Si segue la larga
carrareccia che risale, in moderata salita, il ripiano, passa accanto al Rifugio
Stella Alpina e, con un paio di più decisi tornanti fra i mughi,
supera una breve bastionata. In falsopiano, la carrareccia segue per un
tratto il corso del Rio di Soial, fino a portarsi ai piedi del
salto roccioso su cui, già da lontano, si staglia contro il cielo la
curiosa sagoma del piccolo Rifugio Preuss. La strada si porta
allora sui ripidi pendii detritici di sinistra, alla base
dell'impressionante parete orientale del Catinaccio, nerastra e
repulsiva. Con un ampio tornante, di nuovo in ripida salita, la strada
taglia poi il fianco della valle e, lasciato a sinistra lo stacco della
traccia n° 541
per il Col di Barbolada ed il Passo delle Cigolade (vedi
anche itinerario Sentiero
Attrezzato del Passo Santner), con alcune svolte raggiunge il bel
ripiano su cui sorge il grande Rifugio
Vajolet (2245, h 0,45 da Gardeccia).
Su un dosso poco distante si trova il già citato Rifugio
Preuss. Da qui si apre la vista sulla testata della Valle del
Vajolet.
Trascurato lo stacco del sentiero n° 542s
diretto alla
Gola delle Torri ed al Passo Santner, si
prosegue lungo il fondovalle, lungo il ben marcato sentiero n° 584:
si trascura quasi subito a destra una diramazione diretta al Passo
delle Pope (ind. per Sentiero Don Guido, vedi anche itinerario Anello
di Cima Scalieret) e si prosegue, rimanendo alti rispetto al rio,
nel vallone principale. Tagliati alla base i vasti ghiaioni che scendono
dallo stretto Passo
del Vajolet (2549 m), si raggiunge la prativa
testata della Valle del Vajolet: quando la larga traccia devia con
decisione verso destra, attaccando i ghiaioni che fanno capo
all'evidente Passo Principe (vedi anche itinerari Catinaccio
d'Antermoia e Cima
Piccola di Valbona), la si abbandona (piccolo e precario ometto di
sassi su una roccia), per attaccare i ripidi pendii erbosi sulla
sinistra, alla base della Cima del Vajolet (2749 m, h
0,20 dal Rifugio Vajolet).
Aggirato un
primo dosso erboso sulla destra, si risale il ripido ma comodo pendio di
erba e sassi: più in alto si incontrano alcuni grossi ometti, che guidano
facilmente in una valletta
detritica, racchiusa fra le modeste quote
rocciose delle Teste d'Agnello (a sinistra) e la più corposa massa della
Cima del Vajolet (a destra). Attraversato il fondo sassoso della valletta,
si incrocia dall'altra parte una traccia un po' più marcata che sale in
breve alla testata del solco: qui uno stretto ed impervio canale roccioso
sale, verso sinistra, direttamente al Giogo di Prà Caminaccio. La risalita
del canale, interrotto da alcuni salti, è sicuramente sconsigliabile:
conviene seguire gli ometti che, verso destra, portano alla base
dell'ampio e facile canale erboso che sale rettilineo alla evidente
insellatura della Forcella Grande di Valbona (2650 m, h
0,30 dal punto in cui si abbandona il sentiero), aperta fra la Cima del Vajolet e la Prima Testa
d'Agnello. Dalla
forcella, un ripidissimo canalone detritico scivola nella vasta
Grande
Valbona, sulla quale dominano le ardite vette della Croda Orientale del
Ciamin (2753 m) e delle più modeste ma aguzze Punte a Sella (Sattelspitzen,
2600 m).
Si segue a questo punto una traccia a sinistra, che percorre il filo di
una rocciosa crestina e, mantenendosi poi sul versante Valle del
Vajolet, taglia per ripidi pendii erbosi fino all'ampia insellatura
del Giogo di Prà Caminaccio (2631 m, h 0,10
dalla Forcella Grande di Valbona). Si tratta di una sella
pianeggiante, aperta fra la Prima e la Seconda Testa d'Agnello:
è indicata da un ometto di sassi, eretto al centro di un vasto,
pittoresco prato. Dall'altra parte, salti rocciosi verticali precipitano
sui pascoli di Prà Caminaccio (Purgametsch), a poca distanza dal Passo
Nigra.
Domina la scena il verticale versante Sud della
Croda Orientale del
Ciamin, mentre alle nostre spalle la vista spazia sull'alta
Valle
del Vajolet, con il Catinaccio d'Antermoia e la Cima
Scalieret. Ma lo scorcio più bello e spettacolare è sicuramente
quello sulle
Torri del Vajolet, sul Catinaccio e sulla Croda
di Re Laurino, una delle visioni più ardite ed insieme poco note (da
questa angolazione) dell'intero gruppo.
Qui si può interrompere la gita,
già di per sè meritevole: volendo, è possibile salire anche alle Teste
d'Agnello, rendendo l'escursione ancora più completa e panoramica.
Per la Prima Testa d'Agnello (2678 m), si segue il filo del
costone di destra, dapprima erboso e poi detritico, fino all'attacco del
brevissimo versante Sud della montagna: risalito un breve canalino
roccioso (I°-), si esce sulla erbosa cresta
superiore, che si segue
verso destra fino all'ometto della cima. Bellissime vedute sulla Grande
Valbona e sulle cime che le fanno corona.
Per la Seconda Testa
d'Agnello (2655 m), o meglio per la sua Anticima Nord, invece, è sufficiente seguire la brevissima
crestina detritica di sinistra, che attacca direttamente dal
Giogo di Prà Caminaccio e che, in pochi minuti, porta all'ometto di
vetta:
ambiente roccioso altamente suggestivo, e vedute impagabili sulle Torri
del Vajolet.
Ritorno per la stessa via in h
1,45.