Poco prima di
giungere alla malga, dalla strada asfaltata stacca la traccia segnata (n° 328,
tabelle) che, passando sotto le funi dell’impianto della ovovia ENEL a
servizio della diga di Costabrunella, conduce all’omonimo lago.
Il sentiero si inoltra nel bosco di abeti procedendo all’inizio con
pendenza moderata; si supera un bivio con una deviazione per la vicina Malga
Sorgazza e si continua a salire, incontrando di tanto in tanto radure
ricche di mirtilli. La pendenza comincia ad aumentare e, proseguendo
oltre, si rinvengono dei vecchi paracarri, muretti si sostegno ed altre
opere che fanno presupporre che il sentiero si sviluppi lungo una ex
carrareccia militare. A poco a poco la vegetazione dirada e, dopo circa un ora,
a quota 1800 m circa, si esce dal bosco per incontrare poco dopo un bivio
segnalato: verso sinistra si va al Dogo di Quarazza, mentre a destra
si prosegue per il Lago di Costabrunella.
Seguendo
quest'ultima direzione, si esce su bei prati e si
superano i ruderi
della Malga Val del Lago; finalmente fa capolino la
muraglia meridionale della Cima d’Asta, mentre sopra il sentiero
torreggia il seghettato profilo delle Pale di Segùra. Il sentiero
prosegue per un poco quasi in piano, poi, con qualche tornante si porta in
breve proprio sotto la muraglia
di cemento della diga; passando davanti al foro di uscita della
diga, si arriva in breve al bel Lago di Costabrunella (2021 m, h
1,30 circa).
Da qui il sentiero prosegue (tabelle)
inerpicandosi sulle rocce montonate sulla sinistra del lago stesso:
ricompare il lastricato, a tratti davvero ben conservato, della mulattiera
militare e, prendendo quota, ci si avvicina ad una zona ove enormi blocchi
e grandi macigni testimoniano come probabilmente tempo addietro qui sia
crollato qualche "pezzo" di montagna. Bene in vista è la Forcella
Segùra (2526 m) cui si giunge in h
1,30 circa dal lago, dopo essere transitati per la nascosta Forcella
Quarazza (2309 m, tabelle e bivio per il Cimòn di Rava),
compresa tra la Cima Brunella e le Torri di Segùra.
Dalla
Forcella Segùra il sentiero (n° 373)
prosegue ancora in salita per portarsi su un panoramico
dosso erboso da cui, con ardito
percorso tracciato in tempo di guerra, si cala per un costone
roccioso fino a portarsi alla insellatura di Forcella Orsèra (2306 m, h 0,30 da Forcella
Segùra).
Superato un bivio che consente di scendere alla
sottostante Malga
Caldenàve, si prosegue un poco per una cengia,
forse creata artificialmente dai militari: abbondantissimi sono infatti i
resti di fortificazioni, postazioni, ricoveri e trincee, mentre alzando lo
sguardo si nota come la cima di ogni montagna dei dintorni sia raggiungibile da un ben
marcato tracciato realizzato durante il primo conflitto mondiale. Il
sentiero, diretto verso Forcella Magna, infatti, probabilmente
costituiva una sorta di collegamento tra le postazioni avanzate presenti
sulle cime circostanti.
Sempre per traccia militare si prosegue ora in
costa e con moderati saliscendi, si transita sotto le pendici della Cima
Orsèra e della Cima delle Buse Todesche fino a giungere alla Forcella
delle Buse Todesche ( 2309 m, h 0,30
circa da Forcella Orsèra) ove si trova una sorta di "nodo" stradale, ben visibile
anche da lontano (tabelle). Qui, volendo, si può accorciare il percorso
tagliando per la Val Vendrame e scendendo più velocemente alla Malga
Sorgazza.
Proseguendo invece
dritti, e continuando sempre per traccia
di guerra, si procede in costa; dopo una sorta di scalinata, che conduce
all’ingresso di una caverna, il sentiero devia verso l’alto mentre una
invitante traccia (molto ben marcata) prosegue verso valle. Si tratta
(probabilmente) del sentiero, non "ufficiale" che, calando in Val
di Fumo, si ricongiunge alla traccia per la Malga Sorgazza
sotto la Forcella Magna, consentendo così un eventuale
accorciamento del percorso.
Proseguendo invece
ancora per la traccia segnata, si
superano delle sbiadite indicazioni per un bivacco (la cui ubicazione è
rimasta avvolta nel mistero!) e frecce dipinte sulle rocce, che segnalano
la presenza del Ricovero "Tenente Cecchin", ben visibile ma dall’aspetto
più che spartano, oltre che dotato di un ingresso quasi alpinistico.
Oramai in vista della Forcella
Magna
e dell’omonimo laghetto, si transita sotto le pendici della Cima
Lasteàti; qui è consigliabile sbirciare sull’altro versante,
approfittando di una delle tante forcellette. La montagna è infatti
interamente attraversata da più linee
di trincee, perfettamente conservate e percorribili, mentre in
più punti si aprono caverne, camminamenti, ricoveri … un autentico
museo all’aperto! Oltrepassato un ricovero
di guerra ristrutturato nel 2003 (Baito Coro Sasso Rotto),
si scende al lago e quindi all’ampia insellatura di Forcella Magna
(2165 m, h 1,30 circa da Forcella
delle Buse Todesche).
Da qui la
traccia (n° 380)
prosegue sul versante sinistro della valle perdendo lentamente quota con ampi
tornanti; sull’altro versante si nota un sentiero militare, non
segnato, che consente probabilmente di calare a valle più velocemente. A
poco a poco si entra nella vegetazione e quando il sentiero guada il
torrente si nota sulla destra lo sbocco della traccia non
"ufficiale" che calava dalla Val di Fumo (sbiadite
segnalazioni a vernice su un masso); sempre per mulattiera, si continua a
scendere incontrando, poco prima della teleferica del Rifugio Brentàri,
la deviazione per l'itinerario di salita a Cima d’Asta (vedi anche omonimo
itinerario).
Oltre la capanna della teleferica (appena ristrutturata)
la mulattiera diventa carrareccia e, con piacevole percorso nel bosco,
riporta alla Malga Sorgazza, da cui in pochi minuti si ritorna all’auto
(h 1,30 circa da Forcella Magna).