Anello della Forca Rossa

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 015

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 29 

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Močna (47 km da Egna-Ora). Di qui si svolta a destra e si risale la pittoresca Valle di San Pellegrino fino al Passo di San Pellegrino (1919 m, 12 km da Močna). Si scende ripidamente a Falcade e, da Pič Falcade, si imbocca a sinistra una stradina che sale alla frazione Sappade (1348 m, 14 km dal Passo di San Pellegrino).

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale la Val Cordevole fino a Cencenėghe Agordino (47 km da Pian di Vedoia). Qui si prosegue verso Falcade fino a poco oltre Canale d'Āgordo, svoltando poi a destra e raggiungendo Caviola. Proseguendo su stradina asfaltata si sale fino a Sappade (1348 m, 11 km da Cencenėghe).

 

 

ITINERARIO

Parcheggiata l'auto all'ingresso del paesino, ci si dirige verso la piccola chiesa, la si supera e si continua fino alle ultime case dell'abitato: il sentiero comincia dove la strada asfaltata si trasforma in carrareccia inghiaiata. Purtroppo le indicazioni, seppur presenti, sono collocate in posizione poco visibile, ma la direzione č comunque evidente e la camminata piacevole.

Si prosegue dunque sempre su mulattiera: tralasciando alcuni bivi non segnalati, si supera un crocifisso fino a che una provvidenziale freccia non spinge a deviare a sinistra. Poco dopo ci si innesta sulla carrareccia proveniente da Tegosa e dall'ex Rifugio Caiada. Qui la pendenza si fa pių sostenuta e anche la carrareccia si trasforma nuovamente in mulattiera. Nonostante i segni non siano certo abbondanti, il percorso č sempre ben chiaro e l'erto sentiero ben tracciato. Oltrepassato un gruppetto di alberi caduti di traverso al sentiero stesso, si raggiunge un punto molto bagnato e fangoso, in corrispondenza del quale la traccia devia bruscamente a sinistra inoltrandosi ripidamente nel bosco. Oltre il breve tratto ripido, il cammino si fa nuovamente pių agevole: si passa di fianco ad una bella e rustica panchina con splendida vista su Mulaz, Focobon e sulla vallata sottostante e, continuando la salita, dopo poco si esce definitivamente dal bosco. Si attraversa una radura (panca e tavolo sul suo limitare a sinistra) e, oltre un tratto di rigogliose erbe alte, si cominciano a risalire con buone serpentine i ripidi prati posti sotto al Col Becher. Guadagnando quota, la traccia  si avvicina all'orlo dei rossastri franamenti che costituiscono il versante meridionale del Col Becher (possibilitā di avvistare l'aquila); la traccia passa proprio sull'orlo del baratro, riprendendo poi a salire in bellissimo ambiente aperto per aggirare il fianco della montagna, fino a depositarci, attraversando alcuni tratti franati, al Passo di Col Becher (2312 m, h 3,00 da Sappade). Il luogo č solitario e panoramico e costituisce un bellissimo balcone naturale affacciato sulla sottostante Valle del Biois.

Da qui il sentiero (segnavia n° 689) prosegue in falsopiano tagliando  verdi pendii in direzione della evidente traccia militare che sale con zigzag ben tracciati alla Forca Rossa (2490 m, h 1,00 dal Passo di Col Becher). Il luogo č incantevole e la modesta pendenza del sentiero non affatica pių di tanto: la Forca Rossa costituisce un meraviglioso pulpito panoramico affacciato sul Passo di Col Becher e su tutto l'Agordino da una parte e sui verdi prati del Passo di San Pellegrino dall'altro. Vicinissime, svettano maestose le Cime dell'Auta.

Da qui vi sono due possibilitā per il ritorno; utilizzare il sentiero n° 694 e scendere per bei prati rimanendo sull'orlo sinistro della verde conca, oppure optare per la traccia n° 693 che rimane pių accostata alle pareti rocciose. Nel primo caso,  con graduale discesa ci si porta fino ad un recinto in cui spesso pascolano cavalli e ove si trovano tabelle segnaletiche. Se invece si sceglie il percorso che rimane pių a destra, si costeggiano lungamente i ghiaioni basali delle cime che fanno da corona alla Forca Rossa fino a che, poco prima che il sentiero ricominci a salire, tabelle segnaletiche invitano a deviare verso sinistra puntando poi al medesimo recinto con cavalli a cui si giunge con l'altro percorso.

Giunti quindi, in un modo o nell'altro, sul fondo dell'ampio vallone e raggiunto recinto e tabelle segnaletiche, occorre deviare verso sinistra; la traccia si dirige verso il torrente (ben visibile crocifisso in legno) e, una volta attraversatolo su improvvisate passerelle di legno, si trasforma nuovamente in larga carrareccia. Scendendo verso il fondo della Valfredda punteggiato di baite si trascura il bivio che risale la Val di Forca in direzione della Malga Bosch Brusā e si continua a scendere fino a che, proprio prima di raggiungere il ponte sul rio di Valfredda, cartelli segnaletici fanno nuovamente deviare a sinistra in direzione della Malga ai Lach; si risale quindi con un comodo sentiero il rado bosco di larici fino a raggiungere la baranciosa Forcella Marmoi (2001 m,  h 1,30 dalla Forca Rossa).

Da qui (tabelle, segnavia n° 691, vedi anche itinerario Sass de la Palaza) il sentiero prende a scendere in un bellissimo bosco (che pių che altro sembra un giardino!) fino ad arrivare alla bella e soleggiata Malga ai Lach (1815 m, ristoro aperto durante la stagione estiva).

Oltre la malga si scende lungo la carrareccia, che perō si abbandona ben presto: sulla sinistra un bivio segnalato invita ad imboccare il sentiero (bollato in bianco rosso, sempre ben visibile, ma non segnato sulle mappe ufficiali) che con ripida discesa porta, dopo aver attraversato la gola del torrente Marmoladella, presso un ponte metallico. Da qui, in breve, di nuovo al punto di partenza (h 1,30 da Forcella Marmoi).  

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa

DISLIVELLO

1250 m circa 

DIFFICOLTA’

ULTIMO SOPRALLUOGO

luglio 2017

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario non troppo lungo e mai difficile; alcuni tratti di sentiero risultano un poco malagevoli e talvolta la traccia potrebbe apparire non evidentissima. In compenso i panorami sono davvero magnifici!