Cima della Busa Alta - Cima Canzenàol

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 014

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO LAGORÀI-CIMA D'ASTA)

SCHEDA N. 11

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Si risale la valle fino a Ziano di Fiemme (980 m, 37 km da Egna-Ora), da dove si attraversa il Torrente Avisio e, superata la piccola frazione di Bosin, si risale per strada asfaltata (indicazioni per il "Rifugio Cauriol") lo splendido bosco di abeti. Superata una sbarra che, d'inverno, chiude la strada, si prosegue fin dove finisce l'asfalto (1200 m circa): qui si lascia l'auto, appena dopo il punto in cui i massi caduti a causa di una vecchia frana hanno parzialmente invaso la sede stradale. 

Da qui un cartello indica una scorciatoia (solo pedonale) per giungere al rifugio.

 

ITINERARIO

Si entra nel fitto del bosco e, seguendo una vecchia mulattiera a tratti ancora lastricata (non ci sono segni ma il percorso è più che evidente!), si arriva nei pressi di una presa dell'acqua. Il torrentello si scompone in più rami, formando piccole cascatelle, e il sentiero lo scavalca con tre piccoli ponticelli in successione. Si continua a camminare tra abeti e massi ricoperti di muschio fino a che una deviazione a sinistra non riporta sulla carrareccia abbandonata in precedenza. La pendenza si fa più moderata, e si segue piacevolmente la strada camminando a fianco del ruscello; la vallata si apre, e sulla sinistra appaiono la Cima della Busa Alta e il Cardinàl, mentre sullo sfondo chiude il panorama l'ampia insellatura del Passo Sàdole.  

In breve si giunge al Rifugio Cauriol (1600 m) e alla Malga Sàdole (h 1,00 circa), dove una sbarra impedisce ai veicoli di proseguire oltre; fino qui, infatti, è possibile arrivare direttamente in auto diminuendo così il dislivello.  

Proprio sulla parete del Rifugio Cauriol, una freccia indica la via da seguire per la Cima della Busa Alta: si attraversa il torrentello e, seguendo i paletti infissi nel terreno e l'esile traccia, poco visibile in questo primo tratto prativo, si comincia a risalire il fianco della montagna. Si attraversa quasi subito un ruscelletto e si entra nella boscaglia, dove il sentiero si impenna decisamente e la traccia, anche se spesso invasa dalla vegetazione, diviene più marcata; sbirciando tra i varchi concessi dalla vegetazione, appare ben visibile tutta la vallata di Sàdole. Giunti ad un bivio, si mantiene la destra (sulla roccia, a vernice, indicazione per "Busa Alta") e si continua a salire uscendo in breve dal bosco; il panorama si apre verso il fondovalle fiemmazzo, incorniciato dalle rocce del Latemar. Sempre con serpentine, ma ora con pendenza un poco meno marcata, si sale per prati, cespugli di rododendro e grossi blocchi di porfido su traccia sempre bene evidente e segnata. 

A quota 2200 m circa si giunge ad un bivio; a sinistra (senza indicazioni) si andrebbe verso la Cima Canzenàol, mentre sulla destra (BA a vernice su un sasso) si prosegue verso la Cima della Busa Alta. La traccia si avvicina alle roccette di una bancata rocciosa, entra in una piccola valletta per aggirare una elevazione secondaria iniziando ad incontrare le prime tracce di opere belliche: resti di baraccamenti, ricoveri, mentre il sentiero stesso a volte si trasforma in una vera e propria scalinata di pietra. Il panorama è sempre più ampio e, se sulla sinistra domina la Cima Canzenàol (ben visibile il sentierino che porta alla cima!), la destra è occupata dalla vicina cresta del Cardinàl (2481 m). Superati gli ultimi baraccamenti con resti di trincee, fa capolino una delle croci di vetta sulla Cima della Busa Alta (2509 m, h 2,00 circa dal rifugio). Dalla cima il panorama è straordinario; Cardinàl e Cauriol da un lato, imponente e vicinissima la Cima d'Asta e, dal lato opposto, le forme incredibili delle Dolomiti fassane.

Dalla cima si percorre a ritroso il cammino fatto fino a ritrovare l'ultimo bivio (quota 2200 m): di qui si imbocca la mulattiera di guerra che sale a zigzag il pendio prativo della Cima Canzenàol fino a portarsi sotto le rocce della cresta. Il percorso (non segnato) non è sempre evidente, la mulattiera in più punti tende a scomparire, ma aiuta qualche raro ometto e, con un poco di attenzione, non si rischia di smarrire la traccia, a volte molto esile. Avvicinandosi alle rocce della cresta, e ignorata una evidente traccetta che porta alla forcella tra Cima della Busa Alta e Cima Canzenàol, si giunge ad un punto in cui il sentierino sembra perdersi del tutto; proseguendo invece verso le rocce, si rinvengono i resti gradinati di un comodo sentiero di guerra che permette di giungere in cresta. Qui, lasciatisi alle spalle un primo tratto pianeggiante, si ricomincia a salire la breve piramide erbosa della vetta fino alla rudimentale croce della Cima Canzenàol (2486 m, h 1,30 dalla Cima della Busa Alta). Anche qui il panorama è amplissimo, e spazia dalla Valle di Fiemme alla vicina Cima di Cece, fino alla retrostante Cima d'Asta.  

Da qui le possibilità sono due; o tornare sui propri passi fino a ricongiungersi alla traccia segnata seguita in salita, e da lì scendere al Rifugio Cauriol e alla macchina, oppure, specie se si è in compagnia di arditi rappresentanti della fauna locale, cercare di compiere un anello tentando di ricongiungersi alla traccia proveniente dalla Forcella Coldosè, ovvero la traccia ben visibile dalla cima nonché quella tralasciata al primo bivio incontrato dopo il Rifugio Cauriol.  

Si scende dunque per il versante opposto a quello di salita su esile e ripida traccia di guerra, si giunge ad uno stretto canalino erboso che si scende prendendone la diramazione destra fino a trovarsi di nuovo su tracce più marcate e su terreno più agevole. Si rinviene un vecchio tratto lastricato, e lo si segue verso destra, ma lo si abbandona poco dopo (si collega alla forcella tra Canzenàol e Cadinòn, possibile altra via di discesa). Calandosi dunque tra cespugli di rododendro e placconate rocciose, si giunge ad intercettare la traccia segnata avvistata dalla vetta (h 0,45 dalla cima), la si segue prima su terreno abbastanza pianeggiante, quindi, una volta lasciato l'altipiano prativo sovrastante la Val Sàdole, con maggiore pendenza, fino a che non si ricongiunge con la traccia seguita in salita all'altezza del primo bivio incontrato (h 0,45 circa). 

Da qui, in breve, al rifugio e alla macchina.  

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa

DISLIVELLO

1600 - 1700 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenatissimi

ULTIMO SOPRALLUOGO

luglio 2006 

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - ottobre

COMMENTI

Bella traversata su cime poco frequentate, in parte anche fuori sentiero, ma con percorso mai difficile e abbastanza semplice come orientamento. Un poco lunga. Per escursionisti allenati.