Si risale la
strada asfaltata, in questo primo tratto molto ripida, che si addentra
sempre pių nel lussureggiante bosco: superato un tavolo con panche in
posizione panoramica sulla conca di Predazzo, si attraversa un rio
e si incontra, sulla destra, una secondaria diramazione stradale sterrata,
in
corrispondenza di un cartello in legno che invita a mantener pulito il
bosco (h 0,25 circa).
Abbandonata la
strada principale (vedi itinerario Al
Passo Sādole), si prende la deviazione, che sale inizialmente ripida sul
costone boscoso di destra. La pendenza diminuisce presto, mentre la strada
effettua un lungo traversone assecondando le sinuositā della montagna.
Raggiunta una valletta, con due ampi tornanti la si risale per poi
rientrare nella fitta abetaia: a questo punto si abbandona il tronco
principale per imboccare una traccia che, a sinistra, si mantiene sulla
linea di massima pendenza e che va a ricongiungersi con la strada pių in
alto, dopo circa 20 minuti di salita decisa (1490 m circa, h
dal bivio).
Si prosegue a sinistra, lungo il tracciato stradale, mai
eccessivamente ripido: spesso risultano tracciate alcune scorciatoie, pių
erte ma che fanno guadagnare tempo. Dopo un paio di lunghissimi tornanti,
con alcuni begli scorci sui dirupi meridionali del Latemar, si
abbandona definitivamente la strada (1750 m circa, h
da quota 1490 m) per seguire una traccia che risale pių decisamente il
bosco ormai rado ("Bosco di Bombčsta"): con alcuni
modesti saliscendi si raggiunge una vasta radura e, per un ultimo pendio
ripido, si tocca la sommitā del successivo cocuzzolo, sul quale sorge il
piccolo Baito degli Slavāzzi (1955 m, h 0,45
da quando si abbandona la strada). Il baito č sempre aperto, č dotato di stufa e
stoviglie e di 4-6 posti su tavolato. Si apre la vista su Cauriol, Cardināl
e su tutta la testata della Val Sādole.
Da qui, se tracciata,
risulta meritevole la salita al Becco degli Slavāzzi: si seguono le
tracce che attraversano l'ampia radura di fronte al baito e che risalgono
il pendio boscoso di fronte. Dopo un primo tratto piuttosto ripido,
aggirato un promontorio il terreno spiana e si attraversano lungamente
vasti boschi inframmezzati da pittoresche radure. Ripresa la salita, con
numerosi tornanti si vince una vasta scarpata e si tocca un'ampia sella
sullo spartiacque con la Val Castelli, poco ad Ovest della cima del
Becco. Da qui si sale a sinistra (i primi metri sono molto ripidi, ma
normalmente la traccia č buona) e, per successivi dossi, con vista sempre
pių ampia sulle cime circostanti, si tocca infine la croce di vetta del Becco
degli Slavāzzi (2151 m, h 0,45 dal
baito). Vista veramente magnifica!
Ritorno per la stessa via in h
2,00.