Si attraversa il
pittoresco paesino e si imbocca la larga forestale della Val di Udai
(segnavia n° 580): alla
testata del severo vallone spicca la piramide
pendente del Mantello (2567 m), mentre a sinistra domina la pachidermica
sagoma del Polentòn (2642 m).
Trascurando alcune diramazioni sulla destra,
si prosegue in salita di fianco al torrente, fino ad un ponte: superatolo,
si prosegue ora nel fitto bosco, in bell'ambiente selvaggio. Incontrata
una diramazione forestale sulla sinistra per Ronch e Monzon (frazioni di
Pera di Fassa, segnavia n° 579), si prosegue
lungo il tronco
principale, si lascia ancora a sinistra il quasi impercettibile stacco del
Sentiero Paola e, superata la vasta colata ghiaiosa discendente dalla Busa
di Lausa, si arriva ad un altro ponticello di legno, al termine della
strada (h 0,50).
Oltre il rio si prosegue su un bel sentiero che prende a
salire con più decisione nel fitto bosco: dopo pochi minuti si incontra
una evidente biforcazione. A sinistra prosegue la traccia principale,
diretta a Camerloi ed al Rifugio Antermoia (cartelli), il ramo di destra
non presenta invece segnalazioni od indicazioni, pur essendo marcato in
modo eccellente. Si prende comunque quest'ultima traccia, che inizia a
salire con forte pendenza nello splendido bosco di abeti e larici: a
tratti si aprono magnifiche vedute sulla fronteggiante bastionata delle
Crepe di Lausa e sulle filiformi Cascate di Soscorza. Dopo una buona
mezz'ora di marcia faticosa, si raggiunge un canalino petroso, che due
evidenti ometti invitano a risalire: in realtà, si tratta di una traccia
per raggiungere la vicina palestra di roccia. Si prosegue invece lungo il
bel sentierino oltre il canalino, che taglia in piano il bosco
ripidissimo, traversa in alto una valletta erbosa su cui incombe una
impressionante parete giallastra e raggiunge il colletto a monte della
parete, dove si apre una magnifica radura erbosa con baita ristrutturata
(località Calvidoi, 1934 m, h 0,40
dal termine della strada).
Si prosegue dietro alla baita, in una
specie di trincea boscosa, per uscire in un'altra valletta erbosa: la si
traversa dall'alto, al limitare degli alberi, per aggirare un altro
promontorio e raggiungere un'ennesima radura, con i ruderi di un'altra
vecchia baita. Qui la traccia sale fino al limitare delle rocce, dove si
biforca: trascurato il ramo di destra (diretto probabilmente ad una
sorgente), si prende quello che tende decisamente a sinistra, e risale
alquanto erto una specie di rampa erbosa. Incontrato un ramo proveniente
dal basso (forse dalla baita diruta incontrata precedentemente), con
alcune ripidissime svolte e qualche passo su roccette la mulattiera supera
il tratto dirupato, per uscire sugli erbosi ed assolati pendii
Sud-occidentali del Docioril. Un tratto in moderata salita consente di
raggiungere il pittoresco agglomerato di baite di Socresta (2160 m circa,
h 0,45 da Calvidoi), in splendida posizione panoramica sui fronteggianti gruppi della
Marmolada e del Sella. Oltre il modesto rilievo del Ponsin, sulla destra,
fa capolino il Sassolungo.
Si abbandona a questo punto la mulattiera, che
dovrebbe comunque consentire il collegamento con Fostiac', in Val di
Dona,
e si risalgono, senza percorso obbligato, i ripidi prati di sinistra, in
direzione della cresta superiore: conviene tendere comunque un po' sulla
destra, là dove si intuiscono le quote più elevate, ma si sale bene in
qualunque punto. Si giunge così sul filo della cresta erbosa superiore,
dove si incontrano evidenti tracce di passaggio. Il panorama è da qui
veramente superbo: appare proprio di fronte, oltre la profonda Val di Udai,
tutta la zona del Catinaccio, poi la Marmolada, il
Sella, il Sassolungo,
le Tofane, le Pale di San Martino. Si seguono le tracce verso destra,
lungo alcuni dossi erbosi, in direzione dell'evidente cupola sommitale del
Docioril, che si raggiunge velocemente (2355 m, h
0,45 da Socresta). Vista
eccezionale!
