Dal grande parcheggio, affollatissimo d'estate, si prende la larga
stradetta che pianeggia alla base delle Tre Cime: lasciata sulla
destra una traccia (n° 104)
che scende con numerosi tornanti nel profondo Vallon di Lavaredo
(confluente più in basso in Val Marzòn, tributaria di Ansiei),
si raggiunge in breve una graziosa cappelletta (Cappella degli Alpini,
2314 m, h 0,15), da dove si amplia la
vista sulla Catena delle Marmarole e sui settori più selvaggi dei Cadini
di Misurina (soprattutto sul Ramo di Croda Liscia).
Oltre la
cappella, si tocca in breve un ampio ed ondulato altopiano erboso (Piani
di Lavaredo), che verso Sud precipita però con bruschi salti rocciosi
sul selvaggio Vallon di Lavaredo, al cui centro sorge il bel Rifugio
Lavaredo (2344 m, h 0,10
dalla cappella).
Dal rifugio si prosegue sull'ampia carrareccia diretta a Forcella
Lavaredo (2454 m, ben visibile di fronte) ma, superati un paio di
tornanti, presso un ricovero militare diroccato, la si abbandona per
seguire a destra la larga mulattiera n° 104
(cartelli), che scende in breve ai Laghi di Lavaredo (2405 m).
Oltre le piccole pozze, il sentiero scende più decisamente, tagliando
alla base gli immensi ghiaioni basali della Croda Passaporto (2701
m): belle vedute sugli arditi torrioni di questo complesso roccioso (Torre
Pian di Cengia, Torre Quattro Laghi, Torre Tito). Dopo
un buon tratto in discesa piuttosto decisa, si raggiunge l'ampia e
pianeggiante conca sottostante il vasto Cadin Passaporto: in fondo
al cadin spicca la vetta del Monte Paterno (2744 m) affiancato
dall'aguzza Cresta del Camoscio. Dalla parte opposta, invece, i
prati terminano bruscamente per inabissarsi nella profonda Val di Cengia.
Tagliata con ampio semicerchio la conca prativa (regno delle marmotte), si
attraversa con qualche saliscendi tutta l'ampia testata della Val di Cengia (a destra un paio di tracce convergono nel sentiero n° 107,
vedi anche itinerario Traversata
del Marden), dopo di che qualche tornante consente di raggiungere il
bel Lago di Cengia (2324 m, h 1,00
dal Rifugio Lavaredo), adagiato nel vasto ripiano erboso e
detritico del Pian di Cengia Basso. In alto a destra domina il Monte
Cengia (2559 m).
Attraversato il ripiano, e lasciato a sinistra un
monumento agli Alpini caduti, la mulattiera, qui quasi carrareccia, prende
a salire più decisamente con una lunga serie di tornanti, fino ad un
bivio ormai ai piedi delle rocce: trascurato a destra il sentiero n° 107
diretto alla Forcella della Croda dei Toni (vedi itinerario Traversata
del Marden), si prende a sinistra il n° 104
che, con breve salita, sbuca poco dopo nel superiore ripiano detritico (Pian
di Cengia Alto).
Attraversatolo, riprende la salita in diagonale lungo
un pendio erboso e detritico fino all'ampia insellatura di Forcella
Pian di Cengia (2522 m, h 0,30 dal
Lago di Cengia). Magnifiche vedute su Croda dei Toni e Tre
Scarperi.
Seguendo la traccia lungo il filo di cresta verso destra, si
supera un tratto roccioso grazie ad una larga cengia (tronchi) e, con
percorso sinuoso, si raggiunge in breve il grazioso Rifugio
Pian di Cengia (2528 m, h 0,10 dalla
forcella). Spettacolare vista sulla Croda dei Toni!
