Dal
Passo Pordòi
si imbocca il frequentatissimo sentiero n° 627,
che sale ripido verso
la soprastante e ben evidente Forcella Pordòi: si segue la
traccia per ripidi prati e ghiaioni fino a che non si giunge alla quota
dell’ampia cengia mediana, che taglia tutto il massiccio del Sella (h
0,40). Qui tabelle
indicano a destra lo stacco del sentiero per il Rifugio Franz Kostner
al Vallòn, che percorre tutta la grande cengia con spettacolari
vedute sulle pareti incombenti.
La traccia diminuisce in ampiezza e in
frequentazione, snodandosi tra continui saliscendi e panorami mozzafiato
in direzione della Val Badia e delle severe pareti rocciose;
sotto
di noi la statale del Pordòi verso Corvàra e davanti agli
occhi un'ampia vista verso la Marmolada con il Padòn e la Mèsola,
il più lontano gruppo del Sasso della Croce e, ancora oltre, il Pelmo
e la Civetta. Si supera l’attacco della "Via
Ferrata Cesare Piazzetta", solitamente affollato di escursionisti
e, oramai in vista del
rifugio, un’altra traccia che conduce al Piz Boè
attraverso il ripido canalone detritico denominato Rissa da Pigolèrz
(h 1,20 dal bivio). Oltre uno spigolo
aggettante (resti di antichi ricoveri di montanari), si passa alti sul
piccolo Lago del Vallòn (è facile trovarlo asciutto) e si passa
allo sbocco del severo
vallone roccioso percorso dal "Sentiero
Attrezzato Lichtenfels", di cui si incontra poco oltre lo stacco
(cartelli).
Siamo oramai nel grande e pittoresco avvallamento chiamato
Vallòn,
dominato
dalle lisce e verticali pareti del Piz
da Lèch de Boè (2914 m), del Sasso delle Dieci (2916 m) e
del Sasso delle Nove (2904 m): poco lontano, sul
dosso detritico detto Col de Stàgn, sorge il nuovo Rifugio
Franz Kostner (2500 m, h 0,30 dalla
Rissa da Pigolèrz).
Si prende ora la traccia che, tagliato in quota
l'avvallamento, si inoltra nella stretta gola superiore, all'ombra di
vertiginose pareti a picco (tabelle, indicazioni per "Via Ferrata del
Vallòn").
Raggiunto il rio che scorre sul fondo del vallone, e che precipita
dall'alto di una nerastra parete con bella cascata, si devia a sinistra e
si attaccano
i ghiaioni alla base delle Cime del Vallòn. Con un lungo
traverso in salita, si raggiunge la base delle rocce, dove è posto
l'attacco della breve ferrata (h 0,30
dal rifugio).
Questa risale diagonalmente, da sinistra a destra, la
verticale parete rocciosa: da lontano questa si mostra compatta ed un po'
impressionante, mentre in realtà risulta
sufficientemente articolata in una serie di canalini e caminetti,
sempre ben attrezzati. Oltre una balconata ghiaiosa, i caminetti si fanno
un po' più impegnativi a causa della roccia sempre bagnata (stillicidio
dall'alto): in ambiente sempre più esposto, si raggiunge la sponda di una
stretta gola in cui il torrente precipita con fragore, originando la
cascata visibile dal basso. Si attraversa la gola su un
traballante ponte tibetano (cavo d'acciaio posizionato ottimamente per
la sicura) e si esce su di un piccolo terrazzino. Da qui si risale
direttamente la verticale
paretina superiore (30 m circa, buoni appoggi), in forte esposizione
ma ben attrezzata con un robusto cavo,
e si raggiunge così il ciglio della conca
detritica superiore, dove giace un pittoresco laghetto (2800 m circa, h
0,30 dall'attacco).
Si abbandonano a questo punto i segnavia,
che si inerpicano con decisione sui ghiaioni a sinistra e, aggirate a
Nordest le Cime del Vallòn, si vanno ad unire al Sentiero
Lichtenfels, per rimontare senza percorso obbligato il pendio di
destra. Poco sopra si incontrano numerosi ometti (ed anche alcuni vecchi
segni rossi) che guidano fino ad una forcella di cresta: dall'altra parte,
si spalanca l'abisso
sulla profondissima Val de Mesdì, con il Daint de Mesdì
in primo piano. Volgendo a destra, si prosegue lungo i dolci e regolari
pendii detritici, si supera una modesta fascia di roccette (sempre ottimi
ometti di pietre) e, per l'ultimo breve gradino, si tocca l'ampia vetta
del Sasso delle Nove (2904 m, h 0,20
dalla conca, grosso ometto). Superbo panorama su tutto il Gruppo di
Sella, sulla cresta
Pizzo del Lago Gelato - Piz Boè, sulla Val
de Mesdì e sulla Cima
Pisciadù. Più lontano Puez, Conturines e Marmolada,
vicinissime invece le
vette del Piz da Lèch e, soprattutto, del Sasso delle Dieci:
vicinissime ma irraggiungibili, visto le profondissime forcelle che
separano queste singolari cime.
Ritornati alla forcella di cresta, si può
evitare di ridiscendere nella conca: si può proseguire in quota,
tagliando i comodi pendii di ghiaie e roccette, fino al sommo della
modesta bastionata rocciosa che sorregge una seconda conca, dove si trova
un altro, più
piccolo laghetto. Si attraversa la conca e si attaccano i pendii
rocciosi di sinistra, alla base delle Cime del Vallòn: aggiratele
sulla destra, si raggiunge un'ampia sella ghiaiosa ai piedi della cresta
del Pizzo del Lago Gelato (3009 m): poco più sotto si incontrano
le tracce e le segnalazioni del Sentiero Attrezzato Lichtenfels
(segnavia n° 672,
h 0,35 dal Sasso delle Nove).
Si segue il ben marcato sentiero verso sinistra, si supera uno sperone e
si entra in un tetro
avvallamento, che più in basso è interrotto da un'alta bastionata
rocciosa. Incontrata la traccia di collegamento con la Via Ferrata del
Vallòn, il sentiero scende per ghiaie e roccette fino al ciglio del
salto roccioso: con facile percorso per comode
cenge attrezzate ed un canalino, si raggiunge la base del salto da
dove, per ripide ghiaie, si ritorna al bivio poco prima del Rifugio
Kostner (h 0,30 dalla sella).
Di
qui nuovamente al Passo Pordòi in h 2,00.