Sentiero "Vièl del Pàn"

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CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DELLA MARMOLADA)

SCHEDA N. 14

 

FOTO NOTEVOLI

LA BASTIONATA DEL SELLA, CON IL SASS PORDÒI, DAI PRATI SOPRA IL PASSO PORDÒI

LA MARMOLADA, AFFIANCATA DALL'IMPONENTE GRAN VERNÈL, DAL SENTIERO DEL VIÈL DEL PÀN

DAL SENTIERO CHE DA PORTA VESCOVO RIPORTA AL PASSO PORDÒI, VERSO LA TESTATA DELLA VAL CORDEVOLE (LIVINALLÒNGO)

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Canazei (64 km da Egna-Ora), da dove proseguendo sulla "Grande Strada delle Dolomiti" alle falde del massiccio del Sella, si raggiunge il Passo Pordòi (2239 m, 12 km da Canazei);

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale interamente la lunga Val Cordevole fino ad Aràbba (66 km da Pian di Vedoia). Qui si prosegue lungo la "Grande Strada delle Dolomiti" e si raggiunge il Passo Pordòi (2239 m, 9 km da Aràbba).

 

ITINERARIO

Si raggiunge l'Hotel Savoia, che sorge dove la strada inizia la sua discesa verso Aràbba: qui alcuni cartelli indicano lo stacco del nostro percorso n° 601 nonchè dell'Alta Via delle Dolomiti n° 2. Il largo sentiero raggiunge una vicina chiesetta, dopo di che taglia con pendenza moderata il versante orientale del piccolo Sass Beccè (2534 m), con belle vedute sul versante opposto sull'imponente bastionata del Sella. Tagliati alcuni ripidi canali, si tocca così l'ampia sella erbosa (2360 m, h 0,30) tra lo stesso Sass Beccè ed un dosso detritico su cui spicca la stazione di arrivo di una seggiovia: si apre la meravigliosa veduta sul versante fassano

Risalendo il breve pendio verso sinistra, si raggiunge la sommità del dosso, sul quale sorge il Rifugio Sass Beccè (2423 m): la bellezza del panorama non riesce a far dimenticare del tutto il triste spettacolo degli sbancamenti sciistici. 

Una breve discesa su larga pista sterrata conduce alla successiva insellatura, dove sorge il Rifugio Baita Fredaròla (2388 m): dolci pendii scendono verso il Livinallòngo, mentre a Sud ripidissime ed erte balze erbose precipitano su Penìa di Fassa. 

Trascurata verso destra la traccia che scende in breve al Belvedere (funivia da Canazei), si prosegue per il pianeggiante sentiero che taglia il versante meridionale dell'erboso Col del Cuc (2563 m): la visione del fronteggiante Ghiacciaio della Marmolada, dominato dalle altissime pareti calcaree del Vernèl e della Seràuta, comincia a farla da padrone! 

Con percorso sempre piacevole ed altamente panoramico, si attraversa una amena zona prativa e si tocca la grande costruzione del Rifugio Vièl del Pàn (2450 m, h 1,00 dalla sella erbosa presso il Rifugio Sass Beccè), situato in posizione panoramica eccezionale alla base del pendio finale della Cresta del Larice (2532 m). Facile e consigliabile (in assenza di neve residua) la breve ascensione al Sasso Cappello (2558 m), che spicca poco lontano con la sua caratteristica rocciosa sommità. 

Dal rifugio si prosegue lungo la larga traccia che, mantenendosi sempre a mezzacosta un centinaio di metri sotto il filo di cresta, si dirige verso Est: oramai in vista dell'ampio bacino artificiale della Fedàia, con vedute classiche e spettacolari sulla Marmolada, si raggiunge un bivio (cartelli). Trascurata la prosecuzione del n° 601, diretto al Rifugio Castiglioni al Passo Fedàia (vedi anche itinerario La Mèsola - Via normale), si segue la marcata traccia che rimane in quota e, doppiato un costoncino franoso, scende nell'ampia conca prativa che si apre ai piedi delle nerastre rocce della Mèsola (2727 m). Da qui senza percorso obbligato, lungo una delle numerose tracce, si sale brevemente fino all'ampia insellatura di Porta Vescovo (2478 m, h 1,00 dal Rifugio Vièl del Pàn), dove sorge la stazione superiore della funivia di Aràbba ed il Rifugio Porta Vescovo. Anche qui lo sfruttamento del luogo a fini sciistici è quanto meno desolante, nonostante il panorama veramente meritevole

Si scende ora dall'altra parte, sul versante Cordevole, lungo un'ampia strada sterrata: l'ambiente, da aperto ed erboso, si fa tetro e roccioso, mentre oltre i tornanti della "Grande Strada delle Dolomiti" si ergono le gialle muraglie del Sella coronate dalla regolare piramide del Piz Boè. Con alcuni tornanti la carrareccia (segnavia n° 680) perde velocemente quota, transita presso un modesto laghetto ed inizia a tagliare pianeggiante le pendici settentrionali della Cresta del Padòn. Dopo altri due tornanti, presso il canale discendente dalla forcella fra il Col di Pàusa (2415 m) ed il Sasso Cappello, stacca sulla sinistra un sentiero (ind. "Pordòi") che taglia il bosco pianeggiando fino ad aggirare un costone: seguendolo, si evitano eccessive perdite di quota e ci si reinnesta sulla "Grande Strada delle Dolomiti" circa 800 m a valle del Passo Pordòi (h 1,15 da Porta Vescovo), altrimenti proseguendo lungo la sterrata si raggiunge la strada a circa 4 km dal passo (h 1,45).   

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 - 4,30 circa

DISLIVELLO

500 m circa 

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

22 maggio 2005

PERIODO CONSIGLIATO

maggio-giugno e settembre-ottobre

COMMENTI

Itinerario aperto, poco faticoso e molto panoramico: come tutti gli itinerari con queste caratteristiche, quindi, consigliabile ai margini della stagione, senza l'affollamento che in agosto è senz'altro garantito! In presenza di neve occorre attenzione nell'attraversamento di alcuni ripidi pendii, così come sconsigliabile è, in queste condizioni, il percorso della traccia che taglia in quota verso il Passo Pordòi: anche a causa dell'esposizione a settentrione, gli accumuli di neve rendono la marcia estremamente faticosa.