Dal passo si
imbocca una larga rotabile sterrata (indicazioni e divieto di transito,
segnavia n° 635) che prende a salire ripidissima tra i mughi: compiuto un largo
tornante, la strada si distende con minor pendenza fra i vasti pendii
prativi, con belle vedute su Padòn e Marmolada, nonchè su Conturines e
Tofane, per risalire l'ultimo dosso fino al piazzale antistante il grosso
Rifugio Bec de Ròces (2040 m, h 0,35). Stazioni a monte di seggiovie
invernali provenienti da Aràbba.
Lasciato il chiassoso rifugio, si prende
un vago sentierino (segnavia n° 636) che inizia a risalire
il pendio boscoso
alle spalle del rifugio, per inoltrarsi poi nel labirinto roccioso dei Bec
de Ròces: si tratta di una serie di spuntoni rocciosi emergenti dai mughi
a guisa di cresta, tra cui il sentiero si insinua con pittoresche vedute
su Aràbba e la Marmolada. Risalito un ultimo pendio barancioso, presso un
grosso masso si presenta un bivio: trascurata a destra la prosecuzione del
sentiero n° 636
per Crèp de Mont, e lasciata a sinistra la traccia n° 637
per Aràbba
(cartelli), si procede dritti sempre sul segnavia n° 637
che taglia in
diagonale una vasta costa prativa discendente dal Col de Stagn (2517 m),
alto sulla destra. Con alcuni tornanti, la traccia risale poi un pendio
ghiaioso ed entra in una valletta detritica, che risale con ripida salita
e per qualche roccetta fino alla sella
superiore, da dove si affaccia
sull'ampio avvallamento detritico del Vallòn.
Con percorso a saliscendi,
si risale infine brevemente verso il dosso dove sorge il nuovo Rifugio
Kostner al Vallòn (2500 m, h 1,10
dal Rifugio Bec de Ròces, ricca fontana), in splendida posizione
panoramica. Di fronte incombono le pareti delle Cime e delle Punte
del Vallòn, mentre sull'altro versante della conca detritica svettano
le possenti muraglie del Sasso delle Nove (2904 m), del Sasso
delle Dieci (2916 m) e del Piz da Lèch de Boè (2910 m), questi
ultimi due separati dal vertiginoso e profondo intaglio della Forcella Möser.
Tralasciate le tracce per il
Piz Boè, si scende nel
grande circo detritico da dove, trascurata la prosecuzione della traccia
per Crèp de Mont, si tagliano alcuni dossi
detritici, passando nei
pressi della stazione superiore della Seggiovia Vallòn (che sale da Crèp de Mont, chiusa per ristrutturazione nell'estate 2003):
raggiunta una successiva sella prativa alla base della parete Sud del Piz
da Lèch, si incontra un bivio con cartelli (h
0,20 dal rifugio).
Trascurata a sinistra la traccia per la
più impegnativa "Via Ferrata
del Piz da Lèch" e a destra una ulteriore traccia per Crèp de Mont
(pista da sci), si va dritti, rasentando poi le rocce alla base della
parete da sinistra a destra. Si superano una serie di canalini terrosi
(qualche passo delicato), e si risale poi una crestina di roccette (corda
metallica) fino ad una comoda cengia erbosa verso destra: per questa, in
breve, al piede della cresta Est del Piz da Lèch (2554 m, cartelli,
a destra sentiero per Crèp de Mont). Attacco.
Risalendo la
cresta verso sinistra, si giunge
subito al piede di un salto verticale di una decina di metri, attrezzato
con corda ed una serie di staffe: al sommo del salto (esposto), una
traccia tra le ghiaie sale con numerosi tornanti i vasti pendii
detritici,
raggiungendo una forcella da cui appare alla vista la turrita Torre del
Boè (2829 m). Superato un basso gradino per roccette, si prosegue sul
ripido pendio ghiaioso fino alla base della allungata cresta sommitale,
che si supera verso destra con elementare arrampicata. Facendo attenzione
all'impressionante voragine sul lato della Val de Mesdì, si
risalgono le ultime rocce fino alla croce di vetta del Piz da
Lèch de
Boè (2910 m, h
1,00 dall'attacco). Spettacolare veduta su Val Badia, Conturines,
Fanis, Tofane, Puez, Pelmo, Civetta e Marmolada,
ma soprattutto sulle vicine pareti del Gruppo di Sella. Dal Piz
Boè, che da qui assume una forma addirittura ardita, alle cime oltre
la sprofondante Val de Mesdì: Sass, Bec e Daint
de Mesdì e Cima Pisciadù, che mostrano su questo lato
impressionanti pareti a picco.
Tornati alla base della cresta Est, dopo
aver superato il salto con le staffe, si rimane sul dosso morenico ed
erboso seguendo una traccia in lieve discesa: trascurata una deviazione a
destra (discesa per canalini e roccette friabili), si prosegue dapprima
dritti, poi scendendo verso sinistra per terreno più impervio. Scesa una
scaletta, tratti attrezzati con corde fisse (comunque sempre facili)
conducono ad una stretta forcella (bella veduta a destra sul Lago
del Boè).
Scesi nell'ampia conca erbosa cosparsa di grossi blocchi, la traccia
aggira l'ultima propaggine rocciosa verso destra e, con un'ultima breve
discesa, raggiunge la stazione superiore della Cabinovia Boè sul
ripiano erboso di Crèp de Mont (1969, h
1,15 dal Piz da Lèch).
Aggirata la stazione a valle della
Seggiovia Vallòn,
si imbocca la larga strada che presto diventa pista da sci e che scende
ripidissima verso i prati del Passo Campolongo: raggiunta una
malga, si entra nel rado bosco e, con un'ultima ripida discesa, si
raggiunge il rio nei pressi dell'Albergo Boè (1860 m, h
0,40 da Crèp de Mont), a pochi metri dal Passo
Campolongo.