Dal rifugio si
risalgono al meglio i pendii alle sue spalle, in direzione dell'evidente
lunga insellatura del Passo del Grostè. A circa metà altezza
rispetto al passo si incontra un sentiero che taglia verso destra e
raggiunge l'inizio del "Sentiero Benini" già oltre il passo,
altrimenti si può salire facilmente, anche se con fatica, fin sulla linea
del valico, dove sorgono numerose stazioni di arrivo di impianti, compresa
quella delle telecabine da Campo Carlo Magno, con il riattato Rifugio
Stoppani (a sinistra, a ridosso della cresta che sale alla Pietra
Grande).
Dal
Passo del Grostè (2432 m, h
0,30), comunque, si segue il filo del valico verso destra, con
belle vedute sui ghiacciai della Presanella
e dell'Adamello e sulle incredibili
lastronate che, dall'altra parte, degradano dolcemente in Val Flavona.
Raggiunto un grosso ometto, si scende in una piccola conca erbosa e,
risalito un corto canalino (tracce), si esce sulle colate detritiche
basali della Cima del Grostè. Da destra arriva il sentierino
d'accesso precedente: cartelli e scritte indicano l'inizio del Sentiero
"Alfredo Benini" (2562 m, h 0,30
dal passo).
Il tracciato risale diagonalmente verso sinistra la pietraia, iniziando
l'ampio aggiramento della massiccia Cima del Grostè: dopo poco, si
incontra un bivio con cartello. Il sentiero attrezzato prosegue a
sinistra, noi qui abbiamo effettuato la prima variante, un po' più
impegnativa e comunque facoltativa: la traversata della Cima del
Grostè. Chi volesse evitarla, può proseguire lungo il Sentiero
Benini che, con ampio traversone, aggira completamente il basamento
della cima e, per una facile ma esposta
cengia, raggiunge dall'altra parte
la Bocchetta dei Camosci (2774 m, h 1,00
dal bivio).
Per
la Cima del Grostè, invece, si risalgono direttamente i pendii
detritici, con alcune facili
roccette, seguendo ometti e segni rossi: raggiunta la base di un
salto, si taglia decisamente a sinistra, per una esposta cengia, per poi
risalire verso destra fino all'imbocco di un tetro canale-camino,
formato da una quinta di roccia staccata dalla parete. Si risale il
camino, con alcuni passi facili ma non banali (I° grado) fino
ad uscirne a sinistra. Ci si ritrova sulla vasta terrazza ghiaiosa che
attraversa il versante Nord della cima, ben visibile anche dal basso. Si
prosegue facilmente lungo la terrazza ghiaiosa
verso sinistra, in leggera salita (attenzione ad eventuali lingue di
neve dura), poi gli ometti ed i segni guidano nuovamente in alto,
verso la fascia rocciosa superiore, in corrispondenza di un corto
canalino che la incide diagonalmente. Risalito il facile canalino
(I°-), si esce su una forcellina oramai sulla cresta principale.
Procedendo verso sinistra, per dossi detritici, si raggiunge in breve la
larga Cima del Grostè, dove sorge una
caratteristica croce (2901 m, h 1,00
dal bivio). Fantastico panorama a giro d'orizzonte, dai ghiacciai dell'Adamello-Presanella
a tutti i principali gruppi dolomitici. Vicinissima, incombe la grande
parete di Cima Falkner, dietro alla quale appare la muraglia
incappucciata di ghiaccio di Cima Brenta, mentre sul lato opposto si
snoda la
verde ed ampissima Val Flavòna.
