Subito dietro il rifugio
stacca un bel sentiero (tabella) che si inoltra nel fitto del bosco; per
mulattiera e con pendenza moderata, si sale fino ad incontrare un edificio
che spunta appena tra la vegetazione e, poco oltre, si raggiunge il bivio
ove sopraggiunge la traccetta proveniente dal Lago di Domegge.
Piegando a destra (indicazioni per
"Bivacco Montanèl"), la mulattiera
diventa sentiero e la pendenza si fa più sostenuta: a tratti, squarci nel
bosco consentono belle vedute sull’ampia
vallata di Domegge e Belluno, magnificamente sovrastata da Antelao
e Pelmo.
Continuando nella salita, si raggiunge un tratto un
poco meno erto e, per riposante traccia nel bosco, si arriva ad aggirare
un costone fino ad uno spettacolare balcone
panoramico sulla valle. Mentre il sentiero prosegue per un poco in
costa tra pini mughi e bassi cespugli di mirtilli, lo sguardo è libero di
spaziare sulle Marmarole,
proprio di fronte, e sulla cresta
del Subasio, Pupera di Valgrande e Monte Brentoni
un poco più a destra. In secondo piano, una incredibile serie di guglie
culmina nella Croda
dei Toni
(inedita prospettiva) e nella tondeggiante sagoma del Popèra,
mentre più ad ovest la fanno da padroni Antelao e Pelmo.
Dopo una doverosa pausa contemplativa, il cammino riprende e, rimanendo in
costa e camminando sotto le bastionate rocciose del Col dell’Elma,
ci si addentra nella Val Montanèl. Oltrepassate due passerelle
in legno la traccia riprende a salire con decisione; si passa davanti ad
una fonte (solo uno scarso stillicidio) e, con un ultimo strappo, si
giunge ad un tratto più riposante. Cominciano a fare capolino tra gli
alberi le guglie
frastagliate del Crodòn di Scodavacca e della Cima Herberg
(o Croda di Mezzo), che fanno da sfondo alla piccola e verdissima
spianata su cui sorgono le due costruzioni del Bivacco Montanèl
(2048 m, h 2,30 circa). Per fruire
del bivacco pare si debbano chiedere le chiavi (info e prezzi al Rifugio
Casera Cercenà), mentre si trova acqua presso una panoramicissima e
particolare sorgente,
raggiungibile con sentiero segnato in 10 minuti circa; in ogni caso,
vicino al bivacco è sempre aperto un più spartano ricovero di emergenza.
Dietro il bivacco stacca una traccia segnata (indicazioni) che, superato
un fossetto boscoso, porta verso il fondo
della valletta; si rimane sul suo lato sinistro, tra il verde
degli ultimi larici, mentre di fronte precipitano severe le rotte pareti
del Crodòn di Scodavacca e della Cima Herberg. Con pendenza
moderata, si guadagna quota risalendo una valletta di magra erba che risalta
prepotentemente in mezzo al paesaggio dominato da guglie, rocce e
canaloni. Quando il sentiero devia a sinistra, un ometto e qualche bollo
rosso segnalano la possibilità di proseguire (faticosamente, credo) verso
il ripido canalone che consente di svalicare e scendere nella retrostante
valle in cui sorge il Rifugio Padova.
Seguendo invece la traccia
“ufficiale” e i buoni segni bianco-rossi, si piega a sinistra e si
sale ancora un poco, fino ad uscire su un verdissimo
e panoramico pianoro posto sotto la cima del Montanèl. Qui
la traccia scompare, e si fanno più radi anche segnavia e ometti; bisogna
comunque risalire
l’erto pendio erboso mantenendosi al suo centro fino a che,
avvicinandosi alle rocce, non si riguadagna una parvenza di traccia. Qui
buoni ometti guidano proprio sotto la crestina sommitale, dove una scritta
a vernice indica la direzione per raggiungere la vicina croce di vetta. Si
va a destra e si supera una cengetta, quindi si sale per ghiaie e facili
gradini di roccia fino ad arrivare ad un passaggio
davvero particolare. Due grandi massi accostati formano una sorta
di strettissimo “corridoio” di roccia interrotto, circa a metà, da un
salto; si scende per un paio di metri fino a dove un masso incastrato e
posto a guisa di ponte permette di superare il salto (brrrivido!), quindi
si sale nuovamente per riportarsi accosti alla parete. Si supera a
destra un passaggino in roccia (brrrivido bis) e si esce su un terrazzino;
da qui, per una ulteriore cengetta, ci si porta sotto le facili e ben
gradinate rocce sottostanti la
croce di vetta del Montanèl (2461 m), che si raggiunge in pochi passi
(h 1,30 circa dal bivacco).
Il panorama
è semplicemente superbo, l’ambiente severo e solitario e le case
affacciate sulle rive del lago sottostante sembrano infinitamente
lontane. Bellissimo!
Il ritorno avviene per la stessa via in h 2,00
circa.