Si può
indifferentemente risalire con attenzione la pista da sci o prendere un
sentiero sull'altra sponda del Rio di San Nicolò che va a
ricongiungersi con la pista principale nei pressi della Malga
al
Crocifisso (questa traccia è utilizzata sovente dalle motoslitte).
In
un modo o nell'altro, in h 0,20 circa
si arriva alla malga, posta nel punto in cui la Valle dei Monzòni
confluisce da destra nella principale Valle di San Nicolò.
Abbandonata la pista da sci, si segue la ben marcata traccia che si
inoltra in Valle dei Monzòni, attraverso un bel bosco di abeti:
superata la sbarra che d'estate segna il limite di percorribilità agli
autoveicoli, si guadagna quota con alcuni tornanti dopo di che si prosegue
in moderata ma costante salita, con qualche scorcio sullo scuro Gruppo
dei Monzòni che sbarra il fondovalle.
Lasciato un bivio a sinistra per
il Lagusèl (cartelli, a volte traccia marcata nella neve), si
raggiunge in breve la Baita
Monzòni (1792 m,
h
0,50 dalla Malga al Crocifisso, spesso aperta in inverno); giunti al margine di una vasta
radura, la si risale fino ai vasti edifici della Malga
Monzòni
(1862 m, scomoda fontana).
Risaliti ancora brevemente, si trova un bivio
(cartelli): trascurata la traccia che prosegue dritta verso il Rifugio
Taramelli ed il Passo delle Selle (spesso poco battuta), si
prende a destra l'erto sentiero che inizia a salire ripidamente nel
fitto bosco. La pendenza è forte, e specialmente con neve molto dura può
essere necessario ramponare in qualche punto: in tutta sicurezza,
comunque, si superano alcune baite e si raggiunge una prima vasta conca,
da cui si apre finalmente una splendida veduta della
Marmolada e
della testata di Valle dei Monzòni.
Continuando a risalire
i ripidi e
faticosi pendii innevati (ciaspole quasi indispensabili), ci si appoggia
infine verso destra e si tocca il Rifugio Vallaccia (2200 m,
h 1,25 dalla Baita Monzoni), di solito chiuso ma con
un'accogliente terrazza di legno
esposta al sole.
Proseguendo a mezza costa, si
rimonta per un altro tratto
il vallone, in vista della triangolare parete Est della Punta della
Vallaccia, per deviare poi ripidamente a destra ed entrare nella vasta
conca che si apre alla base del versante orientale del Sasso delle
Undici: un'altra risalita a mezza costa, facendo attenzione in alcuni
punti causa la ripidezza del pendio, conduce in breve ai piedi della
calotta sommitale; o risalendola direttamente, o con un mezzo giro a
destra, si tocca la colonnina di vetta del Sasso delle Undici (2501 m, h
1,15 dal Rifugio Vallaccia),
da cui si apre un panorama veramente spettacolare su Catinaccio,
Sassolungo, Sella, Marmolada,
Pale di San
Martino.
Ritorno per la
stessa via in h 1,45.