Si segue la sterrata che, con pendenza sempre
sostenuta e costante, risale la Val Viezzena mantenendosi a fianco
del piccolo
rio. Superate due baite e una breve forra rocciosa (steccati
per il bestiame), la valle si apre nuovamente con bei pascoli circondati
da un lussureggiante bosco. Si giunge così ad un bivio segnalato da
tabelle (1770 m circa, h 1,00): si
trascura la prosecuzione della ripida carrareccia verso la croce de Le
Pezze e la meno evidente diramazione sulla destra, oltre il rio,
diretta a Bellamonte, per seguire invece la mulattiera di sinistra,
che inizia a risalire con decisione i ripidi pendii prativi verso la Costa
di Viezzena.
Con percorso evidente nonostante la scarsa segnaletica
(qualche sbiadito segnavia), si sale agevolmente per prati e boschetti di
larici (begli
scorci sul Lagorai) fino ad un primo poggio erboso con steccati e i ruderi di un
ricovero. Si prosegue lungo una valletta ed in breve si raggiunge la vasta
radura nei pressi del crinale, dove sorge il Baito delle
Vacche (1985
m, h 0,30 dal bivio). Il baito, aperto al
pubblico, è però normalmente utilizzato dal pastore durante la stagione
dell'alpeggio: da qui è possibile intuire l'intero
percorso che si andrà ad effettuare.
Tralasciata la traccia che prosegue a sinistra in direzione
del Monte Mulàt, (vedi itinerario Cima
Viezzena) si volge a destra (tabella) e, risalendo per prati e poi per
un solco erboso fra gli alberi (saltuarie tracce), si raggiunge una
insellatura ai margini del bosco ove sorge un altro minuscolo baitino
ristrutturato (2025 m). Da qui un largo sentiero scende in direzione di
Moena.
Si volge invece a destra e, superata una panchina, si entra nel rado bosco,
che si risale al meglio mantenendosi il più possibile nei pressi del
crinale. Più in alto si incontrano nuovamente sbiaditi segnavia
bianco-rossi e vaghe tracce: ormai fuori dal bosco, si segue abbastanza
fedelmente il largo crestone erboso con una serie di saliscendi non
eccessivamente faticosi. Ampio panorama sui gruppi del Latemar, del Catinaccio e del
Sassolungo. Si raggiunge così una prima
larga forcella (Sella di Valbona, 2302 m), da cui una traccia scende
in un ripido canale verso la Val de Pozil.
Proseguendo per il
crinale si raggiunge una ulteriore forcelletta, da dove si ha una bella
veduta sulle guglie rocciose circostanti e sull'aguzzo Campanile Alcide
de Gasperi: un breve traverso sul versante di Pozil
(attenzione, leggermente
esposto) conduce ad una breccia da dove si scende
brevemente sulla destra un pendio di zolle fino ad un ampia cengia erbosa,
dove la traccia riappare più marcata. Si prosegue più o meno in quota
per una serie di trincee naturali, attraverso le quali si snoda la
traccia. Improvvisamente, nonostante si mantengano evidenti le tracce di
passaggio, i segnavia spariscono: probabilmente il sentiero segnato in
qualche punto risale nuovamente verso la cresta ma noi, durante il nostro
sopralluogo, non ce ne siamo resi conto ed abbiamo proseguito la
traversata a mezza costa. Tagliati alla base alcuni pinnacoli rocciosi, si
traversa per un tratto in assenza di tracce, che si ritrovano poi presso un
colletto; con un ultimo traversone tra erba e ghiaie si raggiunge la sella
erbosa poco a nord della croce de Le Pezze (2374 m, h
2,00 dal Baito delle Vacche). Si apre la vista sulle Pale
di San Martino, il Lagorai e la zona del Passo Lusia.
Seguendo la cresta, si scende ad un'ampia insellatura da dove, con breve
risalita, si raggiunge la quota 2335 de Le Pezze (bel
colpo d'occhio sul Latemar); continuando con
ripida discesa lungo la dorsale erbosa, incontrando saltuarie tracce di
passaggio, si scende all'ampia spalla che costituisce la sinistra
idrografica della Val Viezzena. Costeggiato quel che resta di una
recinzione (si incontrano anche due paletti segnavia) si continua a
discendere l'ampia dorsale, in assenza di tracce, fino ai primi larici.
Con ripida discesa nel rado bosco si va ad intercettare l'ampio e comodo
sentiero che collega Bellamonte alla Val Viezzena:
seguendolo verso destra, con percorso praticamente pianeggiante, ci si
riporta all'altezza delle tabelle segnaletiche in Val Viezzena (h
1,00 dalla croce).
Da qui, di nuovo lungo la carrareccia di
fondovalle, alla macchina (h 0,45).