Anello dei Monfalconi

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 021

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (DOLOMITI D'OLTRE PIAVE)

SCHEDA N.

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si risale la Valle del Piave fino a Domegge di Cadore (775 m, 35 km da Pian di Vedoia). 

Da qui si seguono le indicazioni per il Rifugio Padova: attraversato il ponte sul bel Lago di Centro Cadore, si imbocca una stradina asfaltata (molto stretta!) che raggiunge il Rifugio Casera Cercenà (1050 m); proseguendo lungo la stradina, sempre asfaltata, si raggiunge il Pra di Toro, dove sorge il bel Rifugio Padova (1278 m); qui si lascia l’auto.  

 

ITINERARIO

Poco prima del rifugio si imbocca il sentiero n° 346 (tabelle e indicazioni per "Forcella Montanaia") che, con pendenza moderata, sale nel bel bosco di faggi e conifere; dopo un poco la traccia si restringe e la pendenza aumenta, fino a che si raggiunge un primo bivio. Proseguendo sulla destra (indicazioni per "Forcella Montanaia", segnavia n° 342), il bosco gradualmente si dirada per fare posto alla macchia e ad una rada boscaglia, fino a giungere ad un altro bivio; a sinistra si devia per il Bivacco Marchi-Granzotto, mentre per la Forcella Montanaia (nostra prossima destinazione) e il Bivacco Perugini bisogna proseguire a destra (n° 353). 

Si esce definitivamente dalla vegetazione, e ci si ritrova in un ambiente molto più severo, dove il verde cede il posto ai massi e alle ghiaie che si riversano dalle cime circostanti. Si comincia a rimontare il ghiaione compreso tra la Cima Both e i Monfalconi di Montanaia: inizialmente la traccia è buona e la pendenza non eccessiva ma, quando si entra nel canale tra le due cime, la situazione cambia radicalmente. La traccia praticamente scompare, la pendenza aumenta notevolmente e l’ambiente, dominato da guglie e pareti rocciose incredibilmente frastagliate, si fa decisamente più severo; conviene allora mantenersi sulla destra, il più possibile accosto alle rocce, in modo da poter poggiare i piedi su un terreno un poco più solido e da avere, nel caso, qualche punto cui appigliarsi. Nonostante il cammino diventi più faticoso, la progressione non si fa comunque mai problematica e, in caso di necessità, si può sempre optare per la poco elegante ma sicura tecnica delle 4 zampe ... Verso la fine del canalone, oramai in vista della forcella, si recupera quello che resta della traccia di salita e si comincia a camminare su terreno più agevole; sulla destra, in corrispondenza di un solitario monolite di roccia, conviene seguire una traccetta secondaria che, passando dietro il monolite stesso, consente di godere di uno spettacolare panorama sulla vallata di Domegge. Ritornati nel canale, in breve si è a Forcella Montanaia (2333 m, h 2,30 circa) e subito, dopo tanto pietrame, lo sguardo è catturato dal verdissimo prato su cui svetta il famoso Campanile di Val Montanaia; un colpo d’occhio davvero superbo! 

Dalla forcella ci si cala per traccia segnata sulla sinistra del ghiaione che scende verso la Val Montanaia e il prato su cui sorge il panoramico Bivacco Perugini (2060 m) ma poi, seguendo una marcata traccetta secondaria (ometti), conviene deviare dal percorso segnato per mantenersi alti in costa fino a giungere, con breve e panoramico percorso, alla Forcella Cimoliana (2183 m). 

Da qui si dovrebbe imboccare il "Sentiero Tajarol", ma tale sentiero, in realtà, dura solo lo spazio di pochi passi e poi si perde nello stretto e ripido canalone che scende dalla forcella; occorre quindi scendere alla meglio sulle instabili ghiaie mentre in alto, sulle rocce di sinistra, ancora si vedono sbiaditi segni bianco-rossi. Si procede scomodamente (ahimè, non sempre i ghiaioni sono del tipo "da corsa") ma senza difficoltà, fino a giungere ad un salto di roccia; dapprima una rugginosa corda fissa consente di traversare una breve cengetta, quindi grappe di ferro (di cui una traballante) agevolano la calata lungo la paretina, fino a riguadagnare il fondo del canale stretto tra le tormentate pareti dei Monfalconi di Mantanaia e le Croda Cimoliana. Di nuovo per ghiaie, si percorre l’ultimo tratto del canalone fino a giungere su terreno più solido, dove ricompare anche la traccia di sentiero. 

Si procede traversando in costa il conoide terminale del ghiaione e, passando sotto incredibili guglie rocciose, si entra in un boschetto di mughi; si oltrepassa il bivio per il Rifugio Pordenone e si comincia la risalita della verdeggiante Valle dei Monfalconi di Cimoliana. Oltre un ultimo dosso erboso, estremamente panoramico, ricominciano le ghiaie; si sale per buona traccia sul versante destro della valletta e, passando accosti alle rocce, si raggiunge la Forcella del Leone (h 2,00 circa da Forcella Montanaia). 

Si comincia a scendere nell’opposto versante e, subito dopo un primo tratto ripido, conviene lasciare il sentiero segnato per imboccare una evidente traccetta di collegamento che, mantenendosi alta, consente di arrivare alla Forcella Monfalconi di Forni senza perdere troppa quota. Traversando per ghiaie e magri prati, il panorama si apre sulla bella valletta che ospita il Bivacco Marchi-Granzotto; brevemente si recupera il sentiero segnato e, passando per una ulteriore forcelletta, si arriva velocemente alla Forcella Monfalconi di Forni (2309 m, h 0,30 da Forcella del Leone). 

Per buon sentiero si comincia la discesa del bel Cadin d’Arade; perdendo quota, ricomincia la vegetazione e, mentre lo sguardo si perde tra le numerose cime che spuntano all’orizzonte, si entra nella macchia fino ad un bivio ove si recupera il sentiero n° 353 diretto alla Forcella Montanaia. 

Da qui, seguendo a ritroso il percorso fatto all’andata, di nuovo al Rifugio Padova (h 1,30 circa dalla Forcella Monfalconi di Forni). 

 

TEMPO TOTALE

h 8,00 circa 

DISLIVELLO

1650 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati 

ULTIMO SOPRALLUOGO

agosto 2007 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario abbastanza faticoso su sentieri abbastanza ben segnati e che si svolge in larga parte lungo ghiaioni spesso ripidi. In compenso i panorami sono fantastici e si visitano luoghi solitari e di una selvaggia bellezza; incomparabile la vista sul celebre Campanile di Val Montanaia.