Poco
prima del rifugio si imbocca il sentiero n° 346
(tabelle e indicazioni per "Forcella Montanaia") che, con pendenza
moderata, sale nel bel bosco di faggi e conifere; dopo un poco la traccia
si restringe e la pendenza aumenta, fino a che si raggiunge un primo bivio.
Proseguendo sulla destra (indicazioni per "Forcella Montanaia",
segnavia n° 342),
il bosco gradualmente si dirada per fare posto alla
macchia e ad una rada boscaglia, fino a giungere ad un altro bivio;
a sinistra si devia per il Bivacco Marchi-Granzotto, mentre per la Forcella
Montanaia (nostra prossima destinazione) e il Bivacco Perugini bisogna proseguire a destra
(n° 353).
Si esce definitivamente dalla vegetazione, e ci si ritrova in un ambiente
molto più severo, dove il verde cede il posto ai massi e alle ghiaie che
si riversano dalle cime circostanti. Si comincia a rimontare il ghiaione
compreso tra la Cima Both e i Monfalconi di Montanaia:
inizialmente la traccia è buona e la pendenza non eccessiva ma, quando si
entra nel canale tra le due cime, la situazione cambia radicalmente. La
traccia praticamente scompare, la pendenza aumenta notevolmente e l’ambiente,
dominato da guglie e pareti rocciose incredibilmente frastagliate, si fa
decisamente più severo; conviene allora mantenersi sulla destra, il più
possibile accosto alle rocce, in modo da poter poggiare i piedi su un
terreno un poco più solido e da avere, nel caso, qualche punto cui
appigliarsi. Nonostante il cammino diventi più faticoso, la progressione
non si fa comunque mai problematica e, in caso di necessità, si può
sempre optare per la poco elegante ma sicura tecnica
delle 4 zampe ... Verso la fine del canalone, oramai in vista
della forcella, si recupera quello che resta della traccia di salita e si
comincia a camminare su terreno più agevole; sulla destra, in
corrispondenza di un solitario
monolite di roccia, conviene seguire una traccetta secondaria che,
passando dietro il monolite stesso, consente di godere di uno spettacolare
panorama sulla vallata di Domegge. Ritornati nel canale, in
breve si è a Forcella Montanaia (2333 m, h
2,30 circa) e subito, dopo tanto pietrame, lo sguardo è
catturato dal verdissimo prato su cui svetta il famoso Campanile
di Val Montanaia; un colpo d’occhio davvero superbo!
Dalla
forcella ci si cala per traccia segnata sulla sinistra del ghiaione che
scende verso la Val Montanaia e il prato su cui sorge il panoramico
Bivacco
Perugini (2060 m) ma poi, seguendo una marcata traccetta
secondaria (ometti), conviene deviare dal percorso segnato per mantenersi
alti in costa fino a giungere, con breve
e panoramico percorso, alla Forcella Cimoliana (2183 m).
Da
qui si dovrebbe imboccare il "Sentiero Tajarol", ma tale sentiero, in
realtà, dura solo lo spazio di pochi passi e poi si perde nello stretto e
ripido canalone che scende dalla forcella; occorre quindi scendere alla
meglio sulle instabili ghiaie mentre in alto, sulle rocce di sinistra,
ancora si vedono sbiaditi segni bianco-rossi. Si procede scomodamente
(ahimè, non sempre i ghiaioni sono del tipo "da corsa") ma
senza difficoltà, fino a giungere ad un salto di roccia; dapprima una
rugginosa corda fissa consente di traversare una breve cengetta, quindi
grappe di ferro (di cui una traballante) agevolano la calata lungo la
paretina, fino a riguadagnare il fondo del canale stretto tra le tormentate
pareti dei Monfalconi di Mantanaia e le Croda Cimoliana. Di
nuovo per ghiaie, si percorre l’ultimo tratto del canalone fino a
giungere su terreno più solido, dove ricompare anche la traccia di
sentiero.
Si procede traversando in costa il conoide terminale del
ghiaione e, passando sotto incredibili
guglie rocciose, si entra in un boschetto di mughi; si oltrepassa
il bivio per il Rifugio
Pordenone e si comincia la risalita della verdeggiante
Valle dei Monfalconi di Cimoliana. Oltre un ultimo dosso
erboso, estremamente panoramico, ricominciano le ghiaie; si sale per buona
traccia sul versante destro della valletta e, passando accosti alle rocce,
si raggiunge la Forcella
del Leone (h 2,00 circa da
Forcella Montanaia).
Si comincia a scendere nell’opposto versante e, subito dopo un primo
tratto ripido, conviene lasciare il sentiero segnato per imboccare una
evidente traccetta di collegamento che, mantenendosi alta, consente di
arrivare alla Forcella Monfalconi di Forni senza perdere troppa
quota. Traversando per ghiaie e magri prati, il panorama si apre sulla bella
valletta che ospita il Bivacco Marchi-Granzotto; brevemente
si recupera il sentiero segnato e, passando per una ulteriore forcelletta,
si arriva velocemente alla Forcella Monfalconi di Forni (2309 m, h
0,30 da Forcella del Leone).
Per buon sentiero si comincia la discesa del
bel
Cadin d’Arade; perdendo quota, ricomincia la vegetazione
e, mentre lo sguardo si perde tra le numerose
cime che spuntano all’orizzonte, si entra nella macchia fino ad
un bivio ove si recupera il sentiero n° 353
diretto alla Forcella Montanaia.
Da qui, seguendo a ritroso il
percorso fatto all’andata, di nuovo al Rifugio
Padova (h 1,30 circa dalla
Forcella Monfalconi di Forni).