Laghi di Colbricòn - Cavallazza 2324 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 022

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO LAGORÀI-CIMA D'ASTA)

SCHEDA N. 15

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Si risale la valle fino a Predazzo (1011 m, 37 km da Egna-Ora), dove si svolta a destra per risalire la pittoresca Val Travignòlo. Superato Bellamonte, si supera il grande bacino artificiale (Lago di Paneveggio) e si raggiunge l'abitato di Paneveggio (1515 m, 13 km da Predazzo).

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno e poi Feltre (42 km da Pian di Vedoia), da dove si risale interamente la lunga Val Cismòn fino al Passo Rolle (56 km da Feltre). Si scende quindi in Val Travignòlo fino a Paneveggio (1515 m, 8 km dal Passo Rolle).

Da Paneveggio si prosegue verso il Passo Rolle lungo la strada statale: poco prima di giungere al valico si parcheggia sulla sinistra, nei pressi della bella Malga Rolle (1950 m circa).

 

ITINERARIO

Proprio di fronte al parcheggio (splendida veduta su Cimòn della Pala e al Gruppo delle Pale di San Martino), attraversata la strada asfaltata, inizia una carrareccia sterrata, chiusa da una sbarra, presso l'imbocco della quale si trovano alcuni cartelli segnaletici.  

Si segue la sterrata e, con una breve discesa, si giunge alla stazione a valle di alcune seggiovie (una delle quali attiva in estate); nei pressi dell'impianto si attraversa il piccolo rio su una passerella in legno (cartelli) e si entra nel rado bosco immettendosi sul sentiero che, con moderata pendenza, porta in circa h 0,30 ai bei Laghi di Colbricòn. L'ampia spianata, aperta tra la Val Travignòlo e la conca di San Martino di Castrozza, ospita un rifugio privato (Rifugio Colbricòn), con solo servizio di ristoro, e offre un bel colpo d'occhio sia sul sovrastante Monte Colbricòn, da qui davvero imponente, sia sulle verdi dorsali di Lusia, Bocche e Juribrutto. In lontananza, occhieggiano rocciose la catena di Cima Uomo e la Marmolada.  

Poco oltre il rifugio, cartelli indicatori invitano a deviare a sinistra per risalire il fianco nord occidentale della Cavallazza; la traccia segnata a vernice e da frequenti ometti è sempre bene evidente e si innalza a serpentine toccando in successione due piccoli ripiani erbosi. Se il sentierino può risultare un poco ripido, i panorami sempre più ampi compensano della fatica; sulla destra e verso San Martino di Castrozza le ardite guglie del Sass Maòr e della Cima della Madonna e, sulla sinistra, la conca dei laghi con sullo sfondo tutte le cime della Val di Fiemme.  

Quando oramai comincia a far capolino una vecchia croce di legno un poco storta, nel punto in cui la traccia segnata spiana e comincia a traversare in costa, occorre abbandonare il sentiero per salire direttamente verso la cima lungo un sentierino sulla destra. Si giunge in breve presso la croce precedentemente avvistata, si attraversano abbondanti resti di trincee e, in pochi passi, si è sulla cima vera e propria della Cavallazza (2324 m), anch'essa con la sua brava croce di legno tutta stortignaccola (h 0,50 dai laghi). Da qui è già ben visibile il resto del percorso, ovvero la cresta della Cavallazza Piccola sovrastata dalla mole del Cimòn della Pala.  

Si scende dunque sul versante opposto a quello di salita, lungo una traccetta abbastanza ben marcata, fino a recuperare il sentiero segnato abbandonato poco prima e, dopo qualche zigzag, si giunge ad una forcellina (h 0,10).  

Da qui (cartelli) oltre a proseguire verso la Cavallazza Piccola, è segnalata anche la possibilità di tagliare in piano verso il Lago della Cavallazza e, oltre, verso tre piccole pozze, per poi calare direttamente al Passo Rolle. Cavallazza Piccola (2310 m).

Ridiscesi, dopo aver esplorato l'ampia galleria (dotata di tre diversi pertugi aperti sul Passo Rolle) e sull'altra rocciosa sommità della Cavallazza Piccola, si prosegue la traversata e, tenendosi nuovamente sul versante di San Martino, si ha la possibilità di visitare altre opere e postazioni militari (cordini e pioli). Sul versante opposto, invece, la traccia scende per prati sotto grandi roccioni che formano un ampio tetto, sotto cui si osservano resti di baraccamenti e ricoveri.

Frattanto il panorama sulla Val Travignòlo è sempre più ampio, mentre dal lato opposto è il Cimòn della Pala a catturare prepotentemente lo sguardo.

Si continua a scendere per un'ampia traccia segnata da numerosi e grandi ometti di pietre fino a che, nei pressi della sella che divide la Cavallazza Piccola dalla Tognazza, si torna ad intercettare il sentiero segnato proveniente dal bel Lago della Cavallazza: da qui, volendo, in breve si giunge all'ampia sommità della Tognazza, purtroppo "ornata" da una seggiovia.

A questo punto cartelli inviterebbero a piegare a destra per rientrare al Passo Rolle e all'omonima malga, ma, nel caso se ne abbia voglia e la giornata sia bella, si può anche scegliere di tornare verso i Laghi del Colbricòn per il sentiero basso, quello che transita per il Lago della Cavallazza e che all'andata si era trascurato per esplorare le postazioni di cresta.

Scendendo invece verso il Passo Rolle, si percorre un sentiero marcato da ometti, si passa sotto i pali di una seggiovia e si arriva ad intercettare una pista da sci. La si attraversa e si imbocca, sulla destra, una carrareccia che scende con pendenza non eccessiva lungo una ulteriore pista da sci fino a giungere sul retro degli alberghi del Passo Rolle

Continuando a scendere, si imbocca a sinistra una ulteriore pista che in breve porta a valle degli impianti di risalita e in pochi minuti alla Malga Rolle (h 0,45 dalla Cavallazza Piccola).  

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 circa

DISLIVELLO

650 m circa 

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

agosto 2006 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Escursione breve, ma resa interessante dagli ampi panorami e dalla possibilità di visitare postazioni di guerra. Un consiglio: arrivare sulle cima prima delle tredici, per non rischiare di vedere solo nebbia e nuvole!!!!!