Sassonghèr e giro della Gardenaccia

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 07

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO PUEZ- ODLE)

SCHEDA N. 3

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Ponte Gardèna (uscita della A22 del Brennero) si risale interamente la pittoresca Val Gardèna fino a Selva di Val Gardèna (1567 m, 21 km da Ponte Gardèna), da dove si sale con numerosi tornanti fino al Passo Gardèna (2115 m, 11 km da Selva). Da qui si scende alla testata della pittoresca Val Badia fino a Colfosco (1640 m, 7,5 km dal passo).

b) Da Bressanone (uscita della A22 del Brennero) si percorre la Val Pusteria fino a San Lorenzo di Sebàto (32 km da Bressanone), da dove si risale interamente la splendida Val Badia fino a Corvàra. Lasciata a sinistra la diramazione per il Passo Campolongo, si prosegue lungo la valle fino a Colfosco (1640 m, 36 km da San Lorenzo).

 

ITINERARIO

Dall'abitato di Colfosco ci si dirige verso la valletta erbosa che si apre ai piedi dell'evidente torrione roccioso del Sassonghèr (2665 m); per ripide stradine, si giunge ad uno steccato di legno che sbarra l'accesso ai veicoli (esclusi i fuoristrada che effettuano servizio navetta). Proseguendo sulla ripida strada bianca, si passa accanto alla stazione di partenza della Seggiovia Col Pradàt (chiusa nell'estate 2003) e si prosegue per ampi prati, con bella vista sulle cime rocciose del Sassonghèr (a destra) e del Sass Ciampàc (2672 m, a sinistra). Raggiunto un ripiano erboso (fontana sul pendio a destra), si sfiora il bel Rifugio Edelweiss (punto di arrivo del servizio navetta, 1840 m, h 0,25). 

A questo punto, o lungo la strada o (più breve) lungo il tracciato di uno skilift, si rimontano i prati alle spalle del rifugio, fino al termine della sterrata (presso la stazione superiore dello skilift). Di qui il sentiero n° 4 prende a risalire ripidamente il pendio detritico che sembra sbarrare la valle, con lunghi tratti di steccato di legno: in alto a destra, dietro il testone roccioso del Sassonghèr, appare l'evidente Forcella Sassonghèr (2435 m), mentre alle nostre spalle magnifica è la veduta sul Gruppo di Sella, con il solco della Val de Mesdì in primo piano (che da questo punto sembra quasi verticale). 

Raggiunto un antico tabernacolo (h 0,25 dal rifugio), il sentiero effettua ancora alcuni tornanti, dopo di che appare sulla destra una deviazione (indicazioni): si prende quindi la traccia di destra (segnavia n° 7) che prende ad inerpicarsi sui rocciosi pendii che sorreggono la testata del vallone che fa capo alla Forcella Sassonghèr. Per un sistema di cenge e canalini (attenzione in qualche punto all'esposizione, anche se comunque la traccia è sempre ampia) si risalgono detti pendii, superando anche una curiosa sorgente che sgorga dalla base di un'alta parete rocciosa, per uscire in breve nel circo superiore, ripido ma costituito da erbe e ghiaie, che il sentiero risale con alcuni tornanti fino allo stretto intaglio di Forcella Sassonghèr (2435 m, h 0,40 dal tabernacolo). Sull'altro versante, la detritica Val de Juèl scende verso l'abitato di La Villa

Dalla forcella (indicazioni) si risale il ripido e franoso pendio a destra (all'inizio pali di legno) su terreno infido a causa del terriccio (pericoloso in caso di bagnato) e, per un sistema di canalini, si raggiunge una fascia rocciosa poco alta che sorregge il pendio detritico sommitale del Sassonghèr: alcune funi metalliche (in realtà diversi itinerari sono possibili, tutti attrezzati ed ugualmente facili) permettono di superare l'ostacolo, dopo di che una larga cengia verso sinistra permette di raggiungere il versante Ovest, con bella vista su Corvàra e sugli orridi canaloni che sprofondano verso il basso. Una serie di tornanti sul ripido pendio ghiaioso permettono di toccare la panoramica crestina della vetta del Sassonghèr (2665 m, croce, h 0,30 dalla forcella). Vista spettacolare a volo d'uccello sulle conche di Corvàra e Colfosco, su Sella, Conturines, Puez, Odle e, più lontano, sugli altri colossi dolomitici (Marmolada, Pelmo, Civetta, Tofane). 

