Dal rifugio si
segue la linea del Passo dei Tocci verso destra: trascurata la
traccia n° 117
del "Sentiero
Attrezzato Bonacossa",
che scende con corde fisse nell'ampio vallone detritico alla testata di Val
Campedelle, si prosegue su quella n° 116,
che prende a risalire con ripidi tornanti le ghiaie alla base del Castello
Incantato (2600 m). Tra grandi massi e detriti, si entra quindi
nell'ampio bacino del Cadin del Nevaio, il più esteso dei Cadini
di Misurina, racchiuso tra il Ramo del Nevaio (a destra) e
l'imponente Ramo di San Lucano (a sinistra), che comprende le più
alte vette del gruppo.
Superato un primo tratto nevoso, si raggiunge un
cordone morenico dov'è un bivio: trascurata la traccia per la "Via
Ferrata Merlone-Ceria" alla Cima Cadin di Nord Est, si prosegue
sul fondo del cadin, in direzione della ben visibile Forcella
del Nevaio (2624 m). Raggiunta la testata dell'avvallamento, la
si risale dapprima con pendenza moderata (neve, tracce) poi, una volta
tornati sulle ghiaie, ripidamente lungo un sentierino su mobili detriti e,
da ultimo, con qualche corda fissa ed un paio di scalette (facili) fino
alla bella sella rocciosa di Forcella del Nevaio (2624 m, h
0,45 dal rifugio). Bella veduta su tutto il Cadin
del Nevaio, appena percorso in salita, nonchè sugli arditi
pinnacoli rocciosi che ci circondano.
Da questa forcella un repulsivo
canalone roccioso e ghiacciato scivola quasi verticale nel Cadin della
Neve. La traccia scende invece a sinistra, per friabili ghiaie,
traversando fino
alla vicina e ben visibile Forcella Verzi
(2550 m, h 0,10
da Forcella del Nevaio), aperta fra la Cima Eötvos (2825 m) ed il Campanile Verzi: anche da qui un
insidioso canale roccioso precipita verso il Cadin della Neve,
mentre sull'opposto versante (Cadin delle Pere) una stretta gola
detritica scende sinuosa e, all'apparenza, impercorribile.
Le tracce
portano invece in quest'ultima direzione: la discesa richiede sì
attenzione, ma risulta comunque facile (corde e
scalette nei punti più impegnativi), con vedute bellissime sulle
quinte di roccia incombenti (come l'arditissimo Campanile
Dülfer), fino allo sbocco della gola nel Cadin delle Pere
(h 0,50 dalla Forcella Verzi, cartello).
Da qui, una traccia rimane in costa evitando
perdite di quota: consigliabile comunque la digressione fino al Rifugio
Città di Carpi. Proseguendo quindi la discesa, si raggiunge il fondo
detritico del cadin e, attraversatolo, si prosegue lungo la traccia
proveniente da Forcella della Neve
(ben visibile in alto). Attraverso una zona di grandi massi (le
"pere"), si va a prendere un sentierino che risale una ripida
costa erbosa fino all'esile Selletta Alta di Maràia (magnifico
panorama su Sorapiss e Marmarole):
una ripida discesa fra i prati conduce nel riposante Cadin di Maràia
e, fra erbe e mughi, a Forcella Maràia (testata di Val d'Onge),
dove sorge il pittoresco Rifugio
Città di Carpi (2110 m, h 0,45 dalla base della gola).
Meravigliose vedute su Sorapiss, Marmarole, Croda dei
Toni, Cadini (tabelle topografiche).
Tornati alla
Selletta
Alta di Maràia, si ridiscende nel Cadin delle Pere e,
attraverso una delle numerose tracce, si risale brevemente dall'altra
parte fino ad incrociare la traccia n° 112,
precedentemente abbandonata, che taglia alla base le rocce di Cima Eötvos. La si segue verso
destra, rimanendo alti sul fondovalle di Val d'Onge, per prendere
poi a salire decisamente dopo aver doppiato uno spigolo roccioso. Con
numerosi tornanti, il sentiero si avvicina alle rocce della Cima Cadin
di San Lucano (2839 m, la più alta del gruppo): raggiunta una rocciosa
finta forcella, risale un ulteriore tratto roccioso (ev. neve) fino
alla selletta detritica di Forcella Cristina (2390 m, h
1,00 dal Rifugio Città di Carpi). Fortissimo contrasto fra i solari prati di
Forcella Maràia e la tetra gola-canale del versante opposto. Al di là della
testata della gola, vicinissima, appare la nostra prossima meta: la Forcella
Cadin Deserto (2400 m).
Traversata per ghiaie la testata del
buio canalone, si risale brevemente (placche di neve) fino alla forcella.
Da qui ci si affaccia su di un poco accentuato avvallamento detritico, sul
versante opposto del quale sono ben visibili i numerosissimi tornanti che
salgono a Forcella Sabbiosa.
Scesi
velocemente nell'avvallamento, si tagliano alla base le imponenti pareti
rocciose e si attaccano i tornanti già avvistati precedentemente (tracciati a
regola d'arte) che consentono di raggiungere senza troppa fatica Forcella
Sabbiosa (2440 m, h 0,45 da
Forcella Cristina). Ci si affaccia così al solitario Cadin Deserto
(tributario di Val d'Onge), dominato sull'altro versante dal
frastagliato e misterioso Ramo di Croda Liscia. Di fronte, appare
la Forcella della Torre, con l'ardita
Torre
della Forcella di sentinella.
Da
Forcella Sabbiosa la discesa
non appare agevole, a causa del ripido e franoso canale di terra e sabbia
che scivola verso il Cadin Deserto. La traccia taglia allora le
rocce verso sinistra (corda, facilissimo) fino all'imbocco di un canale
più agevole, che consente di toccare velocemente il fondo del Cadin
Deserto. Attraversato l'avvallamento (possibili avvistamenti di
camosci), una nuova risalita a tornanti porta alla sella detritica di Forcella
della Torre (2400 m): bella veduta su Val Campedelle e sulle
lontane Tre Cime di Lavaredo.
Anche in questo caso la discesa non
si svolge sulla linea del canale principale, ma sui ripidi pendii
detritici di destra (attenzione a qualche punto leggermente esposto), fino
all'ampio vallone detritico alla testata di Val Campedelle.
Incrociato il sentiero n° 117
("Sentiero Bonacossa"), si risale la paretina rocciosa che sorregge
da questo lato il Passo dei Tocci (corde metalliche, facili) fino
al Rifugio F.lli Fonda Savio (2359 m, h 0,45
da Forcella Sabbiosa).