Parcheggiata l'auto all'ingresso del paesino, ci si dirige verso la
piccola chiesa, la si supera e si continua fino alle ultime case
dell'abitato: il sentiero comincia dove la strada asfaltata si trasforma
in carrareccia inghiaiata. Purtroppo le indicazioni, seppur presenti,
sono collocate in posizione poco visibile, ma la direzione č comunque
evidente e la camminata piacevole.
Si prosegue dunque sempre su mulattiera: tralasciando alcuni bivi non
segnalati, si supera un crocifisso fino a che una provvidenziale freccia
non spinge a deviare a sinistra. Poco dopo ci si innesta sulla
carrareccia proveniente da Tegosa
e dall'ex Rifugio Caiada. Qui
la pendenza si fa pių sostenuta e anche la carrareccia si trasforma
nuovamente in mulattiera. Nonostante i segni non siano certo abbondanti,
il percorso č sempre ben chiaro e l'erto sentiero ben tracciato.
Oltrepassato un gruppetto di alberi caduti di traverso al sentiero
stesso, si raggiunge un punto molto bagnato e fangoso, in corrispondenza
del quale la traccia devia bruscamente a sinistra inoltrandosi
ripidamente nel bosco. Oltre il breve tratto ripido, il cammino si fa
nuovamente pių agevole: si passa di fianco ad una bella
e rustica panchina con splendida vista su Mulaz, Focobon e
sulla vallata sottostante e, continuando la salita, dopo poco si esce
definitivamente dal bosco. Si attraversa una radura (panca e tavolo sul
suo limitare a sinistra) e, oltre un tratto di rigogliose erbe alte, si
cominciano a risalire con buone serpentine i
ripidi prati posti sotto al Col Becher. Guadagnando quota, la traccia
si avvicina all'orlo dei rossastri
franamenti che costituiscono il versante meridionale del Col
Becher (possibilitā di avvistare l'aquila); la traccia passa proprio
sull'orlo del baratro, riprendendo poi a salire in bellissimo
ambiente aperto per aggirare il fianco della montagna, fino a
depositarci, attraversando alcuni
tratti franati, al Passo
di Col Becher (2312 m, h
3,00 da Sappade). Il luogo č solitario
e panoramico e costituisce un bellissimo balcone naturale
affacciato sulla sottostante Valle
del Biois.
Da qui il sentiero (segnavia n° 689) prosegue in
falsopiano tagliando verdi
pendii in direzione della evidente traccia militare che sale con zigzag
ben tracciati alla Forca Rossa
(2490 m, h
1,00 dal Passo di Col Becher). Il luogo č incantevole e la modesta
pendenza del sentiero non affatica pių di tanto: la Forca
Rossa costituisce un meraviglioso pulpito panoramico affacciato sul Passo
di Col Becher e su tutto l'Agordino da una parte e sui verdi
prati del Passo di San Pellegrino
dall'altro. Vicinissime, svettano maestose le Cime
dell'Auta.
Da qui vi sono due possibilitā per il ritorno; utilizzare il sentiero n°
694 e
scendere per bei
prati rimanendo sull'orlo sinistro della verde conca, oppure
optare per la traccia n° 693
che rimane pių accostata alle pareti rocciose. Nel primo caso,
con graduale discesa ci si porta fino ad un recinto in cui spesso
pascolano cavalli e ove si trovano tabelle segnaletiche. Se invece si
sceglie il percorso che rimane pių a destra, si costeggiano
lungamente i ghiaioni basali delle cime che fanno da corona
alla Forca Rossa fino a che, poco prima che il sentiero ricominci a
salire, tabelle segnaletiche invitano a deviare verso sinistra puntando
poi al medesimo recinto con cavalli a cui si giunge con l'altro
percorso.
Giunti quindi, in un modo o nell'altro, sul fondo dell'ampio vallone e
raggiunto recinto
e tabelle segnaletiche, occorre deviare verso sinistra; la
traccia si dirige verso il torrente (ben visibile crocifisso
in legno) e, una volta attraversatolo su improvvisate
passerelle di legno, si trasforma nuovamente in larga carrareccia.
Scendendo verso il fondo della Valfredda
punteggiato di baite si trascura il bivio che risale la Val
di Forca in direzione della Malga
Bosch Brusā e si continua a scendere fino a che, proprio prima di
raggiungere il ponte sul rio di Valfredda, cartelli segnaletici fanno
nuovamente deviare a sinistra in direzione della Malga
ai Lach; si risale quindi con un
comodo sentiero il rado bosco di larici fino a raggiungere la
baranciosa Forcella Marmoi
(2001 m, h 1,30 dalla Forca Rossa).
Da qui (tabelle, segnavia n° 691, vedi anche itinerario Sass
de la Palaza) il sentiero prende a scendere in un bellissimo
bosco (che pių che altro sembra un giardino!) fino ad arrivare alla
bella e soleggiata Malga ai Lach
(1815 m, ristoro aperto durante la stagione estiva).
Oltre la malga si scende lungo la carrareccia, che
perō si abbandona ben presto: sulla sinistra un bivio segnalato invita
ad imboccare il sentiero (bollato in bianco rosso, sempre ben visibile,
ma non segnato sulle mappe ufficiali) che con ripida discesa porta, dopo
aver attraversato la gola del torrente Marmoladella, presso un ponte
metallico. Da qui, in breve, di nuovo al punto di partenza (h 1,30 da Forcella Marmoi).