Si
comincia a salire per buona sterrata di fianco al torrente fino a
che, poco prima di un ponte sulla destra, le indicazioni per "Cavelònte"
non fanno deviare dalla carrareccia.
Ci
si immette su una mulattiera immersa nel fitto bosco di conifere che, dopo
poco, si ricongiunge ad un'altra carrareccia: questa proviene dalla
frazione di
Zanolìn
e (credo) sia percorribile alle auto fino
all'altezza della ex colonia Cavelònte. Proseguendo dunque per
detta sterrata ed ignorando tutte le numerose deviazioni non segnalate,
il percorso prosegue nel bosco, che alterna tratti ombrosi e fitti a panoramici
squarci, fino a che non si arriva ad un punto in cui, nei pressi di un
ponte, la strada spiana decisamente. E' l'area in cui sorge la
costruzione, ora in rovina, della
ex Colonia Cavelònte
(1310 m), che sfruttava
una sorgente di acqua ferruginosa; indicazioni per raggiungere la sorgente
subito dopo il ponte a sinistra.
Dopo
il ponte, tabelle spingono a proseguire diritto per "Malga Aie",
"Malga Toàzzo" e "Cima di Litegòsa", e si continua quindi sempre per buona
sterrata e per una ventina di minuti, fino ad arrivare in vista della bella
Malga
Toàzzo (1452 m, h
0,30 circa dall'ex colonia).
Attraversato il torrente (tabelle), si passa
dietro gli edifici della malga e, nuovamente nel bosco, si imbocca una
buona carrareccia che si segue fino ad un bivio; qui occorre lasciare a
destra la mulattiera diretta a Malga e Cima
di Litegòsa e
deviare a sinistra. Si prosegue ancora per strada inghiaiata fino a che,
attraversato un piccolo rio, questa non termina improvvisamente. Si
imbocca allora un buon sentiero (tabella) che prende a salire in maniera decisa,
prima nel bosco e poi tra bassi arbusti; intercettata una carrareccia, la
si traversa (tabella) e si prosegue per sentiero fino a sbucare sotto il
terrapieno di sostegno di un tornante di una ulteriore carrareccia. La si
segue e in breve si è alla Malga
Aie (1943 m, h
1,30 da Malga Toàzzo), posta su un bel poggio aperto sulla vallata sottostante e
dotata di un rustico locale sempre aperto (acqua e cucina economica).
Dalla fontana nei pressi della malga (tabelle) si imbocca il bel sentiero
diretto ai soprastanti Laghetti delle Aie; prima nel bosco e poi
attraverso una colata di grossi massi si giunge ad una zona dominata da
grandi placconate rocciose coperte da una rada boscaglia. Oramai fuori dal
limite degli alberi, la traccia prende a risalire il bel
valloncello ove scorre il rio proveniente dal più basso dei due
laghetti, che si raggiunge dopo h 0,45
circa.
Dalla bellissima conca in cui giacciono i due
Laghetti
delle Aie (2168 m), occorre seguire il sentiero diretto alla
soprastante forcella; aggirato il maggiore dei due specchi d’acqua, la
traccia taglia in leggera salita le pendici del Monte Formentòne. Si sale
godendo di una bella vista sulla conca
sottostante ma, poco dopo un piccolo tornante, nei pressi di un
grosso ometto, occorre lasciare la traccia segnata diretta alla forcella per cominciare a
risalire
liberamente il fianco della montagna. Non vi sono tracce ma si sale con
facilità per magre zolle d’erba, fino a raggiungere il panoramico
crinale e poi la cima (ometto) della quota
2402 (h 1,00 circa).
Da
questa anticima
occorre scendere un poco fino alla sottostante ampia insellatura, e da qui risalire il bel pendio erboso che conduce alla
cima
del Monte Formentòne (2414 m, h 0,30
circa, croce di vetta) ampia, erbosa
ed assai panoramica.
Dalla cima, si
segue a ritroso il percorso
di salita fino alla Malga Aie; da qui si può o ritornare all’auto
per la stessa via seguita in salita, oppure scendere a Cavelònte
attraverso la carrareccia inghiaiata che percorre la bella
Val Castelir.