Appena dopo lo sbocco del cavalcavia, si lascia l’auto
in una piccola piazzola di parcheggio ove sono anche le indicazioni del
"Sentiero per Pelenzŕna".
Si imbocca la buona carrareccia
inghiaiata e la si segue ignorando varie deviazioni (segnalate) e tenendo
d’occhio i vecchi e sbiaditi segnavia del sentiero n° 515.
Dopo una mezz’ora scarsa si passa sotto un alto
crocefisso con poetiche iscrizioni in rima su un masso mentre dopo
qualche altro tornante la carrareccia tende sempre piů ad inerbarsi;
quando si raggiunge una vecchia cava (di monzonite, dicono le tabelle),
una vecchia mulattiera prende il posto della carrareccia.
Si pianeggia nel
bosco ancora per un poco fino a che una tabella segnaletica indica di
piegare bruscamente a destra per un erto sentierino. Si guadagna quota
velocemente (fin troppo velocemente!) si superano deviazioni e scorciatoie
sempre ottimamente segnalate, mentre qualche squarcio nel bosco consente
di ammirare aeree vedute sulle valli di Fiemme
e Fassa
e sulle fronteggianti cime del Lagorŕi. Proseguendo nel cammino,
dopo circa h 1,00, si raggiunge una
zona di rocce sporgenti a tetto che servivano come ricovero per i pastori
(antiche
e belle iscrizioni).
Da qui la mulattiera diventa sentierino e la
pendenza aumenta ancora; si passa un brevissimo (e facile) tratto
assicurato con una fune metallica e, proseguendo ancora, si supera un
punto esposto e un po' delicato, ove la traccia percorre esili cengette
erbose affacciate sul ripidissimo pendio boscoso sottostante. Riguadagnato
un terreno piů sicuro, il sentiero riprende a salire con regolari e ben
disegnate serpentine che, seppur ripide, non affaticano piů di tanto; si
superano diversi pulpiti erbosi (belvedere su Predazzo segnalato) e
si giunge infine su un dosso posto proprio sotto le rocce terminali della
Pelenzŕna.
Per erbosi gradoni successivi ci si porta proprio sotto il salto roccioso
terminale, lo si contorna sulla destra (altro meraviglioso balcone
panoramico su Latemar
e Val di Fassa) e, dopo essere scesi per qualche metro, si imbocca
una breve, ma tanto per cambiare ripida, rampetta erbosa che consente di
salire sul comodo e, finalmente, pianeggiante ampio crinale della Pelenzŕna.
Ci si immette sul sentiero
proveniente dal Monte Agnello e, con qualche breve
saliscendi, si č alla panoramicissima
croce di vetta sulla Cima Pelenzŕna (2181 m – h 2,30
circa da al Fňl). Tutto intorno sono i secondari rilievi del Gruppo del Latemar,
dietro le guglie e le scenografiche rocce del Fčudo e delle cime
principali del Latemar stesso, mentre davanti la vista si apre
aerea sulla Val
Travignňlo e sulla Val di Fassa con le Dolomiti Fassane. Vero protagonista del paesaggio, perň, č il
Lagorŕi
che da qui si dipana quasi per intero dal Passo Rolle al Mŕnghen
in una sequenza ininterrotta di cime e creste, isole boscose e verdissime
radure. Bellissimo!
Per il ritorno, si ritorna indietro per un poco fino
ad intersecare la deviazione segnalata per la Malga Sacěna e Predazzo;
in realtŕ, poco prima della deviazione "ufficiale" con allegata
abbondanza di segnalazioni e tabelle, si stacca una traccetta di raccordo
(poco evidenti scritte su un sasso) che consente di risparmiare qualche
saliscendi. Per l’una o l’altra traccia, ci si ritrova comunque su un bel
prato inclinato ove sorge un minuscolo baito (il Bait)
recentemente ristrutturato e utile come ricovero di emergenza. Lo si
supera e, continuando a scendere con moderata pendenza, si entra
gradualmente nella rada vegetazione fino a raggiungere le antiche
strutture della Malga
Sacěna (1851 m – acqua, rustico riparo – h
0,50).
Si scende ancora per buona traccia in mezzo ad un
lariceto bello e panoramico
e, oltrepassati due canali da cui scende un rigagnolo d’acqua, si arriva
in breve ad intersecare una carrareccia. La si segue quasi in falsopiano
tralasciando le deviazioni per Malga Gardonč (tabelle) e,
ammirando belle vedute sul settore
centrale del Lagorŕi, si arriva ad immettersi nella strada
di servizio ai soprastanti impianti sciistici del comprensorio di Pampeŕgo
– Obereggen.
Scendendo con piů decisione, oltrepassata una fontana,
si raggiunge l’asfalto e, oltre un lungo e ripido rettilineo, si
raggiungono le case di al Fňl meravigliosamente
affacciate verso le cime del Lagorŕi e, da qui, brevemente si
riguadagna il punto di partenza (circa h 2,00
dalla cima).