Dalla Forcella Lagazzon si
prosegue ancora un 100 – 200 m verso Andrich fino ad imboccare la
sterrata che si stacca sulla sinistra (tabelle segnaletiche, possibilità
di lasciare l'auto – segnavia n° 687).
La stradicciola, superata un'abitazione, comincia ad inoltrarsi nel
bosco, inizialmente con pendenza moderata poi, oltrepassato un ponte,
diventando decisamente più erta; si prosegue ripidamente sempre lungo
la mulattiera fino ad un primo bivio, ove occorre tenere la destra
(tabelle). Con pendenza costante si sale (inesorabilmente), fino a
passare di fianco ad una fontana/abbeveratoio, poco oltre la quale
occorre trascurare la traccetta che stacca sulla destra diretta alla
Forcella Pianezze. Si prosegue invece lungo la stradina, seguendo le
indicazioni per ColMont/Forcella dei Negher; ogni tanto il diradarsi
della vegetazione consente di gustare qualche scorcio sulle cime
circostanti. Giunti ad una piccola radura, la stradina si inerbisce
definitivamente, mentre il diradarsi delle vegetazione consente di
godere di panorami sempre più aperti. Tralasciata, nei pressi di un
tornante, un'ultima deviazione (tabelle), si giunge infine
alla bella Baita
ColMont (1854 m, h 1,15). Dalla baita (ricovero non
custodito con possibilità di dormire e fare fuoco) si gode uno
spettacolare panorama: davanti la vallata di Falcade dominata dalla grandiosa
parete del Civetta, dal Mulaz
e dalle belle cime del Focobon. Alle spalle invece incombono
le spettacolari pareti delle Cime
dell'Auta.
Dietro
la baita, sul lato
sinistro, la traccia riprende (indicazioni e tabelle in corrispondenza
di un grosso masso) e comincia subito a salire con decisione in
direzione dei bei prati soprastanti la baita stessa; si passa accanto ad
una serie di abeti posti in filare e poi, definitivamente oltre la
vegetazione, si prosegue nella salita in direzione della soprastante
forcella. Nel frattempo alle spalle il panorama si apre con
grandiose vedute su tutta la Valle del Biois mentre davanti a noi le
belle pareti delle Cime dell'Auta troneggiano maestose.
Si guadagna quota rapidamente con rari zigzag (attenzione, vipere!) fino
a portarsi, verso sinistra, in prossimità delle rocce, dove il sentiero
spiana leggermente traversando in costa. Superato un breve tratto
franoso, si affrontano le ultime serpentine proprio sotto le roccette
che precedono la forcella e finalmente si giunge alla Forcella
dei Negher (2260 m, h
1,45 dalla Baita ColMont).
Il posto è magnifico: prati verdi, un panorama
vastissimo, appena sotto il bel Lago
dei Negher e, incombenti, le pareti delle Cime dell'Auta.
Sulle cime circostanti, inoltre, ha stabile dimora una numerosa colonia
di stambecchi.
Dalla forcella la traccia, ora con il segnavia 696,
prosegue verso sinistra traversando in costa il crinale che collega la
forcella alle Cime dell'Auta; si supera un dosso di rocce nerastre con
l'ausilio del cavo metallico e, oltre una piccola conca pianeggiante, si
comincia a rimontare ripidamente il pendio. Tralasciata una prima
traccia non segnalata sulla destra, occorre invece abbandonare il
sentiero segnato quando esso, oltre le tabelle segnaletiche per la Cima
d'Auta Orientale, transita nei pressi di un piccolo ripiano erboso
(ometto). Da qui stacca una traccetta ben marcata diretta verso destra
che, in leggera salita e oltre una zona di grosse ghiaie, conduce alla bellissima
sella tra il Monte Alto d'Auta e il Corn Negher. Da qui si
procede liberamente, spesso in mezzo ad un nutrito branco
di stambecchi, puntando verso la vicina e panoramicissima
cima del Monte
Alto d’Auta (2545 m, h 0,30 dalla forcella). La vista è
sensazionale e spazia a 360 gradi abbracciando alcune delle più celebri
vette dolomitiche: Civetta
e Pelmo, l’incombente la parete Sud della Marmolada,
Mulaz e Focobon e l'altipiano delle Pale di S. Martino, le Tofane (solo
per citarne alcuni).
Dalla cima occorre ritornare sui propri passi fino alla Forcella dei
Negher. Da qui la traccia (segnavia 687) prosegue scendendo verso il Lago
dei Negher (o dei Giai) e rimanendo sul fondo della
piccola valletta che ospita lo specchio d'acqua. Nei pressi di tabelle
segnaletiche il sentiero prende a scendere con maggiore
decisione per raggiungere il sottostante verdissimo ripiano erboso;
oltre il tratto in piano e trascurato un bivio segnalato sulla sinistra,
ci si inoltra tra i radi larici ove paline segnaletiche ci fanno piegare
a destra. Si prosegue, ora con il segnavia 684, in
direzione della oramai visibile Forcella
Pianezze, che si raggiunge comodamente percorrendo la
buona traccia qui quasi in falso piano (2044 m, h 1,15 dalla vetta).
Dalla forcella spettacolare
panorama su tutto l'agordino.
Oltrepassato l'intaglio la traccia, ora con il
segnavia 688,
scende ripidamente per ghiaie fino alla conca
sottostante, ove un bivio segnalato spinge a piegare verso
sinistra; oltre due piccoli ghiaioni (attenzione, tratti franati!) la
traccia prosegue in ambiente verdeggiante mantenendosi alta in costa. In
breve si giunge ad un ulteriore bivio; proseguendo diritti si continua
la traversata ritornando alla Baita ColMont, piegando verso il basso,
invece, si guadagna tempo e ci si va ad immettere sulla stradina seguita
la mattina ad una quota molto inferiore rispetto alla baita. Da qui in
poco tempo, si ritorna al punto di partenza (h
1,15 da Forcella Pianezze).