Ammirata la bella
cascata che dà il nome alla località, si supera il rio su un ponte e
si segue la comoda rotabile sterrata che sale con due tornanti lungo un
pendio erboso, per poi inserirsi nel bel bosco di abeti e
larici.
Trascurata presto una diramazione a sinistra (indicazione per "Abete Monumentale"),
si prosegue sulla carrareccia principale (segnavia n° 317),
che attraversa alcune pittoresche radure con tavoli e panche, per poi
immettersi nel solco principale della Val Moèna.
Con pendenza
moderata, la strada procede nel fitto bosco, con tracciato poco
panoramico: oltre un primo ponte, si raggiunge un ampio ripiano erboso
dove sorge una costruzione dell'acquedotto, e si incontra una diramazione
a destra per il villaggio di Salanzàda. Proseguendo lungo la
carrareccia, si supera nuovamente il rio e, oltre una zona di bosco fitto,
si incontra un altro bivio: trascurata la diramazione di destra, diretta
in Val
Foràme, si prosegue a sinistra, rimanendo in
Val Moèna,
fino ad un ennesimo ponte. Qui c'è un altro bivio, in verità poco
avvertibile, per il Doss dei Làresi (stazione intermedia degli
impianti del Cermìs).
Continuando a seguire la strada, si guadagna
quota con una serie di tornanti un po' più ripidi, per poi tagliare
nuovamente in falsopiano la sponda sinistra della valle. Presso una
strozzatura del vallone, si abbandona la carrareccia per prendere una
larga mulattiera a destra che si addentra nel bosco, supera il rio su un
ponticello di legno ed inizia a salire più decisamente lungo la sponda
opposta della valle. In uno splendido ambiente boschivo, veramente
selvaggio, la mulattiera sale fino ad incrociare nuovamente la strada, che
si abbandona subito per seguire un sentiero che prosegue in salita nel
bosco di fronte fino ad intercettare definitivamente la strada. Si segue
la carrareccia pianeggiando verso sinistra e, aggirato un dosso, si
incontra l'ampia radura dove sorge la pittoresca Malga
Càore (ex Malga delle Capre, 1706 m, h
2,00), di proprietà privata.
Un brevissimo strappo consente
quindi di raggiungere la grande
spianata prativa di fondovalle dove sorgono varie costruzioni private
e la grande Malga Nuova di Val Moèna (1744 m, h
0,15 da Malga Càore): presso la malga è sempre aperto un locale per il
bivacco.
Abbandonata la carrareccia, si seguono ora a sinistra i segnavia
del sentiero n° 353
per Forcella La Salèra: sentiero è una parola grossa perchè,
soprattutto all'inizio, la traccia è praticamente inesistente, e solo i
bolli bianco-rossi (recentemente ridipinti) danno un'idea della direzione
da seguire. Più in alto comunque la traccia è più marcata, e la si
segue con fatica mentre sale con erte svolte la ripida costa boscosa.
Belle vedute sulla testata
di Val Moèna e, oltre il Doss dei Làresi, sul
Gruppo del Latemar. Tagliate numerose vallette laterali, si rimonta
alla fine un ripido pendio erboso che sbuca sulla larga insellatura di Forcella
La Salèra (2230 m, h 1,15 dalla
malga).
Trascurati i sentieri che proseguono lungo la linea della
forcella, si prende la traccia che aggira alla base il piede della cresta
del Cimòn del To della Trappola (2401 m) e, per ondulati ripiani
erbosi e petrosi, raggiunge un poggio alberato da dove appare la cupola
erbosa del Paiòn del Cermìs, con le evidenti costruzioni degli
impianti di risalita. Proseguendo a destra, lungo una specie di corridoio
erboso, si raggiunge un'ampia conca acquitrinosa, sede di un lago
interrato, che si attraversa per poi tagliare più decisamente una vasta
pietraia. Con decisa salita, si raggiunge la grande pista da sci del Cermìs
e, tagliatala in diagonale, si tocca l'ampia insellatura della Forcella
di Bombasèl (2180 m, h 1,15 da Forcella
La Salèra). Bella veduta sul tozzo Cimòn
del To della Trappola, sul roccioso Castèl
di Bombasèl (2535 m) e su tutto il settore centrale del
Lagorài.
Per godere di un panorama ancora più vasto, conviene salire in un quarto
d'ora lungo la pista da sci sull'allungato schienale del Paiòn del
Cermìs (ristoro presso l'arrivo della funivia da Cavalese), da dove appaiono anche tutta la Val di Fiemme e la
bassa Val
di Fassa.
Tornati alla forcella, si segue ora il segnavia n° 2
(indicazioni per "funivia"), che scende fra erba e rocce
nell'ampio vallone sottostante: dopo un primo tratto in ripida discesa, la
traccia si mantiene in quota, a ridosso dei ripidi pendii del Paiòn del
Cermìs e, con alcuni saliscendi, va ad incontrare l'ampia pista da
sci. Scendendo per la pista, senza percorso obbligato, si raggiunge la
stazione intermedia "Olimpia", situata su di un ampio
spallone erboso. Seguendo la sinuosa carrareccia forestale (segnavia 9a),
lungo un "percorso attrezzato" per imparare ad apprezzare le
amenità del luogo, si perde quota molto lentamente. Dopo molto tempo, con
una serie di tornanti un po' più decisi nella boscosa Val de la Roda,
si scende finalmente alle grandi costruzioni del Doss dei Làresi
(1278 m, h 1,30 dalla Forcella
Bombasèl), dove sorge la Baita
Doss dei Làresi e dove giunge anche una strada asfaltata.
Proseguendo sulla
carrareccia a sinistra, si tagliano immensi boschi per uscire sul magnifico
altopiano pascolivo di Salanzàda (1057 m), ricco di bestiame al
pascolo. A questo punto si lascia la strada (diretta alla media Val
Moèna) per prendere una diramazione a destra che scende per vasti
prati in direzione di una ben evidente malga. Oltre la malga, la strada
entra in un fitto bosco (ambiente naturale splendido!), supera un rio su
un ponte, transita presso il famoso "abete monumentale"
(cartello) e, uscita su un ampio prato, va a ricongiungersi alla strada di
Val Moèna sopra i due tornanti iniziali.
Di qui, in breve,
nuovamente a Cascata (h 1,00
dal Doss dei Làresi).