Trav. Morègna-Coltoròndo-Valmaggiore

Home Gruppo del Catinaccio Gruppo della Marmolada Sassolungo e Sella Gruppo del Latemar Pelmo e Civetta Croda da Lago e Nuvolàu Gruppo delle Tofàne Antelào - Sorapìss - Marmaròle Dolomiti di Sesto Fanes - Sennes - Braies Puez - Odle Lagorài - Cima d'Asta Gruppo del Col di Lana Gruppo di Bocche Pale di San Martino Gruppo del Cristallo Dolomiti d'Oltre Piave Vette Feltrine e Monti del Sole Gruppo di Bosconero Gruppo di Brenta Dolomiti Bellunèsi Settentrionali

 

N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO LAGORÀI-CIMA D'ASTA)

SCHEDA N. 24

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo (1011 m, 37 km da Egna-Ora), si seguono le indicazioni per il Ristorante Miola, dove andrebbe lasciata l'auto (in realtà si può proseguire oltre). Confidando nella buona stella e sperando di non prender multe, si segue la carrareccia fino ad un ponte nei pressi di uno slargo e di una tabella segnaletica. Qui si parcheggia la macchina. 

 

ITINERARIO

Si prosegue sulla destra sempre su carrareccia per sbucare dopo pochissimo nel vasto pratone che dà accesso alla Malga Valmaggiore (1608 m). 

Qui si imbocca una sterrata che risale le pendici boscose della Busa degli Slavàzzi proprio dietro la malga stessa; a tratti si procede su sentiero mentre altrove emergono i resti di un vecchio lastricato militare. Si guadagna progressivamente quota senza che la pendenza diventi mai eccessivamente faticosa, fino a che si perviene alla conca in cui si trovano lo Stallone di Morègna (con baito aperto, 2081 m) e, un poco più in basso, l’omonimo Lago di Morègna. Attorno pascolano mucche e cavalli. 

Oltre il lago il sentiero, ora chiaramente riconoscibile come vecchia strada militare, compie qualche tornante per risalire il costone erboso sovrastante il lago stesso; magnifiche vedute sulla malga, sui verdi pendii del Lusia e sulle pittoresche rocce del Catinaccio e del Sassolungo. Superata poi una prima deviazione, che consentirebbe di raggiungere il Bivacco Paolo e Nicola con percorso più diretto, il sentiero spiana alquanto nel momento in cui traversa in costa la conca soprastante il Lago delle Trote (raggiungibile con una breve digressione), panoramicamente aperta sopra Predazzo e verso i rocciosi pinnacoli del Latemar.  

Qui bisogna piegare a sinistra (dritti si proseguirebbe per Forcella Coldosè e il Rifugio Cauriol in Val Sàdole, vedi itinerario Monte Cadinòn) e imboccare il sentierino che risale un valloncello ove si trova il bellissimo Lago Brutto (2207 m), incassato in una conca glaciale tra le pendici della Cima di Morègna e del Coltoròndo. Si costeggia il lago sul suo fianco sinistro e si risale per una pietraia la testata della valle fino a giungere alla Forcella di Morègna (2397 m). Da qui vi è la possibilità di salire facilmente sia alla Cima di Morègna, sia sul Coltoròndo.  

La prima si raggiunge con un breve sentierino non segnato e poco marcato, seppur abbastanza evidente: dalla forcella ci si porta verso un evidente dosso erboso salendo lungo una sorta di canalino terroso, quindi ci si sposta un poco più sulla sinistra, ma sempre rimanendo sul versante che si affaccia sul sottostante Lago Brutto, fino ad arrivare sotto alle roccette di una sorta di anticima. Si gira loro intorno, cambiando versante, e si scavalca una piccola ed esile forcelletta. Da qui si torna nuovamente sui declivi verso il lago e in breve si è sulla Cima di Morègna (2517 m, croce di vetta e bella vista sui tre sottostanti laghi).  

Ridiscesi alla forcella, proprio dinanzi alla tabella che ne indica la quota, si nota un sentierino che risale il fianco del Coltoròndo: seguendo la traccia, si arriva ad una sorta di forcellone di cresta (resti di trincee), ove la traccia sembra sparire. Bisogna scendere leggermente fino ad imboccare un evidente sentiero di guerra, con tratti ancora lastricati, e da qui riprendere la salita seguendo ometti e bolli rossi. In breve si è sulla panoramica cima del Coltoròndo (2530 m, libro di vetta), ben affacciata sul sottostante lago e da cui si gode una bella vista di infilata sulle vicine cime del Lagorài.  

Scesi di nuovo alla forcella, si imbocca nuovamente il sentiero segnato scendendo la bella valletta posta sull’altro lato della forcella; sul fondo di questa quasi ci si perde, tanto numerosi sono i sentieri e le mulattiere di guerra che qui confluiscono. Seguendo comunque i segni rossi, si raggiunge il bivio col sentiero349 b (quello proveniente in maniera più diretta dal Lago di Morègna) e si prosegue lungo un'ampia mulattiera militare ancora ben lastricata tagliando in costa le pendici della Cima di Valbona. Quando il sentiero giunge nei pressi della Forcella di Valbona, occorre abbandonarlo per imboccare una traccetta ex militare (ometti e sbiaditi segni bianco-rossi) che sale brevemente alla forcella. 

Da qui, sulla sinistra, si attacca il fianco della Cima di Valmaggiore seguendo radi ometti e tracce di passaggio, e rimanendo sempre più o meno sul filo della cresta sud. 

Si giunge così sulla rocciosa sommità della Cima di Valmaggiore (2479 m), segnalata da un rudimentale paletto, e si procede per il crinale, ora largo ed erboso, verso il sottostante Bivacco Paolo e Nicola. Al termine della cresta, seguendo qualche vaga traccia, ci si cala ad un intaglio di cresta e si comincia a scendere un canalino terroso fino a sbucare sulle ghiaie (scomode e molto instabili!) del valloncello sottostante. Da qui, scendendo al meglio, si punta ad un colletto erboso su cui sono ben visibili i resti di ricoveri militari; proseguendo lungo la crestina erbosa si recupera una traccetta che in breve porta al Bivacco Paolo e Nicola (2173 m).  

Da qui si imbocca nuovamente la traccia segnata che scende verso la Valmaggiore, si supera la deviazione verso la Forcella di Morègna (tabelle) e si giunge sul fondo del bel valloncello dove, al limitare del bosco, si trova il pittoresco Laghetto di Valmaggiore. Entrati nella vegetazione, il sentiero si trasforma in carrareccia, scendendo con pendenza mai eccessiva verso la Malga Valmaggiore; superato un rio su un bel ponticello di legno, si esce sui prati antistanti la malga, mentre sullo sfondo si stagliano le rocciose pareti del Latemar.  

Di qui, in breve, di nuovo alla macchina.

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa

DISLIVELLO

1400 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati 

ULTIMO SOPRALLUOGO

luglio 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario facile, non troppo faticoso, su sentieri ben segnati tranne che per le digressioni alle cime; di queste, quella più facilmente accessibile è il Coltoròndo, mentre abbastanza “antipatica” risulta la discesa dalla Cima di Valmaggiore verso il Bivacco Paolo e Nicola.