Tornati alla forcella, si scende brevemente sul versante di La Villa (Val de Juèl) fino allo stacco di un sentiero sulla sinistra (segnavia n° 5), già ben visibile dalla forcella. Il sentiero, per prati, roccette e ghiaie ripidissime, risale un erto pendio con stretti zig zag fino ad un costone erboso panoramico; di qui, tagliando in diagonale un ultimo pendio detritico (tratto un po' meno ripido) raggiunge una stretta forcelletta tra le quote 2635 (a destra) e 2615 (a sinistra), da dove la vista si apre sul vasto, concavo altipiano del Puez (h 0,35 dalla forcella). 

Scendendo per un centinaio di metri sull'altro versante, si incontra presto una deviazione a destra che, con breve salita fra prati e massi, consente di toccare l'ampia sella erbosa della Forcella Gardenaccia (2548 m, h 0,25 dalla forcelletta). Il luogo, con le morbide ondulazioni erbose frammiste a bianche roccette, indurrebbe al riposo, ma l'itinerario è ancora lungo! 

Dalla forcella si scende sul versante opposto (segnavia n° 15), all'inizio con lungo giro in falsopiano, poi più ripidamente per una serie di gradini alternati a verdi conche di prati, in un ambiente veramente idilliaco, con belle vedute sul fronteggiante massiccio delle Conturines, fino all'apparire, in basso, del Rifugio Gardenaccia

Prima di raggiungerlo, traversando alla base di alcune paretine, si stacca a sinistra (indicazioni) una traccia (segnavia n° 11) che si inoltra in uno stretto canalino roccioso. Il canalino si allarga in valletta, comunque sempre a guisa di canale, che il sentiero risale con pendenza moderata, in ambiente inusuale e riposante. Una serie di radure erbose ingentiliscono il paesaggio, altrimenti arido e roccioso, pur non diventando mai repulsivo. Giunti quasi alla testata della valletta, si attraversa uno splendido ripiano erboso, dal quale il sentiero risale il fianco di sinistra del solco, raggiungendo una specie di forcella in vista della profonda Val di Longiarù: risalito il pendio detritico a sinistra della forcella, seguendo i frequenti segnavia, si raggiungono le lastronate prossime agli ometti di pietre posti sulle roccette sommitali della Cima Gardenaccia (2670 m, h 1,20 dalla Forcella Gardenaccia). Vista spettacolare su Odle, Sass de Pùtia, Sella ed altipiano del Puez. 

Sempre seguendo i segnavia (attenzione in caso di nebbia) si scende placidamente per ghiaie e pascoli fino a superare un costone erboso, dietro il quale sorge il bel Rifugio Puez (2435 m, h 0,30 dalla Cima Gardenaccia). 

Prendendo ora il sentiero n° 4, si attraversa tutto il margine dell'altipiano, che sprofonda nell'impressionante voragine della Vallunga, e si raggiunge l'ampia Forcella de Ciampèi (2366 m, h 0,45 dal Rifugio Puez). 

Scesi in un angusto canalino roccioso, si traversano dall'alto ripidi pendii detritici fin nei pressi di una seconda sella, crocevia di diversi sentieri. Preso il più evidente (n° 4), si scende con morbidi tornanti nel vasto avvallamento che ospita il Lago de Ciampèi (2173 m, asciutto a fine stagione), di cui si contorna la sponda orientale, fino ad un'altra sella erbosa, da cui appare alla vista l'abitato di Colfosco. Scesi lungo il ripido pendio di ghiaie ed erba, si incontra ben presto la deviazione per la Forcella Sassonghèr presso il tabernacolo, da cui al Rifugio Edelweiss ed a Colfosco (h 1,30 dalla Forcella de Ciampèi).

 

TEMPO TOTALE

h 7,30 - 8,00 

DISLIVELLO

1750 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenatissimi 

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 agosto 2003 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario molto lungo e faticoso, con diversi saliscendi. Splendidi i panorami sui gruppi vicini, nonchè sulla struttura dell'altipiano del Puez. Pericoloso l'ultimo tratto si salita al Sassonghèr in caso di bagnato, così come difficile può risultare l'orientamento tra Cima Gardenaccia e Rifugio Puez in caso di nebbia. Veramente meritevole, comunque, per i panorami sconfinati e gli ambienti inusuali attraversati. Piuttosto frequentato (a parte il tratto di sentiero n° 11); buone possibilità di avvistare animali.