Traversata del Col Becchèi

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (FANES-SENNES-BRAIES)

SCHEDA N. 11

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Bressanone (uscita della A22 del Brennero) si percorre la Val Pusteria fino a Dobbiaco (60 km da Bressanone), da dove si segue la strada diretta a Cortina d'Ampezzo che risale l'incassata Val di Landro, dominata a sinistra dai Rondòi - Baranci e sullo sfondo dai lucenti picchi del Cristallo. Superato il Lago di Landro si giunge a Carbonin, dove si lascia a sinistra la strada diretta a Misurina per proseguire a destra: raggiunto il poco marcato Passo di Cimabanche, si scende dall'altra parte in Valle del Boite fino in località Podestagno (1482 m, 24 km da Dobbiaco), all'altezza di un secco tornante verso sinistra, poco prima del ponte sull'orrido del Rio Felizòn (piccolo parcheggio).

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Pieve di Cadore, da dove si svolta a sinistra imboccando la Valle del Boite. Si risale la valle fino al famosissimo centro di Cortina d'Ampezzo (1225 m, 57 km da Pian di Vedoia). Da qui si prosegue lungo la strada diretta al Passo di Cimabanche e Dobbiaco fino in località Podestagno (1482 m, 9 km da Cortina), all'altezza di un secco tornante verso destra, poco dopo il ponte sull'orrido del Rio Felizòn (piccolo parcheggio).

 

ITINERARIO

Dal tornante sulla SS n° 51, nei pressi di Ponte Sant’Hubertus, si segue un primo tronco di strada asfaltata (chiusa al traffico, ma non agli infami bus-navetta!) verso la Malga Rà Stua fino a che un cartello con indicazioni ("Antruiles – Col Becchèi") non spinge a scendere a sinistra inoltrandosi nel bosco di conifere. Si segue una mulattiera che in breve porta prima ad un ponte a poi al Casòn des Antruiles (1525), posto in una fantastica e soleggiata radura. Da qui il sentiero piega sulla destra (indicazioni) e inoltrandosi nel bosco con moderata pendenza, costeggia sul lato destro il letto del torrente (asciutto in estate)  che scende dalle pendici del Col Becchèi. 

Il bosco comincia a diradarsi e la traccia attraversa il letto detritico del corso d’acqua cominciando a salire in maniera più decisa (MOLTO più decisa); faticosamente si supera il primo “gradino”, giungendo su un piccolo pianoro erboso chiuso su tutti i lati da rocce poco invitanti. Il sentiero prosegue implacabile verso una seconda balza da superare, e poi verso la terza ed ultima, oltre la quale si apre davanti a noi il panorama sul Fanes, sulle Tofane e sulle cime della Val Badia. Oltre al panorama, da segnalare anche la massiccia presenza di camosci, più o meno nascosti nei vari avvallamenti che si scorgono lungo il percorso (in particolare a quota 2500 circa, superato il terzo ed ultimo tratto in salita nei pressi di una decisa svolta del sentiero, si apre una valletta verde ed in moderata pendenza, poi a picco sul sottostante impaludamento della Valle di Fanes, in cui è facile imbattersi in un grande branco di camosci).

Attraversato in costa una sorta di imbuto detritico ben riconoscibile anche sulla cartina, il sentiero prosegue ancora con qualche dolce saliscendi fino ad arrivare (2565 m) ai resti di un baraccamento militare da cui si gode uno spettacolare panorama sulla vallata sottostante, sulla Tofane (da qui davvero imponenti!) e sui gruppi montuosi del Vallòn Bianco, della Furcia Rossa, delle Conturines e della cresta rocciosa del Sass d’la Crusc che scende ripidamente a strati verso l’altipiano del Fanes.  

Alle nostra spalle stacca una traccia che attraversa i prati in direzione della cima del Col Becchèi, inerpicandosi verso facili gradini rocciosi e poi, dopo una forcelletta tra le due cime, fino alla croce di vetta (2794 m) dove, nuovamente, il panorama è davvero imponente potendo spaziare a 360 gradi anche verso la Croda Rossa ed i rilievi attorno all’altipiano del Sennes, che prima rimanevano celati dalle pareti del Col Becchèi stesso. 

Scesi dalla cima nuovamente ai resti dei baraccamenti militari, si prosegue per il sentiero che avevamo prima abbandonato, in moderata discesa e per prati misti a sassi, fino a giungere ad un pianoro soprastante il Lago di Limo, dalle forme tondeggianti e di origine glaciale, più o meno ricco d’acqua a seconda della stagione e dell’abbondanza delle piogge. 

Giunti al lago, facendo lo slalom tra le mucche al pascolo, si arriva all’ampia carrareccia della Val di Fanes ed al Passo di Limo (2159 m); da qui si può scendere subito verso la Malga Fanes Grande e poi verso la Val di Fanes oppure optare per una digressione verso il cuore del regno del Fanes … Il modernissimo Rifugio Fanes è un po' un pugno in un occhio, ma le sponde del Lago Verde, il terreno modellato dall’erosione, l’abbondanza d’acqua e i gradonati rilievi circostanti (denominati eloquentemente “Parlamento delle marmotte”) meritano decisamente una sosta … Il luogo è quanto di più idilliaco si possa immaginare, peccato che sia anche quanto di più affollato si possa immaginare!!! 

In ogni caso, dal Passo di Limo l'itinerario principale prosegue scendendo a sinistra lungo la carrareccia, fino a che una scorciatoia sulla nostra sinistra permette di accorciare di poco il percorso tagliando fuori la Malga Fanes Grande (peraltro molto bella e posta in incantevole posizione!); riguadagnata la carrareccia, il sentiero scende seguendo il corso del Rio Fanes fino a giungere ad una zona pianeggiante caratterizzata da forte impaludamento. 

Oltrepassatala, il sentiero comincia ad inoltrarsi nel bosco mentre, sulla sinistra, si incontra la prima deviazione per la micro-ferratina della Cascata di Fanes; si prosegue sempre lungo la mulattiera fino ad un’ulteriore indicazione di una scorciatoia che conduce fino alla balza rocciosa da cui si diparte l’altro anello di un brevissimo percorso attrezzato che porta ad ammirare la gola ed il salto del Rio Fanes (il primo tratto, fino alla cascata, è fattibile a mio avviso anche senza attrezzatura e consente di vedere da vicino la profonda gola scavata dalle acque). 

Abbandonata la scorciatoia e ritornati sulla carreccia, si passa un ponte, altissimo sulle profonde gole scavate dall’acqua alla confluenza dei rii Fanes e Travenànzes, e si continua a scendere nella boscaglia fino a che, dopo un altro ponte, il percorso non diventa nuovamente asfaltato. Si prosegue ancora, oramai in piano, fino  a che, dopo l’ennesimo ponte, non si trovano le frecce che, sulla sinistra, indicano la via per ritornare in breve verso il Ponte Sant’Hubertus.

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa

DISLIVELLO

1600 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati 

ULTIMO SOPRALLUOGO

agosto 2004 

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Itinerario facile, ma lungo, faticoso e solitario, specie nella prima parte del percorso. Dal Lago di Limo in poi tutto su carrareccia e molto più frequentato. Ottimamente segnalato ma senza numero fino al Lago di Limo, poi segnavia n° 10.