Dal rifugio si
prende la traccia segnata (cartello) che prende a risalire gli uniformi
tavolati detritici che scendono regolari sulla testata di Val Fiscalina
Alta. Superata una zona di trinceramenti, si giunge in prossimità
della cresta, all'altezza dello stacco della breve cresta della Cima
Ovest delle Crode Fiscaline (2635 m, raggiungibile con alcuni brevi
passaggi di I°+); la traccia prosegue invece verso destra, quasi
pianeggiante. Fiancheggiata una profonda e ben conservata trincea, si
scende brevemente ad una stretta forcella: mentre sull'alta Val
Fiscalina il pendio scende uniforme e poco ripido, sull'opposto
versante di Val Sassovecchio un impressionante canale roccioso si
inabissa con un salto di 500 m. Proseguendo, si
taglia alla base il cocuzzolo finale della Cima di Mezzo delle Crode
Fiscaline (2675 m): una facile risalita per ghiaie permette di
raggiungere in pochi minuti la vetta, da cui si gode di panorama veramente
eccezionale su tutte le Dolomiti di Sesto. In particolare, suscita
curiosità l'appendice della Torre Fiscalina, che appare staccata
dalla sommità della Croda di circa 2 m; sulla guida del Berti
l'accesso viene descritto "facile" per mezzo di un lungo salto:
personalmente, non consiglio a nessuno di verificare tale affermazione,
visto l'abisso sottostante! Poco distante, svetta elegante la Cima
Est, la più alta.
Tornati alla traccia, si prosegue poco sotto
la cresta, si supera un'altra vertiginosa forcella, si supera una breve
galleria di guerra e si risale l'ultimo pendio (spettacolare veduta su Cima
Una) fino alla croce di vetta della
Cima
Est delle Crode Fiscaline (2677 m, h 0,40
dal rifugio). Panorama grandioso su Tre Scarperi,
Paterno, Tre
Cime, Croda dei Toni,
Popera,
nonchè vista istruttiva sulla cresta delle
Crode.
Attenzione all'impressionante abisso del versante Val Sassovecchio!
Tornati al rifugio ed alla Forcella Pian di Cengia (h
0,40), si scende col segnavia n° 101
verso Nord, attraverso un largo canale ghiaioso, per poi uscirne verso
sinistra, pianeggiando sui vasti ghiaioni che fasciano il versante
settentrionale della Cresta del Camoscio. Aggirato dall'alto un grazioso
laghetto, in cui la neve si mantiene quasi in permanenza, si
raggiungono i prati dell'Alpe dei Piani, da dove una breve risalita
sotto le rocce del Paterno conduce alla Forcella di Toblin
ed al Rifugio
Locatelli (2405 m, h 0,45 dalla
forcella). Classica veduta delle Tre Cime di Lavaredo.
Da qui il
ritorno più comodo e breve verso il Rifugio Auronzo è quello
attraverso Forcella Lavaredo (h 1,10
fino al rifugio).
Se si ha tempo e il meteo lo consente, comunque, è consigliabile il giro
per il Col di Mezzo.
Dal rifugio si scende verso le
Tre Cime,
lasciando quasi subito la larga traccia n° 101
per Forcella Lavaredo per imboccare invece la n° 104
(cartelli, "Alta Via delle Dolomiti n° 4"): questa scende
decisamente verso la testata di Val Rimbòn poi, lasciato a destra
il sentiero n° 102
per la Val Rienza e Landro, raggiunge il fondo di una verde valletta (antico lago
interrato) e risale ripidamente dall'altra parte. Belle vedute, alle
spalle, su Paterno e Cresta del Passaporto. Al termine della
salita, si raggiunge il fantastico altopiano detto Grava Longa,
costituito da ondulati prati e, più in alto, dalle immani colate
detritiche che scendono dalle pareti Nord delle Tre Cime: uno
spettacolo superbo! Oltrepassata la Capanna dei Pastori (2250 m,
possibilità di ristoro), che sorge in prossimità di alcuni simpatici
laghetti, la traccia riprende a salire con decisione per un dosso erboso,
dalla sommità del quale si ha l'ultima veduta (la più interessante) sul versante
Nord delle Tre Cime. Da qui non rimane che tagliare in
leggera salita la testata di un aspro valloncello detritico e si raggiunge
la larga sella di Forcella Col di Mezzo (2315 m, h
1,00 dal rifugio).
Da qui è possibile scendere al casello di
pedaggio lungo la Val de l'Arghena (vedi itinerario "Sentiero
Attrezzato Bonacossa"), altrimenti
si segue la larga traccia n° 105
che conduce pianeggiante ai parcheggi del Rifugio Auronzo (h
0,15 dalla forcella).