Montanèl 2461 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 021

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (DOLOMITI D'OLTRE PIAVE)

SCHEDA N.

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si risale la Valle del Piave fino a Domegge di Cadore (775 m, 35 km da Pian di Vedoia). 

Da qui si seguono le indicazioni per il Rifugio Padova: attraversato il ponte sul bel Lago di Centro Cadore, si imbocca una stradina asfaltata (molto stretta!) che raggiunge il Rifugio Casera Cercenà (1050 m), ove si lascia l’auto.  

 

ITINERARIO

Subito dietro il rifugio stacca un bel sentiero (tabella) che si inoltra nel fitto del bosco; per mulattiera e con pendenza moderata, si sale fino ad incontrare un edificio che spunta appena tra la vegetazione e, poco oltre, si raggiunge il bivio ove sopraggiunge la traccetta proveniente dal Lago di Domegge. 

Piegando a destra (indicazioni per "Bivacco Montanèl"), la mulattiera diventa sentiero e la pendenza si fa più sostenuta: a tratti, squarci nel bosco consentono belle vedute sull’ampia vallata di Domegge e Belluno, magnificamente sovrastata da Antelao e Pelmo

Continuando nella salita, si raggiunge un tratto un poco meno erto e, per riposante traccia nel bosco, si arriva ad aggirare un costone fino ad uno spettacolare balcone panoramico sulla valle. Mentre il sentiero prosegue per un poco in costa tra pini mughi e bassi cespugli di mirtilli, lo sguardo è libero di spaziare sulle Marmarole, proprio di fronte, e sulla cresta del Subasio, Pupera di Valgrande e Monte Brentoni un poco più a destra. In secondo piano, una incredibile serie di guglie culmina nella Croda dei Toni (inedita prospettiva) e nella tondeggiante sagoma del Popèra, mentre più ad ovest la fanno da padroni Antelao e Pelmo. 

Dopo una doverosa pausa contemplativa, il cammino riprende e, rimanendo in costa e camminando sotto le bastionate rocciose del Col dell’Elma, ci si addentra nella Val Montanèl. Oltrepassate due passerelle in legno la traccia riprende a salire con decisione; si passa davanti ad una fonte (solo uno scarso stillicidio) e, con un ultimo strappo, si giunge ad un tratto più riposante. Cominciano a fare capolino tra gli alberi le guglie frastagliate del Crodòn di Scodavacca e della Cima Herberg (o Croda di Mezzo), che fanno da sfondo alla piccola e verdissima spianata su cui sorgono le due costruzioni del Bivacco Montanèl (2048 m, h 2,30 circa). Per fruire del bivacco pare si debbano chiedere le chiavi (info e prezzi al Rifugio Casera Cercenà), mentre si trova acqua presso una panoramicissima e particolare sorgente, raggiungibile con sentiero segnato in 10 minuti circa; in ogni caso, vicino al bivacco è sempre aperto un più spartano ricovero di emergenza.  

Dietro il bivacco stacca una traccia segnata (indicazioni) che, superato un fossetto boscoso, porta verso il fondo della valletta; si rimane sul suo lato sinistro, tra il verde degli ultimi larici, mentre di fronte precipitano severe le rotte pareti del Crodòn di Scodavacca e della Cima Herberg. Con pendenza moderata, si guadagna quota risalendo una valletta di magra erba che risalta prepotentemente in mezzo al paesaggio dominato da guglie, rocce e canaloni. Quando il sentiero devia a sinistra, un ometto e qualche bollo rosso segnalano la possibilità di proseguire (faticosamente, credo) verso il ripido canalone che consente di svalicare e scendere nella retrostante valle in cui sorge il Rifugio Padova

Seguendo invece la traccia “ufficiale” e i buoni segni bianco-rossi, si piega a sinistra e si sale ancora un poco, fino ad uscire su un verdissimo e panoramico pianoro posto sotto la cima del Montanèl. Qui la traccia scompare, e si fanno più radi anche segnavia e ometti; bisogna comunque risalire l’erto pendio erboso mantenendosi al suo centro fino a che, avvicinandosi alle rocce, non si riguadagna una parvenza di traccia. Qui buoni ometti guidano proprio sotto la crestina sommitale, dove una scritta a vernice indica la direzione per raggiungere la vicina croce di vetta. Si va a destra e si supera una cengetta, quindi si sale per ghiaie e facili gradini di roccia fino ad arrivare ad un passaggio davvero particolare. Due grandi massi accostati formano una sorta di strettissimo “corridoio” di roccia interrotto, circa a metà, da un salto; si scende per un paio di metri fino a dove un masso incastrato e posto a guisa di ponte permette di superare il salto (brrrivido!), quindi si sale nuovamente per riportarsi accosti alla parete. Si supera a destra un passaggino in roccia (brrrivido bis) e si esce su un terrazzino; da qui, per una ulteriore cengetta, ci si porta sotto le facili e ben gradinate rocce sottostanti la croce di vetta del Montanèl (2461 m), che si raggiunge in pochi passi (h 1,30 circa dal bivacco). Il panorama è semplicemente superbo, l’ambiente severo e solitario e le case affacciate sulle rive del lago sottostante sembrano infinitamente lontane. Bellissimo!  

Il ritorno avviene per la stessa via in h 2,00 circa.  

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa 

DISLIVELLO

1400 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati (un passo di I°+)

ULTIMO SOPRALLUOGO

luglio 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bellissima cima con un panorama unico su tutte (ma proprio TUTTE!) le Dolomiti; non troppo difficile da conquistare e non troppo frequentata, è una meta da non perdere! E col bel tempo, è uno spettacolo gustarsi il calar del sole dai prati immediatamente sottostanti le rocce della cima, per poi scendere per il bel bosco illuminato dai raggi obliqui del sole che tramonta.