Dalla stazione di
partenza della cabinovia si prende la stradetta (indicazioni) che si va ad
innestare presto sulla pista da sci del Col Verde (segnavia n° 701). Si
inizia quindi a risalire la pista, con percorso ripido e poco panoramico:
si tralasciano quasi subito sulla destra una diramazione pianeggiante che,
superato il rio, si dirige verso la Val di Roda, ed un successivo
sentierino per la Malga Pala, e si prosegue nel fitto bosco con un lungo
ed erto tornante. Aggirato un poggio alberato, la pendenza diminuisce per
un attimo, poi un altro strappo conduce all'ultimo rettilineo che termina
presso la stazione di arrivo della cabinovia ed il piccolo bar-ristoro del
Rifugio Col Verde (1965 m, h 1,00). Siamo al limitare degli alberi, e sopra di noi
incombono minacciose le impressionanti pareti delle Pale di San
Martino.
Di qui parte anche la funivia che, con ardito balzo, raggiunge l'Altipiano
delle Pale a metà strada tra la Cima della Rosetta (2743 m) e l'omonimo passo.
Da
dietro la stazione di partenza della funivia prosegue lo storico e comodo
sentiero n° 701
(realizzato nel 1913 dalla S.A.T.), che inizia a risalire l'erto
pendio erboso e detritico con lunga serie di lenti e regolari tornanti:
toccato il vero e proprio culmine del Col Verde, si raggiunge verso
destra una selletta erbosa, oltre la quale si risale il successivo costone
e si tagliano poi le franose ghiaie di un canalone (impercettibile
deviazione per Passo Bèttega ed il "Sentiero dei Finanzieri", in realtà il
cartello è posizionato più in alto del bivio). Si traversa lungamente
verso destra, con belle vedute sulla Cima della Rosetta e sul fronteggiante
Cusìglio
(2510 m), per poi prendere a risalire con altre serpentine (alcune funi
metalliche e parapetti nei punti più esposti) la vasta scarpata di
roccette discendente dal Passo della Rosetta. L'ottima segnaletica guida
attraverso cenge, canalini e tratti detritici fino all'ampio pendio
ghiaioso sottostante il passo: oltrepassato l'ardito pilone della funivia,
un'ultima traversata per cengette leggermente esposte consente di
raggiungere l'orlo dell'Altipiano delle Pale nel suo punto di massimo
restringimento, proprio in corrispondenza del Passo della Rosetta (2572 m,
h 1,30 dal Rifugio Col Verde). Bellissima veduta sulle desolate lastronate e sulle ardite cime
rocciose che fanno da corona al brullo tavolato detritico.
Seguendo i segnavia verso sinistra, si può
raggiungere in una decina di minuti il Rifugio Pedrotti alla Rosetta (2581
m). Volgendo invece decisamente a destra, e risalendo per tracce di
passaggio il vasto pendio
detritico, si raggiungono la stazione superiore
della funivia (bar-ristorante, affollamento garantito!) e, aggirato con
precauzione un profondo crepaccio roccioso, per le ultime ghiaie e
roccette, l'aerea sommità della
Cima della Rosetta (2743 m, h 0,30
dal passo). Meraviglioso
panorama a volo d'uccello sulla conca di Fièra di Primièro, su Lagorài e
Cima d'Asta, sulla poderosa Pala di San Martino e su tutta la Catena
Settentrionale delle Pale.
Scesi nuovamente al Rifugio Pedrotti, oltre che per
l'itinerario di salita, è senz'altro consigliabile la discesa per la
selvaggia Val di Roda. Si seguono le evidenti indicazioni (segnavia n° 702)
per il Passo di Val di Roda, che si raggiunge in pochi minuti (2580 m),
aperto fra la Cima della Rosetta e l'Anticima di Roda. Qui ha il suo capolinea il
famigerato "Sentiero del Barone Von Lesser", così chiamato dal
nobiluomo di Dresda che ne finanziò la realizzazione fra il 1905 ed il
1914: la caratteristica peculiare di questo percorso è l'incredibile (ed
a volte eccessivo!) numero di tornanti a pendenza praticamente nulla, che
lo allungano a dismisura. Per contro, in discesa tale percorso è comunque
piacevole e poco faticoso.
Si inizia quindi a scendere nella selvaggia
Val
di Roda, mantenendosi altissimi rispetto al fondovalle: il sentiero risulta tracciato con
intelligenza, con terrapieni e muretti a secco, cionondimeno sovente i
tornanti sono "tagliati" da opportune scorciatoie. Più in
basso, la traccia taglia una verticale bastionata rocciosa con percorso
agevole ma un po' esposto (rocce umide), per uscire poi su di uno
splendido colle erboso (Col delle Fède, 2278 m, h
1,00 dal rifugio), da dove si apre
magnifica la vista sul
Passo di Ball e sulla Pala di San
Martino.
Attraversato
lo scosceso canalone originatosi dal severo
vallone in cui si annida il piccolo Ghiacciaio della Pala, la
traccia lascia a sinistra lo stacco del segnavia n° 715
per il Rifugio Pradidali ed inizia un'altra lunga serie di tornanti
lungo un pendio erboso: raggiunto il fondo di un ripido valloncello sul
quale incombono nere pareti rocciose (sono in realtà quelle che
sorreggono il Col delle Fède), si scende ancora lungamente fino al
piccolo ripiano erboso del Col dei Bèchi (2048 m, h
0,45 dal Col delle Fède). Dai ruderi del piccolo rifugetto un tempo qui esistente,
si gode di magnifica veduta sui Campanili di Roda e su tutta la
conca di San Martino.
Da qui la valle si fa boscosa e ancor più
selvaggia: un'altra serie di lunghi tornanti per una successione di
terrazze baranciose consente di raggiungere il ciglio del grande salto
iniziale della vallata, di cui si scorge il lontanissimo fondovalle. La
mulattiera taglia allora a mezzacosta, alla base dei verticali pinnacoli e
dei vertiginosi canaloni alle pendici del Cusìglio e del Figlio
della Rosetta: superati una serie di ripidi canali (qualche facile
attrezzatura), si scavalca per una buia galleria artificiale il colletto
basale di un ardito gendarme (Torre Ebe), per scendere con altri
tornanti il successivo canale
ghiaioso. Oramai nel bosco fitto, si
tagliano lungamente le scoscese pendici della Cima della Rosetta, in ambiente
selvaggio e bellissimo, fino ad incrociare l'ampia forestale della Val
di Roda (cartelli): seguendola, si traversa il bosco a monte di San
Martino fino a reinnestarsi sulla pista da sci del Col Verde,
pochi minuti a monte della stazione di partenza della cabinovia e del
parcheggio (h 1,15 dal Col dei Bèchi).