Dal passo, aperto
tra il piccolo roccioso Sass Beccè (2534 m) e la bastionata
verticale del Sass
Pordòi,
utilizzando la comoda e veloce funivia si raggiunge la vetta del Sass
Pordòi (2950 m), su
cui sorge il Rifugio
Maria. Da questo balcone affacciato sulla regione dolomitica,
la vista è veramente mozzafiato: di fronte, oltre i prati del Passo Pordòi e la bassa catena prevalentemente erbosa del Padòn,
emerge imponente la Marmolada (3343
m), con la sua cerchia di cime satelliti; proseguendo verso destra, la Catena
Costabella-Uomo non riesce a nascondere del tutto le Pale di
San Martino mentre, più avanzato, il Collàc'
domina la conca erbosa del Ciampàc'. Lo sguardo segue poi tutto lo svolgimento
della Val di Fassa, con i gruppi del Latemar e del Catinaccio,
che ne costituisce tutta la lunga sponda destra; oltre il margine
dell'ampia, inclinata terrazza sommitale del Sass, poi, ecco
l'imponente Sassolungo (3181 m),
preceduto dal Piz Ciavazès (2831 m), poderoso blocco di gialla
dolomia che caratterizza il paesaggio del Passo Sella. Sul desolato Altopiano del Sella, che quassù non è ardito come invece sembra
apparire dal basso, emerge solo la regolare piramide
del Piz Boè, che del Sella è anche la cima più
elevata, anche se i suoi fianchi ricoperti di sfasciumi non fanno molta
impressione. Tra il Piz e la Marmolada, infine, si possono
notare quattro famosi colossi dolomitici:
Sorapiss
(3205 m), Antelào (3264 m), Pelmo (3161 m) e Civetta
(3215 m).
Dalla vetta del
Sass Pordòi appare già evidente tutto il
percorso da effettuare per giungere sulla vetta del Piz Boè; si
comincia scendendo per un sentierino tra i detriti che in poco tempo conduce
all'insellatura della Forcella Pordòi (2849 m, h
0,15), dove sorge il piccolo Rifugio
Forcella Pordòi. Qui si può giungere anche, con molta più
fatica, seguendo il sentiero n° 627
che parte dal Passo Pordòi in h 1,30
di salita. Sull'opposto versante, scendono i ghiaioni del Vallone
del Fos, confluente più in basso con la Val Lastìes.
Dal rifugio si continua sul sentiero n° 627,
che taglia pianeggiante i fianchi detritici della Cima Forca (2923
m), del Sass de Forca (2886 m) e della Punta di Soèl (2948
m), tutte cime che, se da questo lato sembrano semplici rialzi del bordo
dell'altipiano, sul versante esterno precipitano con poderosi paretoni
visibili dalla zona del Passo Pordòi. Raggiunta così la base della
piramide terminale del Piz Boè, si incontra un bivio: lasciato a
sinistra il sentiero n° 627,
si prende il n° 638
che prende a salire con varie svolte sui fianchi detritici del Piz.
Superati brevi tratti di roccette gradinate (nessuna difficoltà), si
raggiunge così senza grande fatica la vetta del Piz Boè (3151 m, h
1,15 dalla Forcella Pordòi), sulla quale sorgono una croce di
ferro, un grande ripetitore televisivo e un piccolo rifugio, la Capanna
Piz Fassa. Vista la facilità della gita e la comodità degli
accessi, la folla è purtroppo assicurata. Dalla vetta si ripete la vista
osservata dal Sass Pordòi (Catinaccio, Marmolada, Sassolungo e Sella), con in più le
Tofane
e tutta la Val Badia; in basso si nota la costruzione del Rifugio
Boè, e le vicine cime del Bec (2967 m) e del Daint de
Mesdì (2881 m).
Dalla vetta si prosegue ora sul sentiero
n° 638,
che percorre la cresta fino alla Forcella dei Camosci (3110 m, h
0,10 dalla cima), aperta tra il Piz Boè e la Cresta
Strènta, da dove ci si cala per il fianco roccioso (in un punto corda
fissa) fino alla base della montagna, da dove un traversone
pianeggiante conduce alla grande costruzione del Rifugio
Boè (2871 m, h 0,35 dalla
forcella), posto nei pressi della ampissima e detritica Forcella
dell'Antersàss,
da cui si originano, lungo
lo stesso asse, la Val Lastìes (versante Fassa) e la
Val
de Mesdì (versante Badia).
Di qui si segue nuovamente il
sentiero n° 627,
che traversa pianeggiante la base della parete Ovest del Piz Boè
(in corrispondenza di una cengetta, corda) e riconduce al bivio con il n°
638,
da cui in breve nuovamente alla Forcella Pordòi ed al Sass Pordòi (h 0,45 dal Rifugio Boè).