Piz Boè 3151 m - Via normale

Home Gruppo del Catinaccio Gruppo della Marmolada Sassolungo e Sella Gruppo del Latemar Pelmo e Civetta Croda da Lago e Nuvolàu Gruppo delle Tofàne Antelào - Sorapìss - Marmaròle Dolomiti di Sesto Fanes - Sennes - Braies Puez - Odle Lagorài - Cima d'Asta Gruppo del Col di Lana Gruppo di Bocche Pale di San Martino Gruppo del Cristallo Dolomiti d'Oltre Piave Vette Feltrine e Monti del Sole Gruppo di Bosconero Gruppo di Brenta Dolomiti Bellunèsi Settentrionali

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DEL SELLA)

SCHEDA N. 2 

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Canazei (64 km da Egna-Ora), da dove proseguendo sulla "Grande Strada delle Dolomiti" alle falde del massiccio del Sella, si raggiunge il Passo Pordòi (2239 m, 12 km da Canazei);

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale interamente la lunga Val Cordevole fino ad Aràbba (66 km da Pian di Vedoia). Qui si prosegue lungo la "Grande Strada delle Dolomiti" e si raggiunge il Passo Pordòi (2239 m, 9 km da Aràbba).

 

ITINERARIO

Dal passo, aperto tra il piccolo roccioso Sass Beccè (2534 m) e la bastionata verticale del Sass Pordòi, utilizzando la comoda e veloce funivia si raggiunge la vetta del Sass Pordòi (2950 m), su cui sorge il Rifugio Maria. Da questo balcone affacciato sulla regione dolomitica, la vista è veramente mozzafiato: di fronte, oltre i prati del Passo Pordòi e la bassa catena prevalentemente erbosa del Padòn, emerge imponente la Marmolada (3343 m), con la sua cerchia di cime satelliti; proseguendo verso destra, la Catena Costabella-Uomo non riesce a nascondere del tutto le Pale di San Martino mentre, più avanzato, il Collàc' domina la conca erbosa del Ciampàc'. Lo sguardo segue poi tutto lo svolgimento della Val di Fassa, con i gruppi del Latemar e del Catinaccio, che ne costituisce tutta la lunga sponda destra; oltre il margine dell'ampia, inclinata terrazza sommitale del Sass, poi, ecco l'imponente Sassolungo (3181 m), preceduto dal Piz Ciavazès (2831 m), poderoso blocco di gialla dolomia che caratterizza il paesaggio del Passo Sella. Sul desolato Altopiano del Sella, che quassù non è ardito come invece sembra apparire dal basso, emerge solo la regolare piramide del Piz Boè, che del Sella è anche la cima più elevata, anche se i suoi fianchi ricoperti di sfasciumi non fanno molta impressione. Tra il Piz e la Marmolada, infine, si possono notare quattro famosi colossi dolomitici: Sorapiss (3205 m), Antelào (3264 m), Pelmo (3161 m) e Civetta (3215 m). 

Dalla vetta del Sass Pordòi appare già evidente tutto il percorso da effettuare per giungere sulla vetta del Piz Boè; si comincia scendendo per un sentierino tra i detriti che in poco tempo conduce all'insellatura della Forcella Pordòi (2849 m, h 0,15), dove sorge il piccolo Rifugio Forcella Pordòi. Qui si può giungere anche, con molta più fatica, seguendo il sentiero n° 627 che parte dal Passo Pordòi in h 1,30 di salita. Sull'opposto versante, scendono i ghiaioni del Vallone del Fos, confluente più in basso con la Val Lastìes. 

Dal rifugio si continua sul sentiero n° 627, che taglia pianeggiante i fianchi detritici della Cima Forca (2923 m), del Sass de Forca (2886 m) e della Punta di Soèl (2948 m), tutte cime che, se da questo lato sembrano semplici rialzi del bordo dell'altipiano, sul versante esterno precipitano con poderosi paretoni visibili dalla zona del Passo Pordòi. Raggiunta così la base della piramide terminale del Piz Boè, si incontra un bivio: lasciato a sinistra il sentiero n° 627, si prende il n° 638 che prende a salire con varie svolte sui fianchi detritici del Piz. Superati brevi tratti di roccette gradinate (nessuna difficoltà), si raggiunge così senza grande fatica la vetta del Piz Boè (3151 m, h 1,15 dalla Forcella Pordòi), sulla quale sorgono una croce di ferro, un grande ripetitore televisivo e un piccolo rifugio, la Capanna Piz Fassa. Vista la facilità della gita e la comodità degli accessi, la folla è purtroppo assicurata. Dalla vetta si ripete la vista osservata dal Sass Pordòi (Catinaccio, Marmolada, Sassolungo e Sella), con in più le Tofane e tutta la Val Badia; in basso si nota la costruzione del Rifugio Boè, e le vicine cime del Bec (2967 m) e del Daint de Mesdì (2881 m). 

Dalla vetta si prosegue ora sul sentiero n° 638, che percorre la cresta fino alla Forcella dei Camosci (3110 m, h 0,10 dalla cima), aperta tra il Piz Boè e la Cresta Strènta, da dove ci si cala per il fianco roccioso (in un punto corda fissa) fino alla base della montagna, da dove un traversone pianeggiante conduce alla grande costruzione del Rifugio Boè (2871 m, h 0,35 dalla forcella), posto nei pressi della ampissima e detritica Forcella dell'Antersàss, da cui si originano, lungo lo stesso asse, la Val Lastìes (versante Fassa) e la Val de Mesdì (versante Badia). 

Di qui si segue nuovamente il sentiero n° 627, che traversa pianeggiante la base della parete Ovest del Piz Boè (in corrispondenza di una cengetta, corda) e riconduce al bivio con il n° 638, da cui in breve nuovamente alla Forcella Pordòi ed al Sass Pordòi (h 0,45 dal Rifugio Boè). 

 

TEMPO TOTALE

h 3,00 circa (h 5,30 circa con partenza dal Passo Pordòi)

DISLIVELLO

300 m circa (900 m circa con partenza dal Passo Pordòi)

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

25 agosto 1992

PERIODO CONSIGLIATO

metà luglio - metà settembre

COMMENTI

Itinerario facile e per nulla faticoso, che permette di raggiungere la vetta del più facile tremila dolomitico. Un po' di attenzione è opportuna in caso di presenza di tratti ghiacciati, sempre possibili a queste quote. Panorami estesi e comodità di accesso non riescono però a far dimenticare il chiasso, la folla e l'orrendo ripetitore posto sulla vetta, di fianco ad un bar-ristoro: forse, senza nulla togliere alla dignità di questa cima, l'escursionista vero preferirà una cima magari meno alta o meno facile, ma più naturale e selvaggia del povero Piz Boè.