto, si entra in una impressionante e tetra
gola, che si attraversa
in corrispondenza del canalone ghiacciato che ne costituisce il fondo
(attenzione in caso di ghiaccio vivo!). Oltre la gola, la cengia si fa
nuovamente larga e facile, anche se richiede sempre attenzione, fino al
momento di attraversare sul fondo anche la Busa
di Fuori: si tratta anche qui di un largo e ripido canalone
ghiacciato, che normalmente non dà troppi problemi grazie al cavo
metallico ed alle tacche generalmente ben marcate.
Superato con attenzione
anche questo passaggio, si aggira ancora per cengia facile lo zoccolo
basale dell’ardita Torre
Undici (2820 m), oltre il quale la traccia guida verso l’ampia terrazza che
fascia tutto il fianco occidentale di Cima Undici (Terrazza
Ovest): a tratti, appaiono interessanti vestigia della guerra (muretti, trincee, baraccamenti).
Con lunga traversata un po’
monotona, anche se meritevole per i panorami mozzafiato su Cima
Una, Croda
dei Toni, Paterno
e Tre Scarperi, si percorre tutta la terrazza (attenzione alle placche
di neve residua, generalmente comunque tacche ben evidenti) fino
all’insellatura detritica sullo spigolo della parete Nord, detta Forcella
Undici (2600 m, h
1,40 dal bivio), da dove si apre la vista sul Vallon
della Sentinella, sull’omonimo passo (2727 m, vedi itinerario Passo
della Sentinella per il Vallon Popèra) e sulla Croda
Rossa di Sesto (2935 m). Da qui, volendo, si può raggiungere il
Passo della Sentinella
lungo l’ultimo tratto della "Strada
degli Alpini", più impegnativo di quello appena percorso
anche se più breve.
Scendendo invece verso sinistra, si supera un risalto
di roccia (corde fisse, forse il tratto più aereo dell’intero
percorso,
comunque facile) e, tra evidenti vestigia della
guerra, si raggiunge
un’altra forcella ghiaiosa (probabilmente, nonostante i cartelli, la
vera Forcella Undici), con caverne e postazioni degli alpini. La discesa
dell’ampio canalone detritico
verso destra è facile ma delicata a causa della
estrema friabilità delle ghiaie; più in basso, la traccia migliora
decisamente e si può giungere con sicurezza sul fondo del detritico Vallon
della Sentinella, con belle vedute sull’omonimo
passo.
Attraversato il circo, si scende rasentando le pareti rocciose dei Costoni
di Croda Rossa e, trascurato un bivio per i Prati di
Croda Rossa (segnavia n° 100), si prosegue a scendere
fino alla pittoresca conca prativa dell’Alpe
Andèrta (1958 m, h
1,00 da
Forcella Undici,
ambiente idilliaco).
Ancora una breve discesa poi, presso un altro bivio,
si abbandona la traccia diretta alla Capanna al Fondovalle e si prende, a destra, quella
n° 124
per Campo Fiscalino. Entrati nel
bosco, si tagliano lungamente i ripidi pendii discendenti dai Costoni,
si attraversa un ampio canale ghiaioso (bella veduta sui Tre
Scarperi), e si scende poi con decisione nello splendido bosco ombroso
(lunghe scalinate di legno) fino alla strada asfaltata a breve distanza
dal parcheggio di Campo
Fiscalino (h 1,00 dall’Alpe
Andèrta).