Dal
parcheggio, oltre una sbarra, si prosegue lungo la stradina inghiaiata
che si inoltra nel bosco: qui il
Pelmo si erge prepotente sopra ad ogni radura.
Attraversato
il rio che scende dalla Forcella
Forada
(1977 m), si procede nel bosco, ora più fitto, alternando tratti
pianeggianti a brevi salitelle, finchè, tagliato un altro vallone, una
salita un po' più decisa (ma breve) porta su di un costone, dove
sorgono gli edifici della Malga
Fiorentina
(1799, h 0,35).
Dalla
Malga Fiorentina la strada effettua un ampio tornante (dagli ultimi
alberi emerge il Pelmo) e prende poi a salire poco lontana dal ciglio
del costone, ormai su terreno scoperto, fino a giungere ai piedi di un
panoramico poggio
erboso, sul quale sorge il Rifugio
Città di Fiume (1918 m, h
0,25 dalla Malga Fiorentina), ricavato nell'antica
costruzione della Malga Duròna. Splendida veduta sul massiccio
del Pelmo e su tutto lo svolgimento della Val Fiorentina.
Qui
la carrareccia finisce e, trascurato il segnavia n° 472 diretto a Forcella Staulanza ed al Rifugio
Venezia (vedi anche itinerario Alle
pendici del Pelmo), occorre
prendere il sentiero che prosegue diritto innalzandosi sui prati proprio
dietro il rifugio stesso e costeggiando il lato occidentale del Col
de La Puina. Dopo un primo tratto di salita, la traccia rientra nel
rado bosco; si procede con morbidi saliscendi, mentre ogni tanto si
aprono begli
scorci panoramici, e durante questo tratto di piacevole
camminata si arriva anche a vedere per la prima volta la Rocchetta
Alta di Prendéra, meta dell'escursione. Usciti nuovamente
dal bosco, si giunge alla bella e panoramicissima Forcella
de La Puina, che più che una forcella è un ampio terrazzo prativo
che invita alla sosta e alla contemplazione delle cime circostanti.
Da
qui il sentiero prosegue dapprima in discesa fino alla panoramica e
vicina Forcella
Roan (1999 m, h
0,45 dal rifugio) per poi salire nuovamente fino ad una
ulteriore forcelletta (Forcella
de Col Roan), che dà accesso alla zona
prativa attraverso cui si arriva alla Malga
Prendèra (2148 m, h
0,30 da Forcella Roan).
Dalla
malga, che offre uno spartano ricovero, occorre proseguire diritto
risalendo i prati in ambiente
aperto e panoramicissimo fino a giungere nei pressi della Forcella
Col Duro (2295 m, h
0,30 dalla malga); qui, poco prima della poco marcata
forcella, nel punto in cui il sentiero pare correre tra due argini
erbosi, si notano sulla destra degli ometti.
Seguendoli,
si rinviene una
poco marcata traccia che, su magra erba, conduce verso i
ghiaioni che scendono del soprastante Becco di Mezzodì; man mano che ci
si avvicina alle ghiaie, la traccia si fa più marcata e la pendenza
diminuisce, fino a che il sentiero si trasforma in una sorta di traverso
che si dirige incontro alle rocce e verso una forcelletta che si apre
tra il Becco di Mezzodì e la Rocchetta Alta di Prendèra. Nel punto in
cui si passa a ridosso delle pareti la pendenza aumenta sensibilmente e,
con ulteriori pochi passi sulle ghiaie, si risalgono gli ultimi metri su
zolle d'erba. Giunti alla forcelletta ci si ritrova su terreno
più facile; occorre qui compiere un
traverso per buona traccia e su stabili ghiaie fino ad
arrivare al largo
crestone della Rocchetta e da qui, proseguendo sempre
guidati dagli ometti, brevemente alla cima
della Rocchetta Alta di Prendèra
(2496 m, h
0,45 da Forcella Col Duro).
Il
posto è bellissimo e ricco di contrasti; la montagna, appena oltre la
semplice croce di vetta, precipita
bruscamente mentre dal versante di salita si allunga in
morbidi pendii cosparsi di zolle
erbose. Oltre a ciò il panorama è magnifico e circolare;
volgendosi verso il percorso di salita spicca il
vicino Becco di Mezzodì, la dentellata cresta della Croda da Lago e,
oltre, le Tofane, poi tutte le cime soprastati la conca di
Cortina, quindi l'Antelao,
le Marmarole, il Pelmo, la Civetta, per chiudere il cerchio con le
praterie del Mondeval cui fa da contraltare la bastionata rocciosa dei
Lastoi de Formin.
Per il ritorno si segue il
medesimo percorso della salita in h
2,30.