Seguendo
le indicazioni, si scende brevemente attraversando un ampio prato,
fino a che il sentierino non prende a risalire l’ampio dosso erboso
delle Crode Rosse, formazioni
calanchive poste proprio sotto le vertiginose
pareti del Cimòn della Pala.
Una volta giunti sulla
sommità delle crode,
la traccia si snoda in costa, attraversando un'ampia zona prativa fino al bivio col sentiero che porta
(a sinistra) all’attacco della "Via Ferrata
Bolver-Lugli" (n° 706
fino al Bivacco Fiamme Gialle). Oltre il bivio, la traccia prosegue
sempre in costa, e con qualche saliscendi, in direzione del Rifugio Col
Verde (stazione intermedia della "Funivia della Rosetta",
che parte da San Martino); qui giunti, proprio
alle spalle del cartello che indica la direzione da seguire (da cui noi
proveniamo) per l’attacco della ferrata, si stacca un sentierino (segnato ma senza numero)
che consente di arrivare al Passo Bèttega evitando il lungo giro
fino al Rifugio Pedrotti (vedi anche itinerario Cima
della Rosetta).
Si sale
dunque per poco a zigzag, fino a che si
giunge ad una breve corda fissa che risale un corto e facile caminetto;
oltre questo passaggio si prosegue un poco fin verso il fondo di un piccolo
canalino, e portandosi quindi su una facile cengia con un roccione sporgente a
fare da basso tetto (corda). Da qui si entra in un
vallone roccioso a placche inclinate, che si risale tra ghiaie e
facili roccette fino ad oltrepassare il bivio segnalato per il Rifugio
Pedrotti, che bisognerà imboccare al ritorno, arrivando
in breve all’intaglio del Passo Bèttega (2667 m).
Dal passo,
sempre per ghiaie, la traccia scende un poco rimanendo sempre in costa
sopra la sottostante Valle delle Comèlle fino a che, doppiato un
breve tratto di facili roccette, il sentiero non scende nell'ampia Val
dei Cantòni. Per ghiaie
e neve (luglio), rimanendo sempre sul versante sinistro (destro
idrografico) della valle,
la si risale, avvicinandosi ad un intaglio roccioso da cui scende una
cascatella. Con un ulteriore tratto su facili roccette, si sale sulla
sinistra del corso d’acqua, trovandosi nella parte superiore della valle;
qui aumentano sia la pendenza sia i tratti innevati e, in corrispondenza
del bivio verso il Bivacco Fiamme Gialle, si giunge sul vertiginoso
baratro del Passo del Travignòlo (2925 m). Sotto, minuscola sullo
sfondo dei verdissimi prati, la Baita Segantini.
Tabelle
segnaletiche indicano di risalire il ripido pendio alla nostra destra, per
ghiaie e neve, fino all’evidente insellatura
tra la Cima della Vezzàna ed il Nùvolo; da qui, con un ultimo breve
sforzo, si superano le ultime facili roccette e si è finalmente
in vetta alla Cima della Vezzàna (3192 m, segnale trigonometrico),
la più alta quota delle Pale di San Martino.
Per la discesa, si segue lo stesso
percorso di salita fino al Passo Bèttega e, oltrepassatolo, si
seguono le indicazioni per il Rifugio Pedrotti; dapprima la traccia
traversa una placca inclinata quindi, dopo aver aggirato il fianco della Cima
Corona, con qualche saliscendi su buon sentiero conduce verso
l’Altipiano delle Pale in vista del Rifugio
Pedrotti e della Cima
della Rosetta.
Da qui, prima in direzione della
stazione a monte della
funivia e poi scendendo verso la conca di San Martino di Castrozza
ed il Passo Rolle, seguendo gli infiniti
tornantini del sentiero, si scende al Rifugio Col Verde (vedi
itinerario Cima
della Rosetta in senso inverso) e ci si ricongiunge al sentiero nei pressi di
quelle indicazioni per la Via Ferrata Bolver-Lugli che avevano segnalato,
all’andata, il punto in cui abbandonare la traccia principale per
affrontare la prima facile corda fissa.