Il Castellazzo 2333 m

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 022

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLE PALE DI SAN MARTINO)

SCHEDA N.

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO (DALLA FORCELLA VENÈGIA)

PARTICOLARE DEI PERCORSI DI SALITA E DISCESA (DAL MONTE MULÀZ)

IL CASTELLAZZO DAI PRATI DELLA VAL VENÈGIA, POCO SOTTO IL CAMPIGÒL DELLA VEZZÀNA

CAVERNA DI GUERRA SULLA CRESTA SOMMITALE DEL CASTELLAZZO

IL LAGO DI PANEVEGGIO E LA BASSA VAL TRAVIGNÒLO DALLA SOMMITÀ DEL CASTELLAZZO

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Si risale la valle fino a Predazzo (1011 m, 37 km da Egna-Ora), dove si svolta a destra per risalire la pittoresca Val Travignòlo. Superato Bellamonte, si supera il grande bacino artificiale (Lago di Paneveggio) e si raggiunge l'abitato di Paneveggio (1515 m, 13 km da Predazzo).

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno e poi Feltre (42 km da Pian di Vedoia), da dove si risale interamente la lunga Val Cismòn fino al Passo Rolle (56 km da Feltre). Si scende quindi in Val Travignòlo fino a Paneveggio (1515 m, 8 km dal Passo Rolle).

Da Paneveggio si prosegue verso il Passo Rolle, deviando però quasi subito a sinistra per il Passo di Vàlles. Dopo qualche chilometro, in località Pian dei Casòni (1693 m), si lascia l'auto presso un capace parcheggio sulla destra (indicazioni per la "Val Venègia").

 

ITINERARIO

Si risale la stradetta con pendenza quasi nulla, a fianco del torrente, fino a sbucare nell'ampia radura erbosa dove sorge la grande Agritur Malga Venègia (1778 m, h 0,20): qui è possibile giungere con l'auto, pagando però pedaggio. Sul fondo della valle appare la ciclopica muraglia delle Pale di San Martino

Si prosegue per boschi e prati lungo la strada, praticamente pianeggiante: l'ambiente idilliaco e lo sfondo maestoso rendono la camminata particolarmente rilassante. Una brevissima e blanda salita consente di raggiungere l'accogliente Malga Venegiòta (1824 m, h 0,30 da Malga Venègia), con ampia terrazza panoramica. 

Salendo un po' più decisamente, ma sempre con tranquillità, si attraversa un tratto di bosco, si supera la stazione a valle della teleferica del Rifugio Volpi al Mulàz e la relativa traccia n° 710 (vedi anche itinerario Monte Mulàz) e si giunge così al vastissimo ripiano detritico del Campigòl della Vezzàna. Qui confluiscono i detriti che scendono dagli immensi ghiaioni sottostanti la Cima dei Burelòni e la Cima della Vezzàna. 

Superato quindi il tratto detritico, si ritorna sull'erba per iniziare a risalire con più decisione, con una lunga serie di tornanti comunque poco ripidi, la testata erbosa della valle, fino a sbucare sui prati dell'ampio Passo della Costazza (2174 m, h 0,40 da Malga Venegiòta): qui, nei pressi di un piccolo laghetto, sorge la pittoresca Baita Segantini (2170 m, ristoro). 

Poco prima di raggiungere la costruzione, nei pressi della sbarra del "Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino", stacca sulla destra una traccia segnalata per il Castellazzo: questa taglia in piano i grandi pendii prativi della Costazza (2275 m) e, con percorso a dire il vero un po' fastidioso a causa dell'abbondante bestiame, consente di raggiungere una verde valletta che si apre ai piedi della parete Sud del Castellazzo, a questo punto ben visibile. Cercando di perdere meno quota possibile, si scende nella valletta (piccola baita) e si raggiungono per prati alcune evidenti indicazioni: qui l'itinerario per il Castellazzo viene indicato a destra, ma si consiglia invece di proseguire diritti, attaccando direttamente lo zoccolo di detriti del versante meridionale. 

Si intercetta presto una traccia della guerra che risale i ghiaioni in diagonale da sinistra a destra: all'inizio la marcia risulta un po' scomoda a causa del pietrame friabile, poi la situazione migliora. Con una lunga serie di ripidi tornantini la traccia risale un canalino fra il Castellazzo vero e proprio ed uno spuntone a destra, fino ad uscire su di una panoramica selletta di cresta (h 1,00 dalla Baita Segantini). Qui si possono visitare facilmente due gallerie degli Alpini con interessanti ricoveri. 

Oltre la selletta si incontra la bella mulattiera lastricata che risale il facile versante Est (dove guidavano le indicazioni sottostanti): seguendola verso sinistra, si passa per un altro ricovero e si raggiunge la bella cresta sommitale, in corrispondenza di una ardita postazione che si affaccia sul Cimòn della Pala. Si risalgono quindi gli ultimi metri fino alle roccette sommitali del Castellazzo (2333 m, h 0,10 dalla selletta): attenzione al salto incombente verso Sud! Vista eccezionale sul fronteggiante Mulàz, sulle Pale e sul Lagorài (se non c'è nebbia!). 

Per la discesa, si consiglia questa opportunità: tornando per pochi metri sui propri passi, nel tratto fra la postazione ed il ricovero, si individuano una serie di ometti che scendono per facili prati verso Nord-Ovest. Seguendoli, si scende in una conca carsica veramente pittoresca, dove si possono continuare ad ammirare postazioni ed opere della Grande Guerra. Raggiunto il ciglio del tavolato, che precipita sui prati di Juribello con pericolosi dirupi, la traccia, qui un po' più marcata, compie un ampio giro su tutta la bassa e media Val Venègia, per poi immettersi su una molto rovinata mulattiera militare che taglia in quota le pendici del Castellazzo e riporta alla valletta con baitina ai piedi del versante Sud (h 1,00 dalla vetta). 

Da qui si ritorna alla Baita Segantini ed al Pian dei Casòni in altre h 1,30 circa. 

N.B.: sulle cartine è segnata la possibilità di scendere direttamente al Campigòl della Vezzàna dalle pendici del Castellazzo per tracce militari: noi non siamo riusciti a trovare tracce sicure, sia per la nebbia, sia per l'evidente stato di abbandono in cui versano tali tracce. Pare più sicuro il ritorno per il Passo della Costazza.   

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 - 6,00

DISLIVELLO

1000 m circa 

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

14 agosto 2005 

PERIODO CONSIGLIATO

maggio - ottobre

COMMENTI

Breve gita, raccomandabile a chiunque, adatta anche per il fuori stagione: anzi, forse l'autunno è proprio il periodo migliore, quando l'affollamento alla Baita Segantini è andato scemando e l'aria è più tersa. Bisogna fare un po' di attenzione alle tracce, in quanto oramai non più soggette a manutenzione. Facile e raccomandabile.