Si
imbocca una comoda carrareccia (cartelli) che, con moderata pendenza, termina nel
punto in cui il percorso arriva alla quota del Rio Bianco; da qui,
trascurata una traccia che piega verso destra, si prosegue sempre su
sentiero ben tracciato e ottimamente segnato (n° 510)
addentrandosi nella valle che, dapprima stretta, rocciosa ed incassata
(alcune facili corde fisse),
si apre via via fino ad arrivare ad un altro bivio.
Sulla destra si va
verso la Casèra Vecchia e il Monte
Agnello, mentre bisogna
in realtà seguire il tracciato di sinistra che, su comoda traccia, risale
il fianco boscoso del monte fino ad una prima baita (Baito di Val
Sossòi, 1800 m circa). È aperta e pubblica e la si può utilizzare come punto d’appoggio, per
fare fuoco, scaldarsi ed è dotata anche di alcuni posti letto su un ampio
letto a castello attrezzato con alcuni materassi.
Superata la baita ed
usciti dal cancello subito dopo la fonte, si tralasciano le indicazioni
che indicano un sentiero per escursionisti esperti e, salendo subito
dietro la baita stessa, ci si ricongiunge in breve alla comoda carrareccia
che porta con qualche tornante ad una seconda baita, l’Armentagiòla,
anch’essa aperta e pubblica (quota 2100 m circa).
Da qui fino alla cima
il passo è più che breve, sempre che non si decida di approfittare
dell’accogliente costruzione per fare fuoco, scaldarsi e concedersi un
succulento minestrone.
Arrivati
sulla cima dei Cornàcci (o Croce Cornòn su alcune tabelle, 2189 m), sempre seguendo le abbondanti
indicazioni, si comincia il percorso di discesa, su un terreno
completamente diverso da quanto visto durante l’itinerario di salita. Il
bosco è rado e il sentiero costeggia il crinale delle cime attorno ai
Cornàcci,
cime peraltro abbastanza ripide da un versante e dall’altro invece
parecchio dirupate, per non dire vertiginosamente a picco sulla Valle
di Stava. Con qualche saliscendi ed abbondanti scivoloni gentilmente
offerti dal terreno fangoso e dalla neve marcia e bagnata, si perde quota
dapprima più lentamente, costeggiando l’ampio crinale a semicerchio,
poi in maniera molto più decisa, per scendere nuovamente verso il paese
di Tèsero; in ogni caso il panorama a picco sulla valle sottostante
non manca mai praticamente fino a che non si incontrano le prime case
dell’abitato!