Monte Crìdola (Cima Est) 2581 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 021

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (DOLOMITI D'OLTRE PIAVE)

SCHEDA N.

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si risale la Valle del Piave fino a Domegge di Cadore (775 m, 35 km da Pian di Vedoia). 

Da qui si seguono le indicazioni per il Rifugio Padova: attraversato il ponte sul bel Lago di Centro Cadore, si imbocca una stradina asfaltata (molto stretta!) che raggiunge il Rifugio Casera Cercenà (1050 m); proseguendo lungo la stradina, sempre asfaltata, si raggiunge il Pra di Toro, dove sorge il bel Rifugio Padova (1278 m); qui si lascia l’auto.  

 

ITINERARIO

Poco prima del rifugio si imbocca il sentiero n° 346 (tabelle), che si inoltra nel bosco con moderata pendenza; inizialmente si procede per una sorta di mulattiera che, dopo un paio di modesti saliscendi, si trasforma in sentierino. Nel bosco fa ben presto capolino l’Ago del Crìdola, mentre la vetta vera e propria si confonde tra la selva di guglie e spuntoni che caratterizzano questa montagna e molte altre cime della zona. 

Dopo poco si giunge ad un bivio, ove occorre deviare a sinistra (indicazioni per "Forcella Scodavacca") per risalire la Val Pra di Toro; la pendenza si fa più sostenuta e il sentiero comincia ad essere invaso dalle ghiaie. Procedendo nella salita il panorama si apre e, alle spalle, compare la poderosa mole del Pelmo. Avvicinandosi al limite della vegetazione, la valle si allarga e si giunge all’ampia insellatura di Forcella Scodavacca (2043 m, h 2,00 circa), affacciata sulla valle di Forni di Sopra. 

Da qui (tabelle) occorre risalire a sinistra il ripido e franoso ghiaione che sale alla soprastante forcella; dapprima per traccia di sentiero e poi tra rocce e massi, si procede con fatica aiutati da buoni segnavia bianco-rossi (attenzione alla caduta sassi!) giungendo così alla Tacca del Crìdola (2410 m, h 0,30 circa da Forcella Scodavacca), che separa il Crìdola dall’omonima Torre. 

Qui, il sentiero segnato prosegue sul versante opposto diretto al Bivacco Vaccari, mentre per la cima una scritta a vernice segnala di deviare a sinistra. Per una traccetta si scende un poco sul versante opposto, procedendo tra curiosi gendarmi di pietra tra cui occhieggia la Croda dei Toni, fino a giungere ad una sorta di piazzola, ove iniziano le prime difficoltà. Si supera un muretto di tre metri, ben gradinato ma esposto, fino a guadagnare una piccola forcelletta; si prosegue, ancora in leggera discesa, per un'ulteriore cengetta, arrivando proprio sotto una parete con un canale–camino sulla sinistra. Si risale la parete (esposta ma appigliata), rimanendo proprio a fianco del canale, fino a che i bolli rossi non invitano ad entrarvi: lo si risale fino al suo termine, e se ne esce spostandosi a sinistra per roccette ben gradinate. Ora occorre risalire il sovrastante pendio per tracce e roccette, zigzagando fino ad entrare in un canalone, al termine del quale si recupera una sorta di traccia. Con un paio di tornantini si guadagna una panoramica selletta erbosa caratterizzata, sulla sinistra, da un enorme masso a forma di uovo poggiato in precarissimo equilibrio su un vicino sperone. 

Oltre la forcella, i bolli rossi fanno deviare a sinistra per un'esposta cengetta in leggera discesa che porta ad un ampio canale; lo si risale e, dopo avere superato una strozzatura (punto più ostico della salita, II°), si esce su di un pianerottolo alla base di un ulteriore canale. Si procede per roccette più facili fino ad arrivare ad una piccola conca detritica e, traversando verso sinistra, ci si porta fin sotto ad un salto di roccia. Occorre aggirare lo speroncino (passaggio esposto), quindi salire ancora un poco recuperando una parvenza di sentiero e, infine, oltre un ultimo risalto, si giunge alla tanto sospirata croce di vetta del Monte Crìdola (Cima Est, 2581 m). Panorama fantastico sulla sottostante vallata del Cadore e sulle cime circostanti, sull’immancabile Pelmo con Civetta e Marmolada e sulle vicine cime dei Monfalconi. 

Per la discesa occorre ripercorrere l’itinerario di salita (eventualmente utilizzando chiodi o spit presenti sul posto per calate in corda doppia) godendosi, se ci si è attardati a dovere, un meraviglioso tramonto.

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa 

DISLIVELLO

1300 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati fino alla Tacca del Crìdola, poi passi di I° e II° fino alla cima

ULTIMO SOPRALLUOGO

agosto 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bellissima escursione (ora che sono tornata sana e salva posso dirlo!!) che consente di penetrare in uno straordinario ambiente, dominato da guglie e pinnacoli di ogni forma e dimensione. La salita alla cima è lunga e si svolge su roccia ripida e friabile; nei punti chiave sono presenti spit per una eventuale assicurazione con la corda. Itinerario segnato con bolli rossi.