Lasciata l’auto in uno delle
panoramiche
piazzole a bordo strada, si imbocca la traccia (tabelle, segnavia
n° 656
poi n° 647)
per la Val Lastìes e il Rifugio Boè.
Il sentierino (ahimè)
scende all’inizio abbastanza ripido nel bosco perdendo quota per un
centinaio di metri fino a portarsi sotto le pareti rocciose del Sella;
oltre un anfratto con un tetto stillante acqua si comincia a salire
rimanendo nelle vicinanze di un piccolo rio. Lo si raggiunge e lo si guada
comodamente continuando a risalirne il corso
fino ad un bella cascatella e oltre, fino a raggiungere il verde e ameno
ripiano del Pian
de Sièla (2280 m). Qui il verde dei magri prati e le acque del
ruscelletto formano un quadro quanto mai idilliaco che contrasta
ferocemente con le guglie rocciose, i tetri canaloni, i ripidi ghiaioni e
le severe pareti che si ergono da ogni parte.
Si prosegue nella salita
fino ad arrivare proprio sotto le bastionate rocciose che chiudono la
pittoresca vallata; si risale allora in costa per buona traccia superando
qualche banale roccetta fino a guadagnare un ripiano ghiaioso. Con una
ulteriore breve salita si giunge sul lunare e pietroso Altipiano del Sella
e in breve alla Forcella dell’Antersàss (2800 m circa),
affacciata sul profondo e bellissimo solco della Val
de Mesdì (vedi anche itinerario Giro
e Cima del Pisciadù) e posta proprio in faccia alla slanciata Torre
Berger.
Da qui, a destra, oltre la modesta altura dell’Antersàss,
si va verso la folla vociante del Rifugio
Boè e le moltitudini provenienti dal Sass Pordòi, mentre, a
sinistra, ci si dirige verso il Rifugio
Pisciadù e lo sbocco della "Via Ferrata delle Mèsules".
Deviando
dunque verso sinistra (sentiero n° 649),
si prosegue in falsopiano fino a superare la deviazione per il Rifugio Pisciadù e, mentre la frequentazione umana progressivamente dirada, si
guadagna l’ampia Sella
del Pisciadù (2908 m). Proseguendo ancora (tabelle) verso lo
sbocco della Via Ferrata delle Mèsules, aggirato un costoncino e fatto
qualche passo in discesa, si giunge in vista delle tabelle segnaletiche
poste sulla stretta Forcella
dei Camosci.
Qui la traccia "ufficiale" prosegue
costeggiando l’orlo dell’Altipiano del Sella, mentre un marcato
sentiero senza numero (che è quello utilizzato come traccia di rientro
dai ferratisti) prosegue in costa evitando così sia i modesti saliscendi
della traccia più alta ma anche i panorami
mozzafiato che questa offre.
Scendendo invece
lungo la ghiaiosa Valle
del Ciamìn, immediatamente sotto la forcella, un poco frequentato
sentiero conduce di nuovo al Rifugio Pisciadù passando attraverso i Laghetti del
Dragòn.
Scegliendo di continuare
per
cresta, con modesti saliscendi e in quasi totale solitudine (un
bene raro e prezioso sul Sella!) si toccano in rapida successione
le elevazioni del Piz Rotìc (2973 m), Piz Begùz (2974 m), Piz
Miàra (2964 m), Piz Gràlba (2972 m) e infine Piz Sèlva
(2941 m), ove sbuca la massa degli arditi escursionisti reduci dalla Via Ferrata
delle Mèsules; inutile dire che fino a qui il percorso offre una
successione di vedute mozzafiato sia su tutte le cime
della Val Badia sia sul vicino, e quindi imponente, Gruppo
del Sassolungo, sia sul lunare Altipiano
del Sella stesso, oltre il quale domina la Marmolada
(col ghiacciaio sempre più in ritirata!). E poi Pelmo e Civetta,
la cresta di Cima dell'Uomo, le Pale di San Martino, Catinaccio
e Latemar ecc. ecc. ecc ... eccezionale!
Tornando per la
"traccia bassa" ci si avvicina di nuovo rapidamente alla Forcella
dell’Antersàss e, a seconda del tempo e delle energie a disposizione,
si può optare per scendere direttamente in Val Lastìes per il
medesimo percorso seguito in salita oppure proseguire verso il Rifugio
Boè.
In
quest'ultimo caso, salutata definitivamente la solitudine e la
tranquillità, si sale sull’Antersàss per poi scendere verso la
grande costruzione del Rifugio Boè ove non rimane che unirsi alla
folla che fa la spola tra la stazione della funivia del Sass Pordòi ed il Piz Boè. Guadagnata su ampia e comoda traccia
la sella su cui
sorge il Rifugio
Forcella Pordòi (2829 m) si piega a destra (tabelle) per
scendere abbastanza comodamente il ghiaione
del Vallòn del Fos ove una traccia segnata ma senza numero
consente, attraverso un ambiente
severo e nuovamente poco frequentato, di ricongiungersi all’ameno
sentiero della Val
Lastìes.
Da qui, per il percorso seguito all’andata, di
nuovo all’auto.