Si risale la
ripida stradetta che, dietro una casa, si innesta in una larga forestale
che prende a tagliare in diagonale il ripido e selvaggio bosco. Si
raggiunge presto uno slargo nei pressi di una villetta con cartelli: si
sale quindi verso destra, lungo un sentiero non sempre ben battuto, e si
guadagna quota con svariati tornantini. Raggiunta una rotabile superiore,
proveniente da Campestrin, la si segue verso sinistra con percorso
tortuoso ma quasi pianeggiante, fino ad entrare nella stretta forra del Rio
di Dona (1597 m, h 0,50):
trascurata la prosecuzione della rotabile (raggiungerebbe Campestrin
presso il Residence Solaria), si devia decisamente a destra e si
imbocca il largo sentiero n° 577
che prende a risalire ripidissimo il bosco sovrastante.
In prossimità di
qualche radura, si apre una bella vista su tutto il corso
inferiore della Val di Fassa. Superato con fatica questo
ripido tratto, si giunge ad una prima terrazza naturale (1896 m), dalla
quale appare la zona del Buffaure e, dietro, quella della Costabella.
Superato un capitello, si rientra temporaneamente nel bosco, per uscirne
definitivamente all'altezza dei diruti cascinali di Fostiac' (1964
m, h 2,30 da Fontanazzo), adagiati ai piedi del
Ponsin
(2283 m).
Si entra quindi nel tratto pianeggiante della
Val di Dona,
dopo averne in questo modo evitato quello finale, selvaggio ed
impraticabile: il percorso è evidente anche in mancanza di tracciatura,
ma vista la natura scoperta del terreno la marcia può risultare alquanto
faticosa se c'è molta neve. Lasciando in alto a destra la croce del Ponsin,
si procede in falsopiano sul fondovalle,
superando di volta in volta numerosi agglomerati di caratteristiche baite,
alcune anche ristrutturate. L'andamento della valle segue un ampio
semicerchio verso occidente, e si insinua tra i regolari pendii del Docioril
(2340 m, a sinistra) e la più tormentata Cresta delle Ciaregole a
destra, che separa la Val di Dona dalla Val Duron.
Superato
un ultimo agglomerato di fienili, si aggira un evidente dosso che causa
una strozzatura, oltre il quale si apre la splendida distesa dei Pascoli
di Camerloi (2183 m, h 1,15 da
Fostiac').
Appaiono a sbarrare la valle le bastionate del
Mantello
(2567 m) e del Sasso di Dona (2665 m), che racchiudono
l'alta sella del Passo di Dona, che permette il collegamento con la Conca di Antermoia ed il rifugio omonimo.
Presso un casotto della
forestale si incontrano i cartelli di un crocevia, dove stacca anche la
traccia n° 580
per la stretta Val di Udài. Si prosegue invece dritti e,
oltrepassato un dosso, si risale l'ultimo pendio, non troppo ripido, che
conduce all'ormai evidente Passo delle Ciaregole (o Passo Duron,
2282 m, h
da Camerloi). Eccezionale panorama
su Alpe di Siusi, Sassolungo, Molignon e, dalla parte
opposta, su Marmolada,
Pelmo, Civetta
e Tofane.
Sul versante opposto
scivola un ripido canale da
discendere con attenzione: non vi sono tratti rocciosi, ma la pendenza è
importante! Comunque, si può scendere senza via obbligata, puntando a quell'ampia radura con baite che si nota in basso a destra: da
qui il percorso risulta più evidente, e si raggiunge in breve un
ponticello sul Rio Duron che consente di innestarsi sulla larga
traccia (sempre ben battuta) sul fondovalle di Duron.
Seguendola in
piano verso destra, si supera la Baita Lino Brach (1856 m) e si
raggiunge il grande agglomerato dove sorge il Rifugio
Micheluzzi (1860 m, h 1,30
dal passo).
Lungo l'ampia traccia della
Val Duron, si scende quindi
comodamente a Campitello di Fassa (h 0,35
dal rifugio).