Dal rifugio si
risalgono i friabili
e faticosissimi ghiaioni che scendono dal versante meridionale della Cima
Ovest di Lavaredo: bisogna aggirare l'evidente contrafforte della Croda
del Rifugio sulla destra, per raggiungere lo sbocco del ripido canale
fra questo avancorpo e le arditissime guglie del Mulo e della Croda
degli Alpini, quasi addossate alla Cima Ovest. Varie tracce
sono possibili: una si stacca dalla stradetta per la Cappella degli
Alpini dopo pochi metri dal rifugio, ma è sconsigliabile per via
della ripidezza e dell'estrema friabilità. Conviene raggiungere il grande
parcheggio superiore, da dove una buona traccia sale gradualmente alla
base delle rocce della Croda del Rifugio: tagliando per esposte ma
facili cenge (presa d'acqua) verso destra, la traccia si congiunge con la
precedente all'altezza dello spigolo destro della Croda del Rifugio.
Si attraversa a questo punto una friabilissima colata ghiaiosa, che si
risale poi dall'altra parte, superando di tanto in tanto qualche
masso. La
marcia è sempre faticosa e molto delicata per via delle ghiaie
estremamente instabili. Entrati in un solco, lo si risale sempre con molta
attenzione, si supera un altro tratto di grossi massi e, per ghiaie ripide
e friabilissime, si raggiunge la
base del canalone compreso fra Croda del Rifugio e Croda
degli Alpini, che sale a Forcella Alta di Longères (h
0,30).
L'inizio del canale è sbarrato da un ciclopico masso
incastrato: si supera il passaggio a destra per una
fessura impegnativa (3 metri, II° grado), che richiede un minimo di
tecnica e di esperienza (attenzione soprattutto in discesa). Oltre
l'ostacolo, si mostra il canalone in tutta la sua ripidezza e
friabilità:
si risale il canale con fatica e fastidio, per via delle ghiaie che
franano di continuo e per l'estrema ripidezza. L'ambiente è
veramente severo e grandioso, rinserrato fra vertiginose pareti a
picco di cui quasi non si vede la fine ... Più in alto si supera un
tratto di terriccio, oltre il quale per ghiaie un po' (ma solo un
po'!) più solide, si raggiunge finalmente la stretta insellatura di Forcella
Alta di Longères (h 0,45 dalla
base del canale). Dall'altra parte precipita una impressionante gola, sovente
ghiacciata.
Si risalgono, a questo punto, le
rocce di sinistra, per evidenti tracce di guerra (ometti): per cenge e
roccette, a volte un poco esposte ma facili (I° grado) si sale in breve
fin sulla cresta sommitale della Croda del Rifugio, a poca distanza
dalla snella
cuspide della Croda di Mezzo (2733 m). Con visioni mozzafiato
(se il meteo lo consente) sulle vertiginose
e strapiombanti pareti della Cima Ovest, si aggira a sinistra
la Croda di Mezzo per cenge lavorate dagli alpini, fino ad un
esposto poggio ghiaioso. Per roccette coperte di ghiaia (massima
attenzione!) si scende per qualche metro, con vedute mozzafiato sugli
impressionanti canaloni che si inabissano verso il basso, fino
ad una selletta sul filo di cresta: si traversa per terreno molto
delicato (ometti), rimanendo qualche metro sul versante di sinistra della
cresta, poi si
ritorna sul filo e su terreno più "solido" si giunge fino alla base
del cupolone sommitale del Sasso di Landro.
Una comoda ma esposta cengia
artificiale la aggira a sinistra, sul ciglio di baratri vertiginosi,
fino ad una rientranza dove si origina una specie di canale-camino
inclinato a sinistra: si risale il canale, per rocce delicate ma non
troppo impegnative (10 m, I°) fino alla selletta superiore. Di qui,
qualche metro a sinistra, si risale ancora un canalino, friabile ed un po'
più "tecnico" (20 m, I°+) fino alle rocce che sorreggono la
vetta.
Aggirandole per una cengia a sinistra si giunge sul punto più alto
del Sasso di Landro (2736 m, h 0,40 dalla
Forcella Alta di
Longères): panorama fantastico!
Ritorno per la stessa via in h
1,30.