Proseguendo lungo il facile e panoramico crinale, si
raggiunge un altro cimotto erboso, che domina più direttamente la
splendida Val di Dona: si segue da qui la cresta di sinistra, dapprima
pianeggiante. Quando dalla cresta affiorano le rocce, qui scure e
vulcaniche, questa inizia a scendere molto ripida verso lo sbocco
superiore della Val di Udai: si abbandona allora il filo per scendere il
pendio detritico sulla destra, mirando facilmente ad una mulattiera erbosa
ben visibile già dalla cima, che guida in pochi passi ad incrociare il
comodo sentiero n° 577, che risale l'intera Val di Dona, in località
Camerloi (2200 m, h 0,30 dal Docioril).
Da qui, volendo, è possibile
tornare a Mazzin seguendo il sentiero n° 580 della Val di Udai, che
proprio in questo punto stacca: per rendere la gita più completa, però,
si consiglia di proseguire in altro modo.
Si scendono dunque verso destra
gli splendidi pascoli della Val di Dona, fino ad incontrare a
sinistra due baite
affiancate, di cui una di recente costruzione: abbandonata a questo punto
la mulattiera di fondovalle, si tagliano i pendii prativi di sinistra,
mirando ad una evidente traccia che, visibile già da lontano, sale fino
ad un'ampia sella erbosa della cresta. Raggiunta la traccia, si tagliano i
pendii prativi, via via più ripidi, della Cresta delle Ciaregole (che
separa la Val di Dona dalla più ampia e profonda Val Duròn), per uscire
infine sull'insellatura erbosa de la Bassa (2218 m, h 0,20
da Camerloi): si apre una visione maestosa del Gruppo del Sassolungo. Di qui un
sentierino scende fino al Rifugio Micheluzzi, in Val Duròn.
Si segue
invece l'ondulata cresta erbosa di destra, nel primo tratto lungo una
staccionata per il bestiame, che, scavalcando diversi rilievi secondari,
con ultima più insistente salita consente di raggiungere la quota più
elevata del Ponsin (2348 m, h 0,40 da la Bassa). Anche da questa cima
vedute veramente mozzafiato su tutti i gruppi limitrofi. Su un'anticima
rocciosa più bassa, verso la Val di Dona, sorge una grossa croce.
Ritornati alla Bassa, si scende direttamente per la ripida valletta erbosa
che confluisce in Val di Dona, presso alcuni fienili. Ritornati sull'ampia
mulattiera di fondovalle, si prosegue a discendere la valle fino a Fostiac': qui termina il tratto pianeggiante. Con un ampio semicerchio
alla base delle rocce meridionali del Ponsin, la larga mulattiera
raggiunge il bosco, che inizia a discendere con tratti veramente
ripidissimi: in alcuni punti, solo la lastricatura consente di non perdere
aderenza! In poco tempo, comunque, si raggiunge una forestale, che va
seguita per breve tratto in discesa: incontrato un nuovo bivio, si
trascura il ramo sinistro, che scende a Fontanazzo di Sotto (vedi itinerario
Traversata
Val
di Dona - Val Duròn in senso inverso), per prendere quello destro.
Attraversato il
torrente, la carrareccia prosegue in moderata discesa per splendidi
boschi, lascia a destra lo stacco di un recente sentiero forestale
(tabella) e, giunta al limitare degli alberi, scende con alcuni tornanti
fino al grosso e brutto complesso residenziale Solaria (h
2,00 dal Ponsin), sulla strada tra Mazzin
e Campestrin.
Volendo, presso il primo dei tornanti che scendono
verso il residence, si stacca sulla destra una mulattiera che supera un
rio e, tagliando a mezza costa i fitti boschi, raggiunge la forestale
della Val di Udai proprio al suo inizio, presso le prime case di Mazzin.
Da qui nuovamente all'auto (h 0,15
dal Residence Solaria).