Dalla
cima si ritorna indietro per pochi metri, fino all'imbocco di un
sentierino (ometti e segni rossi) che scende arditamente per un
ripidissimo pendio detritico in direzione di una sottostante, evidente
sella ghiaiosa. All'inizio la traccia si snoda abbastanza
comoda, con stretti tornanti, poi va a prendere un canalino roccioso,
diagonale da sinistra a destra, che presto diventa camino. Le
difficoltà tecniche in sè non sono elevate (30 m di I° grado),
ma l'esposizione ed il fatto di essere in discesa raccomandano comunque
estrema prudenza ed attenzione. Al termine del camino si traversa
orizzontalmente in direzione dell'evidente insellatura (ancora un
passo di I° grado nell'attraversamento di un canalino), che
si raggiunge velocemente (h 0,20
dalla cima). Da qui si scende a destra, lungo un franoso canale detritico
(tracce, ma attenzione a non staccare pietre: sotto transita il Sentiero
Benini!) fino a raggiungere il Sentiero Benini nei pressi
dell'insellatura della Bocchetta dei Camosci (2774 m, h 0,30
dalla cima).
Si prosegue a questo punto lungo una buona cengia attrezzata sul
versante orientale del Campanile dei Camosci (2921 m), guadagnando
quota fino allo stretto spacco della Bocchetta Alta dei Camosci
(2859 m).
Proseguendo per cenge orizzontali, sempre facilmente e con
ottime attrezzature nei pochi punti esposti, si traversano una serie di
erti canaloni sul versante Est di Cima Falkner, fino ad un ampio
spallone, poco prima di un salto attrezzato da affrontare in discesa (h
1,00 dalla Bocchetta dei Camosci): da qui è possibile
effettuare la salita a Cima Falkner (scritta sulla roccia).
Si
risale un evidente, largo
canale, per detriti e facili roccette (ometti),
con impressionanti vedute sui campanili rocciosi
circostanti, fino alla
larga sella (neve ad inizio stagione) cui il canale fa capo. A destra si
può visitare un'anticima, a sinistra, con breve traversata per facili
roccette (attenzione, qualche passo un po' esposto di I°
grado), si
raggiunge l'ultima crestina che porta in vetta
a Cima Falkner (2999 m, h
0,20 dal Sentiero Benini, ometto di pietre). Panorama
bellissimo.
Tornati sul sentiero, si scende per la ripida scarpata
attrezzata (un po' esposto ma facile, qualche problema solo in caso di
"incroci", comunque esistono
due diversi tratti attrezzati entrambi equivalenti) fino ad un circo detritico, dal quale, con un'altra
facile cengia ascendente, si raggiunge un panoramico terrazzo sul versante
orientale del Campanile di Vallesinella, ottimo punto di sosta assai
panoramico.
Scavalcato un costone roccioso, si scende per facili roccette all'ampia
insellatura della Bocca Alta di Vallesinella (h
0,45 dal bivio per Cima Falkner), da dove la vista
spazia su di un ampio vallone pensile dove giace la piccola Vedretta di
Vallesinella Superiore. Sullo sfondo, più bassa, svetta l'ardita
cuspide rocciosa del Castelletto Superiore (2703 m).
Si scende
lungo la facile vedretta (buona traccia) per poi deviare gradatamente
verso sinistra, aggirando la base della Cima Sella (2946 m). Quando
il Sentiero Benini tende a risalire a sinistra (per poi scendere
con un esposto salto attrezzato sulla Bocca di Tuckett), conviene
seguire il filo di un costone (segni rossi e ometti) scendendo lungo
l'ampio avvallamento ("Sentiero Dallagiacoma"): raggiunta
la base del torrione sommitale del
Castelletto Superiore, lo si
aggira a destra e si scende in un vallone roccioso alla base delle pareti
del Castello di Vallesinella. Per tracce e facili roccette si perde
quota, poi si traversa per un tratto su una esile cengia attrezzata
(esposto ma facile), per poi proseguire a scendere per ghiaie e detriti
fino allo sbocco del vallone nel più ampio Vallone di Tuckett.
Rimanendo alti sul fondovalle, si prosegue in leggera discesa verso destra
per dossi erbosi fino al poggio erboso dove sorgono le costruzioni dei
Rifugi
"Sella" e "Tuckett" (2270 m, h
1,00 dalla Bocca Alta di Vallesinella): bella veduta sulla testata
del vallone, dove biancheggia la Vedretta di Tuckett.